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Le
spiagge e le lagune sepolte sotto il fango Quando, prima di Venezia, erano
mare profondo o palude. I 2500 anni del Lido |
I foraminiferi, molti lettori non sanno neppure che cosa siano. Rossana Serandrei Barbero ha passato con loro, studiandoli, trent'anni della sua vita, selezionando i gusci di quelle creaturine dal fango o dalla sabbia, dove erano vissute e morte. La studiosa ne ha scrutato, al microscopio, le fattezze armoniose, decifrandone le abitudini di vita e potendo, così, ricostruire le forme antiche della laguna."A grandi linee- vuole precisare - "a grandi linee".
Rossana Serandrei Barbero è geologa, membro del Comitato glaciologo italiano, ricercatore dell' Istituto grandi masse-Cnr, costituito trent'anni fa, quando, trascorsi appena quattro anni dalla famosa "aqua granda" del '66, ci si domandava se quell'alluvione era stata un iroso, quanto occasionale evento meteorologico o se la sua irruenza, non denunciasse qualche malanno di cui la laguna, già, per suo conto, soffrisse. La Barbero fa parte, dunque, del gruppo originario di studiosi - quello di Roberto Frassetto - chiamati dallo Stato ad indagare, diagnosticare e pronosticare.
"Trent'anni fa si conosceva ben poco della laguna. Di quando è nata, di come la natura qui si comportasse. Non che oggi si sappia tutto. Che molti particolari, però, ora, siano noti, questo lo si può senz'altro dire"
Per merito dei foraminiferi?
"Direi soprattutto per merito dei foraminiferi, se questo non significasse una sottovalutazione del prezioso lavoro di altri miei colleghi".
Citiamo allora alcune di queste rivelazioni scientifiche dovute a quelle minuscole creaturine.
"Ci hanno detto, intanto, che la laguna è nata cinquemila anni fa (margine di errore cento anni) e che quella paleolaguna corre mediamente sei metri sotto l'attuale".
E la laguna di tremila anni fa dove sta?
"Quella si distende dai tre ai quattro metri sotto l'odierna."
Quella del VI secolo, quando Venezia stava per nascere?
"E' sepolta un metro sotto".
E poi? che hanno detto i foraminiferi?
"Una quantità di altre cose. Ad esempio che dai 4500 ai 3000 anni or sono la linea di costa era alquanto più interna rispetto all'attuale: il Lido e Pellestrina la natura non li aveva ancora creati e l'Adriatico aveva posto quel paleolitorale fra i sette ed i dieci chilometri più all'interno, verso la terraferma. Lo abbiamo trovato - in prosecuzione di certi antichi apparati di foce del Po - sull'allineamento Petta di Bo, ruderi del cason di Valgrande e, oltre il canale dei petroli, gli ottagoni, Poveglia. La linea di gronda non era, invece, molto diversa dall'attuale. I fiumi Piave e Brenta hanno creato Lido e Pellestrina più recentemente, 2500 anni fa. La linea di costa della laguna superiore è più arretrata, anche se in misura minore.
Sondaggi sui fondali lagunari ne sono stati compiuti a centinaia. I foraminiferi hanno chiarito anche dove, in una certa epoca, c'era mare profondo, dove palude, dove un percorso occupato da fiumi (fossero il Medoacus maior o il minor). Integrando i dati sui foraminiferi con indagini di altro tipo, estese sia in superficie che in profondità, è stato possibile capire la compattibilità dei sedimenti e, quindi, i ritmi dello sprofondamento di Venezia, i meccanismi di formazione delle barene, quelle di canale lagunare ovvero - come è stato indicato anche negli studi di Vito Favaro - quelle di delta di marea, cioè barene nate non dal contribuito dei fiumi, ma dai sedimenti provenienti dal mare attraverso le bocche di porto.
