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«Mezzo miliardo per
danni all'immagine»
La
richiesta del Consorzio Venezia Nuova
in causa col Comitato difesa della laguna
VENEZIA. Mezzo miliardo
di danni per aver danneggiato l'immagine del Consorzio
Venezia Nuova.
Lo chiede il pool di imprese al commercialista Aurelio
Foscari da due anni
presidente dell' «Associazione
per la Difesa della laguna».
La prima udienza si è
tenuta al Tribunale di Rialto.
Il giudice Daniele Bruni ha ascoltato i legali delle due parti
(Alfredo Bianchini per il Consorzio, Domenico Laudati e Mario d'Elia per
Foscari) e ha disposto un rinvio dell'udienza per dar tempo alle parti di
presentare le loro memorie.
I fatti contestati si
riferiscono a una serie di articoli e prese di posizione di Foscari
comparsi sui quotidiani locali tra il 1994 e il 2000 che criticavano in
modo deciso gli interventi in laguna e l'utilità del Mose.
Proprio per denunciare gli interventi in laguna nord, a Lio Piccolo e
Saccagnana, Foscari aveva fondato insieme ad altri l'Adive, associazione
per la difesa della laguna.
Un migliaio di soci e alcuni dossier con foto di «prima e dopo» inviate
alla Procura della Repubblica sui lavori considerati estranei alla
tradizione lagunare. Un'attività che ha provocato la reazione dei legali
del Consorzio. Nell'atto di citazione, l'avvocato Bianchini ricorda la «concessione
unica» affidata al Consorzio nel 1984 e la dimensione del gruppo, che è
costitutito da 40 imprese (tra cui Impregilo, Fincosit, Saipem, Condotte,
San Marco Costruzioni) e 50 mila dipendenti.
Il legale definisce l'associazione per la Difesa della laguna «sedicente
e non meglio accreditata» e imputa a Foscari di aver «accusato il
Consorzio di abusivismo e di aver disatteso 4 leggi dello Stato».
Ancora, Foscari avrebbe additato il Consorzio «come responsabile di
inammissibili distruzioni del patrimonio lagunare». E poi «ironizzato e
irriso il Consorzio». Dunque, secondo Venezia Nuova, si tratta di «diffamazione»,
perchè l'attacco del dottor Foscari avrebbe «irreparabilmente inciso
sulla immagine e credibilità delle imprese», andando ben al di là della
manifestazione del libero pensiero».
I difensori di Foscari hanno evidentemente una tesi ben diversa.
Ricordano trattarsi non già di una «sedicente» associazione, ma di un
movimento legalmente costituito, molto attivo in questioni di tematiche di
difesa della laguna.
«Il pensiero di Foscari», scrivono Laudati e d'Elia, «rientra entro il
confine del diritto di critica, e comunque i fatti denunciati rispondono a
«verità oggettiva». La richiesta di danni, scrivono i legali, avrebbe
«intento ritorsivo e intimidatorio». E gli avvocati di Foscari
rilanciano, chiedendo al Consorzio 500 milioni di danni e ipotizzando il
reato di calunnia.
Una vicenda che va al di là dell'aspetto giudiziario. Una decina d'anni
fa il Consorzio Venezia Nuova chiese mezzo miliardo di danni all'allora
presidente di Italia Nostra Riccardo Rabagliati, reo di aver diffuso in
città le locandine del settimane Il Mondo con il titolo di un'inchiesta
sulle grandi opere d'Italia: «Le idiozie che costano miliardi». La
richiesta danni venne poi ritirata.
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