Laura Carbognin
studia la subsidenza da trent'anni. E' dal tempo in cui è stato
istituito a Venezia l'Istituto grandi masse del Cnr che indaga
sulla complessità del processo di sprofondamento della laguna,
con quello che ci sta sopra: Rialto, San Marco, Burano, Cavallino,
Chioggia. E le barene.
Già nel 1980 ha
detto: "Sono andati perduti ventidue centimetri e mezzo di
franco altimetrico". Arrotondando: 23. Ora, dappertutto, si
ripete "Venezia è sprofondata ventitrè centimetri"...
Ci sarà stato
qualcuno che di sprofondamento, in generale, ha parlato prima di
allora?
"Si certo:
Salgari".
Salgari?"Salgari.
In modo scherzoso le dico che ne "La regina dei Caraibi"
Salgari ha parlato, anche con qualche attendibilità, del
bradisismo veneto polesano. Il concetto di bradisismo era noto da
tempo. Fra gli appartenenti al mondo scientifico naturalmente sono
da ricordare Pietro Leonardi, geologo veneziano, Joseph Poland,
americano, interpellato dall'Unesco, e, in ambito Cnr, Paolo
Gatto, personalità di grande eclettismo scientifico nonchè
Giuseppe Mozzi, colleghi questi dell'Istituto grandi masse cui
appartengo. Anche altri l'han detto".
Così si esprime
Laura Carbognin, ricercatrice del Cnr, da vent'anni membro
italiano del "Gruppo Unesco studi subsidenza nel mondo",
persona cui, ormai, si fa riferimento quasi esclusivo in fatto di
subsidenza e pure di eustatismo, almeno quello dei pressi di casa
nostra.
Dello
sprofondamento del territorio lagunare, con quanto ci sta sopra,
andiamo riferendo ormai da diversi anni. E' possibile ritenere che
tale termine non sia più troppo misterioso. Nè troppo occulte le
conseguenze della perdita di 23 centimetri sui livelli lagunari.
Non sono, peraltro, di perduta memoria le esternazioni di chi ha
ritenuto che l'individuazione nella subsidenza di tutti i mali di
casa nostra avesse lo scopo di nascondere le responsabilità, nel
dissesto lagunare, del canale dei petroli e dell'approfondimento
delle bocche di porto. Torniamo, dunque, sull'argomento, "in
diretta" con Laura Carbognin.
Quando a Venezia
si è incominciato a dubitare che fosse in corso un processo di
sprofondamento della laguna e, quindi, anche della città? Al
tempo della Repubblica di San Marco non pare albergassero dubbi
del genere.
"Direi che
il vero allarme risale agli anni Sessanta quando ci si chiese
perchè le acque alte si verificavano con frequenza sempre
maggiore. La consapevolezza scientifica della possibilità di un
abbassamento naturale del suolo, come detto, esisteva da tempo. Si
sapeva altresì che il livello del mare non è stazionario dopo
che le grandi glaciazioni e deglaciazioni avevano prodotto in
epoche geologiche e protostoriche differenze di molte decine, di
centinaia di metri. Infine dalle conoscenze e dalla casistica
mondiale erano note le conseguenze che, in presenza di certi
suoli, possono provocare le estrazioni intensive di acque
sotterranee, come allora si stava effettuando a Marghera".
Voi avete
determinato la perdita del franco altimetrico dei nuclei urbani
lagunari dall'inizio del Novecento in 23 centimetri, distinguendo:
2,8 per subsidenza naturale; 11 a causa dell' estrazione di acqua
dal sottosuolo (di Marghera); 9 per eustatismo, cioè, per aumento
del livello del mare. Appare particolarmente misterioso il modo
con il quale siete arrivati a determinare in 0,4 mm il tasso annuo
recente di subsidenza naturale ed in 1,3 quello medio di
sprofondamento del territorio nel periodo evolutivo della laguna
prima dell'intervento dell'uomo. Un tasso che, in duemila anni,
comporta uno sprofondamento pari a due metri e sessanta, in
diecimila a 13 metri, in tempi geologici a qualche
centinaio."E' da ricordare innanzitutto che sono stati
terebrati pozzi esplorativi: il più importante, per le risposte
che ha fornito, denominato Venezia 1 Cnr, essendo sceso sino alla
profondità di 950 metri laddove si pone il confine fra
Quaternario e Pliocene, un paio di milioni di anni fa. Le carote
in continuo che sono state estratte hanno consentito ai geologi la
conoscenza metro per metro delle caratteristiche del sottosuolo,
dal punto di vista sedimentologico, granulometrico, petrofisico.
In esse è scritta una storia lunga, come detto, un paio di
milioni di anni, quando qui sotto è stato mare, quando palude,
quando laguna, quando continente, piante, alberi, e quando ancora
laguna; quanto, infine, era il tempo intercorso fra l'inizio e il
termine del formarsi di ognuno di questi orizzonti. Una volta
conosciute queste caratteristiche, la misura, mediata, della
subsidenza è stata fatta attraverso il calcolo dell'età degli
strati, del loro spessore, della profondità, rapportati al tasso
di compattazione che la scienza ben conosce".A certezze del
genere dovrebbe aver condotto anche la localizzazione dei reperti
archeologici in laguna, di epoca romana e preromana che si trovano
a un metro e mezzo o due sotto l'attuale livello.
"Direi in
modo parziale e solo per i tempi storici. In laguna è possibile
trovare reperti della stessa epoca a profondità diverse.
Risentono di situazioni locali differenziate, se vicino passava un
fiume o un canale, se i sedimenti immediatamente sottostanti erano
in grado di sopportare i carichi. Forniscono indicazioni
interessanti di carattere storico ma non incontrovertibili.
Riscontrare la presenza di pavimentazioni romane molto al di sotto
dell'attuale livello della laguna è certamente interessante. Ma
non ha nulla a che fare con le investigazioni ed i calcoli
necessari per una precisa determinazione dei tassi di subsidenza
geologica".
E quella
antropica, causata, cioè, dagli uomini di Marghera, che hanno
commesso un reato di cui nessuno mai potrà risarcire la città?
"La sua
valutazione e la sua misurazione sono state piuttosto semplici.
Grazie alla precisione delle informazioni derivanti dall'esame
delle carote del Venezia 1 è stato possibile mettere a punto un
modello matematico a mezzo del quale operare sulla base di
precise, semplici leggi fisiche traducibili come "se si
tolgono pressioni idrostatiche dal sottosuolo quello che vi sta
sopra si abbassa". E' sulla base di questi studi che si è
arrivati alla chiusura dei pozzi estrattivi di Marghera, così la
situazione altimetrica è decisamente migliorata".Andiamo
ancora giù?
"Poco,
poco".Ed il mare va su?.
"Continua a
crescere ma con tassi variabili".
Marghera è
stabile?
"Si".
Chi scende
ancora?
"Cavallino,
Treporti, le barene della laguna nord e quelle della laguna
sud".
Augusto Pulliero
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