(m.d.)
Il Parco di San Giuliano
al centro degli interessi dell'Europa.
Ma per
"stangare", stavolta e non per finanziare.
"L'Unione europea ha minacciato l'apertura di una
procedura di infrazione contro l'Italia perchè non è mai
stata fatta la Valutazione d'impatto ambientale per il
Parco di San Giuliano
- spiega l'assessore ai Lavori pubblici, Sandro Simionato,
chiamato d'urgenza a Roma a chiarire che cosa è successo
in quel di San Giuliano
- Il fatto è che la Valutazione non serviva per il primo
stralcio e quindi non è stata fatta per l'intero Parco.
Adesso però bisogna per forza farla "a
posteriori", come dire, quando il parco è già mezzo
finito.
E la faremo sui nuovi edifici.
Vuol dire mettere a
punto uno screening completo sulle costruzioni del Polo
nautico, in grado di offrire all'Unione europea una
Valutazione d'impatto ambientale completa, per il nuovo.
Dando per scontato che sul vecchio resta tutto così com'è
e amen.
Chiaro che dobbiamo stare molto attenti da qui in
avanti perchè questa minaccia di apertura della procedura
d'infrazione - e sarebbe una multa salata di parecchi
milioni di euro - significa che a Bruxelles ci tengono
d'occhio e che sicuramente non si potrà che costruire
quello che è già stato approvato in mille sedi.
Niente
di più. Dunque, ad esempio salta l'ipotesi di costruire
una darsena più grande di quella prevista da Di Mambro e
per barche a motore. Sicuramente l'Unione europea non ce
la passerebbe. E qualsiasi altra costruzione, altra
ipotesi, altro progetto, diverso da quello steso
dall'architetto Antonio Di Mambro, sarebbe un
problema".
Ma adesso la preoccupazione vera di Simionato non è
quella di far fare la Via, ma di trovare i quattrini per
costruire il Polo nautico. Perchè i progetti sono
stra-pronti e l'architetto Antonio Di Mambro si è anche
fatto rifare tutti i preventivi. Rispetto ad una spesa
prevista di 15 milioni di euro - stima fatta 4 anni fa -
si è arrivati a 16 milioni 300 mila euro, dunque c'è
stato solo un ritocco dei prezzi, niente di più. Segno
che i conti erano giusti al millesimo già quattro anni
fa. Ma quanti ce ne sono in cassetto di quei 16 milioni
che servono? "Per adesso solo 1 milione è sicuro.
L'ho salvato dai tagli di bilancio, con i denti. Ed è
chiaro che con un milione non si va da nessuna parte -
spiega Simionato - Altri soldi spero che saltino fuori a
breve dalla vendita dei diritti di superficie dei terreni
dell'area Pip di Cà Emiliani. Si tratta di terreni che
abbiamo comprato, dato in concessione e sui quali adesso
possiamo passare all'incasso. Più o meno 3 milioni di
euro". E saremmo a 4. Quasi un terzo. Ne mancano due
terzi. "E' chiaro che dobbiamo procedere per stralci.
Ne abbiamo già parlato con Di Mambro e lui è d'accordo
che si può fare a lotti. Certo, per iniziare serve
qualcosa in più, ma si può iniziare, una volta finita la
bonifica che è previsto inizi per fine anno. Stralci
funzionali vuol dire che si predispone tutta
l'infrastruttura e poi si rimanda la costruzione vera e
propria". Diventa l'eterna incompiuta. "A meno
che non si sblocchi la legge speciale. Se cambia il
Governo e se la legge speciale viene rifinanziata, cambia
tutto. Ma in questo momento non è così e io devo fare i
conti con quel che c'è. Mi resta solo una alternativa,
abbastanza drammatica. Siccome il Parco di San Giuliano
è fondamentale per Mestre e io non ho dubbi che sia così,
allora potremmo decidere di tagliare per un paio di anni
qualche marciapiede e qualche riasfaltura, qualche
fognatura e chissà che altro, per recuperare un po' di
soldi. Ma è chiaro che si tratta di una strategia estrema
perchè non è come Lavori pubblici stiamo navigando
nell'oro, appaltando lavori di cui non c'è bisogno. Anzi.
Potremmo raschiare il fondo del barile, ma non basta
comunque. Intanto però andiamo avanti a fare quel che
possiamo, io su San Giuliano
non mollo".
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