Un dibattito
che di scherzoso ha avuto solo la simpatica parentesi dei
premi ironici assegnati al termine.
Infatti, ancora una
volta il problema del moto ondoso nella laguna di Venezia si
è dimostrato una questione assai sentita. L'incontro
"Laguna di Venezia. Amici e nemici", è stato
organizzato ieri presso la sala San Leonardo a Cannaregio
dalla associazione Pax in Aqua, nata appositamente
cinque anni fa per contrastare il fenomeno del moto ondoso
e, soprattutto, le sue drammatiche conseguenze sul tessuto
urbano e ambientale.
"Siamo
combattuti tra l'entusiasmo delle nostre battaglie e gli
scarsi risultati finora ottenuti. Dobbiamo mantenere un
impegno costante". Queste le parole d'esordio del
presidente di Pax in Aqua, Paolo Lanapoppi, che ha
proseguito: "Serve quanto prima una autorità unificata
che si faccia carico del problema. Le competenze divise sono
disastrose e, inoltre, solo 28 vigili che si turnano non
possono fare controlli seri". Gli scarsi risultati
hanno suggerito a Lanapoppi un cambio di strategia, chiesto
anche da Stefano Boato: "apriremo singole vertenze con
l'amministrazione, anche dure se occorre, per portare a casa
risultati".
Al termine
dell'intervento, Lanapoppi ha pure reso noto un
"manifesto" definitivo con le richieste della
associazione, suddivise in venti punti (presto anche
all'indirizzo Internet: www.provincia.venezia.it/paxinaqua).
Tra questi, il riordino dei posti barca per una
gestione delle rive non più selvaggia, una segnaletica con
i limiti di velocità, una rilevazione costante del traffico
(dotando del sistema satellitare Gps tutte le imbarcazioni).
Ancora, creare punti di approdo per i cosiddetti
"granturismo" che non interferiscano con il
trasporto pubblico (talvolta più caro per l'utente dei suoi
concorrenti privati), un controllo della stazza delle
imbarcazioni, sensi di circolazione sensati, un centro di
interscambio merci. Oltre alla valutazione sul possibile
utilizzo di taxi a remi. Ma, soprattutto, ciò che serve
quanto prima è un piano coerente per il traffico acqueo.
Un
favorevole interlocutore si è finora dimostrato il
consigliere comunale Danilo Rosan, che presiede la decima
commissione cui è affidato anche il problema del traffico
acqueo. "Il dialogo va continuato assieme - ha
confermato Rosan - certo gli interessi in gioco sono
notevoli, e necessita più che mai un tavolo dove tutte le
categorie siano presenti, anche se non è facile da
organizzare per il prevalere di forti interessi di
parte". Importante, in questo percorso, pure la
solidarietà dimostrata a Pax in Aqua da altre
associazioni che si occupano di tutela ambientale, tra cui
Italia Nostra, Wwf e Vas.
Riccardo
Petito
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