L'accordo
ha resistito venti giorni. E fino all'elezione,
la notte scorsa, di Massimo Donadini a
presidente del Polo nautico. Poi, quando il
Direttivo è passato ad eleggere i due
vicepresidenti, è saltato tutto.
Tant'è che
alla fine del Direttivo, Donadini ha dato le
dimissioni da neopresidente durato in carica
meno di un nanosecondo e adesso bisognerà
ricominciare tutto daccapo.
E bisognerà
ricucire spaccature non solo tra le società
sportive di Punta San Giuliano, ma addirittura
all'interno delle società stesse.
Perchè alla
Canottieri ad esempio qualche socio ha pensato,
contro il parere del presidente, Paolo Bertan,
di poter tentare il colpo di mano, portandosi a
casa, oltre al presidente, Massimo Donadini,
anche una vicepresidenza e il segretario del
Polo nautico.
Colpo di mano possibile solo
grazie all'accordo con il Circolo velico
Casanova che infatti è riuscito a far eleggere
alla vicepresidenza Mario Rossi. Chi avrebbe
perso alla grande, se fosse andato in porto il
golpe, sarebbe stata la Voga Veneta di Bepi
Penzo, la seconda società più importante del
Polo nautico, che non avrebbe avuto
rappresentanza nell'esecutivo.
Chiaro che una
operazione come questa avrebbe squassato il Polo
nautico, facendolo naufragare prima ancora di
nascere ed ecco perchè Donadini ha deciso di
azzerare tutto.
Ma la vicenda fotografa una
situazione di tensione che sembrava essere stata
superata dalle elezioni. Anche perchè i 28 che
erano entrati a metà novembre nel Direttivo del
Polo nautico in rappresentanza di tutte le
società sportive di Punta San Giuliano erano
riusciti ad avere i voti sufficienti grazie agli
accordi tra società.
Accordi che dovevano
cementare una intesa raggiunta a fatica, ma
importantissima per il futuro del Polo nautico
in Punta San Giuliano. Dunque, sembrava che non
dovessero esserci sorprese nemmeno per le due
vicepresidenze e la carica di segretario.
In
questi venti giorni invece al Circolo velico
Casanova è maturata la vendetta contro la
bocciatura di Vittorio Resto, che non era
entrato in direttivo.
Il Casanova ha capito che
c'era del malumore anche dentro la Canottieri
perchè il presidente Paolo Bertan è uno fra
coloro che puntano a costruirlo sul serio il
Polo nautico, magari facendo qualche volta un
passo indietro pur di favorire gli accordi tra
società.
E Bertan non è l'unico che pensa che
la guerra tra società sia finita e che sia
necessario iniziare a lavorare insieme per
costruire il futuro del Polo nautico.
Ma mentre
Bertan, Donadini e gli altri
"tessevano", qualcuno ci dava dentro a
disfare.
E così alla prima riunione di
direttivo, l'altra sera, subito dopo l'elezione
di Donadini, ci si è accorti che qualcosa non
andava. Al momento della presentazione delle
candidature per le vicepresidenze si scopriva
infatti che oltre a Zamattio della Voga Veneta
correva anche Paolo Pizzolotto della Canottieri,
Mario Rossi del Casanova e Diego Dogà del Canoa
club Mestre il quale proponeva l'elezione di se
stesso o in alternativa della moglie, Patrizia
Bacco.
Quattro candidati per due posti.
Passavano Mario Rossi al primo colpo con 16
voti, veniva esclusa con 6 voti la Bacco e
restavano in corsa Zamattio e Pizzolotto.
A quel
punto Zamattio si ritirava e passava Pizzolotto
della Canottieri.
Altra elezione per il
segretario.
Si candida Giovanni Salviato, anche
lui della Canottieri. E passa.
A quel punto
tutte le altre società hanno capito che non c'è
storia: la Canottieri vuol fare man bassa e per
gli altri non c'è spazio. Ed è a quel punto
che salta tutto e che Donadini decide di
riconvocare la riunione per rifare le elezioni
di presidente, vicepresidenti, segretario e
tesoriere.
Nel frattempo la Canottieri dovrà
fare i conti al suo interno per vedere di
riportare alla ragione i ribelli se non vuole
andare alla rottura con il resto delle società.
Resta il fatto che anche questa tornata
elettorale sembra dimostrare per l'ennesima
volta la fragilità del Polo nautico costituito
dalle società sportive di Punta San Giuliano.
La stragrande maggioranza dei soci ha capito che
deve cominciare a lavorare insieme, ma più di
qualcuno continua ancora a ragionare a
compartimenti stagni.
Maurizio Dianese
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