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31 - Provincia
L’assessore provinciale Speranzon scrive al ministro Bondi. L’opera
è incompiuta da 15 anni
«Apriamo
il museo di Altino»
Nei
magazzini ci sono oltre 48 mila reperti archeologici di
grande valore
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MARTA
ARTICO
QUARTO D’ALTINO. «E’
ora di aprire
il nuovo
museo di Altino». L’assessore provinciale alla cultura
Raffaele Speranzon, ha preso carta e penna ed ha scritto al
ministro dei Beni culturali Sandro Bondi, e al governatore
del Veneto Giancarlo
Galan, pe
r c
hiedere un intervento in favore dell’apertura della struttura,
«un’incompiuta che grida vendetta», la cui realizzazione è
prevista sin dal 1985 ma, a tutt’oggi, non si è ancora
conclusa. Un tema caldo per
il Comune
altinate. Il museo di Altino se ne sta lì, lungo la provinciale
che poi si innesta sulla Triestina, poco prima della curva che
port
a a
l canale Santa Maria. L’edificio è stato completato d
a a
nni, ma è chiuso. Non è stato
mai finito e nei
magazzini ci sono oltre 48 mila reperti archeologici. Manca la
parte interna, ma oggi come oggi avrebbe già bisogno di una
nuova e seria manutenzione, visto che, a causa dei lavori
interrotti e dei numerosi «stop and go», l’incompiuta h
a g
ià 15 anni.
Nella lettera Speranzon definisce la nuova struttura, che
dovrebbe misurare
1.500 metri quadrati
, «grande opera della cultura». «La scelta strategica
dell’attuale Governo di puntare sulle grandi opere - scrive
Speranzon - la sua volontà di innovare, l’esigenza di
superamento di certi borbonismi burocratici in nome della logica
d’impresa non possono che convergere verso la priorità di
affrontare con decisione i ritardi del nostro sistema di
gestione dei beni culturali». L’assessore traccia la storia
degli scavi nel sito archeoligico di Altino, sottolineando che
l’impulso alla loro attuazione arrivò proprio con
l’apertura dell’attuale museo nel 1960. «A distanza di 15
anni dall’effettivo avvio dei lavori - si legge nella lettera
di tre pagine - non si vede alcun segno di una prossim
a a
pertura del nuovo museo, costringendo nei magazzini qualche cosa
come 48 mila reperti archeologici del più importante
sito del Veneto
, mirabile testimonianza della presenza roman
a a
i bordi della laguna». Da qui la richiesta di un intervento in
tempi rapidi del nuovo Museo di Altinum. «L’interessamento
della Provincia - commenta la direttrice del Museo Margherita
Tirelli - mi riempie di soddisfazione, più che contenta non
posso certo essere». «Dal 2004 - interviene l’assessore
altinate
Maurizio Donadelli -
da quando il sindaco mi ha dato la delega, ho avuto centinaia di
incontri per sbloccare la situazione e contribuire a risolvere
la questione. So
che finalmente da parte della Sovrintendenza e della Regione, ci
sono notizie positive e spero che a breve vengano rese note».
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QUARTO D’ALTINO Per sbloccare la
situazione
Nuovo
museo ancora chiuso
Speranzon scrive al ministro
Sabato 28 Novembre 2009,
Previsto da 25 anni, pronto da 15, m
a a
ncora chiuso al pubblico.
È lo strano caso del nuovo museo
di Altino, che ha spinto ieri l’assessore provinciale alla
Cultura, Raffaele Speranzon, a scrivere direttamente al ministro
dei Beni culturali, Sandro Bondi, e al governatore della Regione
Veneto, Giancarlo Galan, chiedendo un loro intervento per
sbloccare una situazione che, non fossimo in Italia, avrebbe del
paradossale.
Municipio romano sin dal II
secolo avanti Cristo, secondo porto dell’Itali
a a
ugustea oltre che, probabilmente, culla di Venezia, Altino si
fregia oggi, in pratica, solo di magazzini nei quali sono
stipati almeno 48mila reperti. Tutto questo mentre «in un
periodo di difficilissima crisi, investire in un grande progetto
culturale – sottolinea Speranzon –significherebbe creare
posti di lavoro e innescare, in un circolo virtuoso, anche nuove
opportunità di sviluppo turistico».
L’assessore ricorda poi come la
realizzazione del nuovo museo di via Sant’Eliodoro fosse
prevista già dal 1985 ma, pur ultimata dal 1994, la struttura continui a
presentarsi sbarrata. Motivo per cui, in contemporanea all’appello a Bondi e Galan, l’assessore provinciale chiede
all’attuale direzione della struttura di Quarto tutta la
documentazione possibile per poterla presentare al ministero.
«Il concetto di grande opera
come volàno dell’economia non può essere ristretto
all’ambito infrastrutturale – aggiunge Speranzon – ma deve
necessariamente trovare applicazione anche in ambito culturale».
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