Oggi e domani è
tempo di dimenticare il Mose, le acque alte, i fondali alle bocche
di porto, la palata delle Ceppe, la subsidenza e l'eustatismo, i
fanghi rossi, il moto ondoso, le polemiche tra Costa e
Brunetta.
Oggi e domani il
cronista va in laguna, in compagnia dei suoi concittadini, con il
solo intento di prendere il sole, sentire il vento che profuma di
mare, dondolare sull'onda.
E guardare.
Potrà poi dire,
meglio, dell'altra Venezia, quella che il giorno di ferragosto
assapora il trionfo della favola bella, è felice - e lo sa - al
bacan, "premando e stagando", veleggiando sul vento
"da bon", cantando "Nineta monta in gondola",
guardando le nuvole che pascolano nel cielo, risalendo i canali,
infilando ghebbi nascosti.Curioserà, il cronista, scendendo negli
spazi dell'isola abbandonata ove un gruppo di concittadini ha
imbastito la tavolata, e sta affrontando l'"anara col pien"
e i "sfogi in saor". Ne ascolterà i conversari: "Vegnimo
a dire al merito, siora Felicita e sior Lunardo, cossa diseo dei
tempi de ogi?".
Guarderà, il
cronista, con nostalgia, ricordando giorni lontani, i ragazzi che
si gettano in acque dalla bricole, o dal "pero", appena
a fianco di Sant'Andrea, divenuto spumeggiante trampolino.
Qualcuno nel tuffo ha perso il costume.Oserà domandare a quelli
della barca ancorata appena sul dente del canal dei Treporti, da
cui sporgono quattro canne da orate e mormore, forse cinque,
"se se ciapa", sicuro di sentirsi rispondere:
"tanto sol, benedeto". "Al giro de l'acqua andarà
megio".
E' il paese
natale. Sono stati richiamati - i concittadini - in laguna da
qualcosa che è nei geni. Che non li cambino. Per amor di San
Marco. E' qui che è nata Venezia, fra queste acque che sanno
ridere. Eccome ridono. Al sole di ferragosto. Col sale di quelle
acque Venezia si è comprata i marmi. S'è fatta il salotto. Si è
educata. Si è educata? Ogni tanto, è vero, si inciampa anche in
un'autostrada. Ma, oggi è festa. Speriamo che non si facciano
male.
E' il caso di
guardare, pure, alle dighe. Chi dorme sui massi, chi spera di
catturare "granzi pori". Chi stacca patelle, che non si
mangiano e neppure servono da esca. E' per vedere come son fatte
sotto. Un pescatore è furente perchè ha perso i piombi e gli
hanno rubato i vermi. Ha ragione, com'è possibile rubare i vermi
a uno che pesca!
In laguna sud è
magari assai più quieto. Ci sono larghi spazi silenti,fra Podo ed
il Fisolo. Una topetta è arrivata sino al Barenon. Non c'è
nessuno. E' un luogo per poeti. Il cason di valle è crollato. Non
c'è più neanche la valle. Però si può metter piede a terra. E
curiosare. Dal lontano Cason di Mille Campi giunge profumo di
cefali arrosto. Non si capisce quale spiro l'ha accompagnato sin
qui. In cassa di colmata si son fatti la pagoda, giocano a carte,
fanno il bagno, corrono dietro ai nipotini. Anche qui è Goldoni,
i rusteghi, le barufe ciosote, il campiello.Quelle nubi non
guasteranno la festa? Tutta matta questa estate. Quante volte s'è
asciugata la barca!
Non resta che
fare gli auguri. Felice ferragosto sior Lunardo Crozzola. Felice
ferragosto siora Marcolina. Felice giornata, Lucietta bella.
Felice giornata Filipetto.
Dopodomani
toccherà riparlare di Mose.
Augusto Pulliero
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