Guerriglia in
laguna. E per fortuna senza esiti infausti. Ma poteva andare molto
peggio. Perchè quando ci si mettono di mezzo vongolari abusivi e
Guardia di Finanza, le scintille sono assicurate.
L'altra sera,
giovedì, tre
fuori bordo della Guardia di Finanza,
sezione navale, hanno pattugliato l'area del Tronchetto e, come da
copione, si
sono visti di fronte quaranta-cinquanta barchini di pescatori
abusivi,
alcuni intenti
a pescare addirittura nell'inquinatissimo canale sud di Marghera
e nella barena adiacente il Canale Vittorio Emanuele.
A questo punto i
militari, per evitare lo scontro fisico, hanno puntato un barchino,
con tre persone a bordo, che era fermo nel canale sud di Marghera.
Nonostante fosse stato intimato l'alt il barchino è scattato a
folle velocità ed è cominciato un inseguimento che è continuato
fino a Sacca Sessola, quando l'abusivo, vistosi raggiunto, ha
tentato di speronare il motoscafo dei militari con pericolosissime
manovre e, alla fine, i due mezzi si sono scontrati davvero.
Per pura
coincidenza i mezzi non si sono rovesciati e gli occupanti non
hanno subito danni fisici.
Il mezzo dei militari è stato però pesantemente deformato. Il
conducente del barchino, J.B., 29 anni di Chioggia, è stato così
arrestato
per violenza a nave da guerra
(quella dei militari) secondo l'articolo 1100 del codice della
navigazione e per resistenza a pubblico ufficiale.
Insieme a lui
sono stati denunciati i suoi due compari entrambi chioggiotti,
F.B. 34 anni e G.P. 46 anni, per pesca
in aree precluse
e per danneggiamento
ambientale
visti i gravi danni provocati alla laguna dal devastante sistema
di pesca utilizzato che si chiama "giostra".
Ai chioggiotti sono stati contestati altresì la violazione alle
norme sulla sicurezza della navigazione e l'aver
impiegato una barca da diporto per uso non consentito.
I militari della
guardia di Finanza hanno altresì denunciato altri due chioggiotti,
T.S. 28 anni e F.C. 36 anni, che pescavano su un altro barchino,
per pesca abusiva in zone precluse e per danneggiamento
ambientale. Nel corso dell'operazione sono stati sequestrati 550
chili di molluschi bivalvi di tipo "filippino" che sono
stati gettati subito dopo in acque profonde della laguna in quanto
ancora vivi e vitali, così come previsto dalla legge regionale
che disciplina la pesca.
L'azione
repressiva delle forze dell'ordine serve esclusivamente a tenere
sotto controllo il fenomeno ma non certo a risolvere un problema
gravissimo per quanto riguarda la salvezza della laguna,
pesantemente minacciata da questo sistema invasivo di pesca, e per
quanto riguarda la tutela della salute pubblica che viene invece
messa a repentaglio a causa dell'introduzione nel mercato di vongole
"tossiche", che eludono i trattamenti depurativi e i
controlli sanitari.
V.L.
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