Le
preoccupazioni espresse a Murano dai cacciatorti vagantivi
a proposito del progetto dei Verdi Ambiente Società di
riutilizzo dell'isola di San Giacomo in Paludo, che
rischierebbe di incrementare il moto ondoso in zone
delicate come le paludi di Cona e della Rosa e
richiederebbe lo scavo del canale della Dossa, hanno
provocato l'immediata replica di Silvanpo
Venier,
della presidenza nazionale dei Vas, e di Giannandrea
Mencini,
presidente della sezione veneziana.
In
premessa, i Vas ricordano che l'isola era abbandonata e in
degrado ed è
stata data loro in concessione dal Demanio proprio per
salvaguardarla,
secondo i limiti indicati in una convenzione dalla
Soprintendenza archeologica del Veneto, che ha vincolato
l'isola. «San Giacomo - scrivono i Vas - si trova lungo
un canale sul quale transita la linea di trasporto
pubblico Venezia - Burano - Treporti ed è perciò
facilmente raggiungibile perfino senza l'uso di mezzi
propri». Anche i Vas, perciò, auspicano l'aumento dei
mezzi pubblici e la diminuzione di quelli privati, taxi e
lancioni da diporto in testa.
Le
dimensioni dell'isola, aggiungono i Vas, ne impediscono
usi "pesanti", rendendo impensabile lo scavo di
nuovi canali, né i Vas hanno mai detto di voler attirare
attività economiche da Cavallino-Treporti dando con ciò
vita a nuovi percorsi acquei. «Queste affermazioni -
scrivono Mencini e Venier - sono lesive per l'associazione».
I
finanziamenti pubblici per il progetto sono gli stessi di
legge speciale cui possono accedere tutti i cittadini, e nell'isola
troverà sede un centro di formazione per il terzo settore
e di educazione ambientale per le scuole.
«L'associazione
- concludono i Vas - ha più volte invitato cittadinanza e
partiti a discutere il progetto di risanamento dell'isola
e di futuro utilizzo», e l'iniziativa è stata resa
pubblica anche attraverso la pubblicazione
dell'opuscolo "LamBiente",
nel quale si possono leggere interventi diversi relativi
al bene in oggetto.
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