Campagna Lupia
Valle Averto
brucia ancora.
Ieri pomeriggio i
vigili del fuoco di Mira sono di nuovo intervenuti per spegnere le
fiamme nell'oasi naturale del Wwf.
Quattro ore è
durato l'intervento delle squadre di pompieri allertati da alcune
chiamate di cittadini che avevano visto di nuovo le fiamme alzarsi
nell'oasi.
Erano da poco
passate le 16 quando la prima squadra è subito partita, a
distanza di tre giorni dall'incendio che aveva quasi devastato la
riserva naturale, per sedare le fiamme che si stavano sviluppando
tra le sterpaglie secche dell'oasi.
Un intervento
quello dei vigili sicuramente decisivo, anche se ancora una volta
si teme che dietro alle fiamme ci sia la mano di un
piromane.
Il gran caldo ha poi fatto il resto. Venerdì scorso dopo il
sopralluogo dei carabinieri era subito caduta la tesi
dell'incendio casuale: ad appiccare il fuoco era stata la mano di
un uomo.
A provarlo, il ritrovamento di una torcia, con avvolti dei panni
imbevuti di liquido infiammabile, ai piedi di una delle quattro
torrette per l'osservazione degli uccelli andate in fiamme il
giorno prima. Una prova consegnata nelle mani dei carabinieri di
Campagna Lupia, che stanno conducendo le indagini nel massimo
riserbo.
L'Oasi di Valle
Averto, situata ai margini della laguna di Venezia, è uno delle
riserve più grandi della zona e si estende per 500 ettari tra
Mestre e Chioggia. Il Wwf nei primi anni di gestione aveva
reintrodotto la flora tipica del bosco "igrofilo",
ripopolato le acque con pesci di ogni tipo, a seconda della
variazione di salinità e soprattutto aveva fatto diventare Valle
Averto una delle zone più interessanti per l'osservazione degli
uccelli migratori acquatici.
|