È stato anche possibile confermare dati forniti dalle fonti storiche, ovvero dai ritrovamenti archeologici. Alla luce della sequenza cronologica e delle associazioni di foraminiferi rilevate dai campioni estratti sotto l'apparato barenoso dello Scanello in laguna nord, abbiamo potuto, ad esempio, confermare che da cinquemila anni a questa parte l'andamento del livello marino continua ad essere crescente ma con intercalate fasi regressive. Fasi riconducibili ad un periodo che sta circa tra i 3000 ed i 1000 anni fa, periodo a cui corrisponde un clima più freddo dell'attuale. La vita dei foraminiferi non è condizionata dalla natura dei sedimenti bensì dalle caratteristiche fisiche e chimiche delle acque in cui questi protozoi vivono. E' stato, pertanto, possibile capire anche le zone in cui il materiale di scarico industriale di Marghera era inerte e dove, invece, aveva creato situazioni di stress. I segni di queste crisi ambientali li troviamo pure nei sedimenti in mare fuori dalle bocche di porto di Malamocco. E' da dire a questo proposito che, in uscita, la laguna risulta trasportare essenzialmente materiale organico mentre dal mare riceve sedimenti i quali, superate le bocche di porto, si diramano verso l'interno.Sarebbe tutta da verificare l'ipotesi che la laguna sia in forte fase erosiva dall'interno all'esterno".
Ci sono storici che, avendo studiato certo materiale archelogico e le fonti letterarie latine e greche, intravvedono una laguna, duemila anni fa, tutta terraferma. Altri, invece, che dallo stesso materiale deducono una laguna coperta di grandi estensioni equoree. Gli studi eseguiti in questi trent'anni consentono la stesura di carte della laguna che, con sufficiente evidenza scientifica, ne determinino l'evoluzione quantomeno nei tempi storici?
"Dubito che sarà mai possibile. La forma della laguna anche in epoca storica è stata legata a plurime variazioni climatiche, a volte brusche, determinate sia da variazioni del livello del mare sia da esondazioni dei fiumi, tali comunque da implicare differenziazioni interne di varia estensione e temporalità. Sarebbero necessarie indagini estesissime oltre a tutto non molto utili ai fini previsionali".
La storia della laguna resterà allora ancora per molto tempo oggetto di contrastanti passioni.
"O sì, certamente - conclude la geologa - Resta ancora molto spazio per le distinzioni e gli approfondimenti. Perchè, se attraverso i foraminiferi siamo ormai in grado di riconoscere con certezza i cambiamenti che si sono verificati in laguna, sappiamo ancora troppo poco, ai fini di una previsione, sulle cause che li hanno prodotti".
Augusto Pulliero
PROTAGONISTI AL CNR |
I foraminiferi raccontano |
I foraminiferi sono protozoi. Il loro nome deriva dal latino foraminis e fero, cioè, portatori di fori. Hanno un forte guscio, formato generalmente da carbonato di calcio. Sono minutissimi, di forme fantasiose e così numerosi da costituire larga parte dei sedimenti. I fondali lagunari possono essere anche considerati una immensa necropoli di queste creaturine.
Ogni campione di una data associazione di foraminiferi, può essere considerato pertinente ad un certo ambiente. Ci sono foraminiferi che sono in grado di vivere soltanto in acque marine di una data profondità e temperatura, altri che sopportano acque a bassa salinità.
Sono stati protagonisti nelle ricerche petrolifere.
Qui a Venezia è la prima volta che sono stati usati per ricerche paleoambientali di grande dettaglio perchè i sedimenti deposti nel corso del tempo si comportano come un archivio naturale che rende possibile il confronto fra la situazione attuale e quella verificatasi all'epoca di sua formazione. Si sapeva che sotto l'attuale fondale lagunare c'erano sedimenti continentali o litorali sepolti ma non si aveva la sicurezza che appartenessero a un particolare ambiente. Solo i foraminiferi sono stati in grado di dare risposte certe. La fauna a foraminiferi della laguna di Venezia è costituita essenzialmente dalla associazione di Ammonia, Nonion, Elphidium i cui gusci non superano il decimo di millimetro.
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