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«Così
non si va avanti, abbassiamo i limiti» |
Approvata
a larghissima maggioranza una riduzione del venti per cento
della velocità in laguna. Soddisfatta Pax in Aqua |
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«Adesso
bisogna entrare nei dettagli più tecnici, sostanzialmente
il consiglio comunale ha dato una manifestazione d'intenti,
ma comunque va bene».
Alla fin
fine il presidente di Pax in Aqua, Paolo
Lanapoppi,
ha comunque ragione per essere soddisfatto: il consiglio
comunale, ieri sera, forse non ha votato esattamente quanto
il coordinamento contro il moto ondoso chiedeva, e cioé la
riduzione dei limiti di velocità in laguna a 8 km/h (con
deroghe per l'Actv e per il trasporto merci), ma
ha approvato a larghissima maggioranza l'indicazione che gli
attuali limiti di velocità vanno tagliati del 20 per cento.
In tutta la laguna.
Il massimo
della mediazione che è stata possibile, dopo che l'impianto
originario dell'ordine del giorno licenziato la scorsa
settimana dalla commissione presieduta da Danilo Rosan (Prc)
aveva vacillato, a seguito della mobilitazione della Cgia,
della Lega delle cooperative, dei tassisti, tutti presenti
ieri in aula e intenti da giorni a un pressing
asfissiante.
Ma per la
prima volta ieri erano presenti anche diversi degli
associati di Pax in Aqua, che hanno pure fatto
sentire la loro voce, facendo arrabbiare a un certo punto il
leader di Forza Italia, Renato Brunetta. «Ma non si può
sapere chi sono»? ha chiesto alla presidente, Mara Rumiz.
Alla fine,
sul punto delle velocità Forza Italia è rimasta isolata,
l'unica a votare contro, mentre An, che pure era tra i
proponenti dell'Odg, si è fatta prendere dai timori,
presentando a firma di Raffaele Speranzon un emendamento,
poi bocciato, per eliminare anche il riferimento al 20 per
cento.
Al momento
del voto, due consiglieri di An si sono astenuti (Speranzon
e Pomoni), mentre Paolo Bonafè, pentitosi di essersi
pentito, ha votato a favore con Verdi, Rifondazione, Sdi,
lista Costa, Lega, Ccd-Cdu, Pci, i Ds (astenuto Baratello).
«È pura
demagogia, la copertura raffazzonata dell'incapacità
dell'Amministrazione comunale di coprire i suoi fallimenti»,
ha dichiarato Brunetta a proposito del punto sulle velocità,
mentre l'intero gruppo consiliare ha battuto sul tasto dei
controlli.
«Se sul
fronte del moto ondoso siamo arrivati a un punto di non
ritorno - ha sottolineato Zuin riferendosi alle
dichiarazioni dell'assessore alla Mobilità, Michele Mognato
- cosa hanno fatto negli ultimi sei anni le giunte Cacciari»?
Zuin, dal
canto suo, ha proposto due emendamenti integrativi all'Odg,
poi votati praticamente all'unanimità, per sperimentare in
maniera conclusiva il controllo satellitare (Gps) e per
chiamare le forze dell'ordine a un maggior coordinamento
attraverso una "conferenza per la sicurezza e la
salvaguardia della laguna".
Le ragioni
dell'odg sono state difese a più voci da Rosan («servono
decisioni urgenti e coraggiose»), Paolo Cacciari («È una
questione epocale, non c'è un dopodomani»), Piero Rosa
Salva («Serve una presa di posizione decisa»), Renato
Darsiè («va cambiato l'uso della città fatto finora»),
Beppe Caccia («si esce dagli studi, dalle buone intenzioni,
e si affrontano cose che si possono fare da domani mattina»),
Gigi Gasparini («parliamo di Mose mentre la città si sta
sgretolando»), Sergio Vazzoler («in un ventennio si può
arrivare al rinnovo dell'intera flotta lagunare»), Giorgio
Suppiej («così non si può andare avanti: i limiti di
velocità sicuramente vanno ridotti»).
Silvio Testa
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In
aula il documento che punta a mettere insieme e integrare
ordinanze, provvedimenti e regolamenti in gran parte
disattesi |
Cinque
codicilli per ristabilire la pace in acqua |
L’obiettivo
è quello di riformare la normativa sulla navigazione per
porre fine alla divisione di competenze fra vari enti |
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(Silvio Testa)
Ieri
sera, al voto del consiglio comunale, c'era lo stralcio di
un più complessivo ordine del giorno sul tema del moto
ondoso.
Cinque
articoli che puntano a dare una risposta in chiave
strutturale a una tematica sul tappeto da oltre un
ventennio, e che integrano provvedimenti, ordinanze,
regolamenti già in vigore ma in larga misura disattesi.
La cornice
dovrebbe essere una revisione normativa per superare il
frazionamento dei poteri e delle competenze che finora ha
impedito un'efficace lotta a chi ha scambiato la laguna e i
rii cittadini per la pista di Le Mans.
Anzi
meglio, lo studio di una normativa ad hoc per la navigazione
lagunare che chiaramente non può essere regolamentata
adattando e stiracchiando questo o quell'articolo del codice
della navigazione, pensato per il mare e per le navi.
Il primo
punto
dell'ordine del giorno, approvato anch'esso per stralcio a
luglio, prevedeva proprio questo, ma finora il sindaco,
Paolo Costa, non vi ha dato seguito.
Il punto più
controverso è il
secondo,
proposto da Pax in Aqua (il coordinamento cittadino
contro il moto ondoso) assieme a Italia Nostra e al Wwf
Italia: la riduzione dei limiti di velocità in laguna e in
città. «Si tratta di un provvedimento emergenziale», ha
spiegato il presidente di Pax in Aqua, Paolo
Lanapoppi, ricordando che continuare a chiedere studi e
indagini non può essere il pretesto per non fare nulla, e
che in laguna c'è un tale caos di limiti ammessi che la
stessa Provincia ha impiegato otto mesi per venirne a capo e
disegnare una piantina illustrativa (poi risultata
sbagliata!).
Il terzo
punto
dell'Odg riguarda il potenziamento della sezione
"Canali" della Polizia urbana, da dotarsi «di
personale e mezzi comparabili col servizio viabilità svolto
in Terraferma».
Lì i
vigili sono oltre 70, qui poco più di 20 quando erano quasi
il doppio negli anni Trenta, per fronteggiare il moto ondoso
di qualche peata spinta a remi. Sono da comprare almeno
dieci motoscafi e va studiato un sistema satellitare di
controllo del traffico che le categorie, a parole, dicono di
essere pronte a accettare e che consentirebbe a due vigili,
in una sala operativa, di seguire l'intero parco
imbarcazioni.
Il quarto
punto
riguarda il rilancio del progetto minitaxi, già previsto
dal Piano per il riordino del traffico acqueo votato nel '97
dal consiglio comunale, voluto dall'allora assessore ai
servizi pubblici, Mara Rumiz, ma poi "affondato"
dal successore, Michele Vianello, col pretesto dell'infelice
esito del prototipo "Marco" fatto costruire nel
'98. Come buttare il bambino con l'acqua sporca.
L'altro
giorno, in commissione, l'ing. Paolo Canestrelli, che ha
seguito il progetto ha ricordato come il prototipo sia stato
costruito alterando e modificando il progetto uscito dalla
vasca navale di Trieste, ma Vianello ha di nuovo alzato le
barricate. Minitaxi significa una barca più piccola dei
taxi attuali, in grado di portare 5/6 persone e non le 18 di
adesso, con motorizzazioni ridotte, ridotta formazione
d'onda, ridotti costi di gestione, ridotte tariffe. Dunque,
un vero servizio di taxi acqueo per la città che
costringerebbe i tassisti a cambiare radicalmente
organizzazione del lavoro. Chiaro che lo vedano come il fumo
negli occhi.
L'ultimo
punto,
infine, concerne lo studio di un servizio di "taxi a
remi", ovvero un servizio di trasporto pubblico in
ambito urbano che trasferisca a remi una quota dell'attività
ora svolta a motore. Centinaia di turisti raggiungono in
taxi il centro, o i loro alberghi, da Piazzale Roma o dalla
Stazione, mentreché potrebbero essere serviti più
piacevolmente a remi, a prezzi competitivi e in tempi del
tutto comparabili. Il servizio potrebbe essere svolto dai
gondolieri, oppure da una nuova categoria di operatori, con
decine di nuove opportunità di lavoro per giovani
veneziani.
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