Chiedere è
lecito, rispondere è cortesia. Il proverbio si adatta
perfettamente alla terza lettera che il presidente di Pax in Aqua,
Paolo Lanapoppi, ha scritto al presidente del Magistrato alle
acque, Patrizio Cuccioletta, chiedendogli un incontro per
discutere dei problemi del moto ondoso, dopo che due analoghe
richieste non hanno avuto neppure risposta.
«Da una parte -
scrive Lanapoppi - l'istituzione da lei presieduta risulta essere
la sola competente per la grande maggioranza delle acque lagunari,
includendo tra i suoi poteri l'imposizione di regole per il
traffico acqueo. Dall'altra, Pax in Aqua rappresenta diciannove
società remiere e veliche veneziane per un totale di cinquemila
iscritti, tutti utenti e conoscitori della laguna».
Da un lato, Pax
in Aqua vorrebbe conoscere le valutazioni del Magistrato alle
acque, spiega Lanapoppi, sulla grave emergenza del moto ondoso,
dall'altra spera che la sua testimonianza e i materiali raccolti
possano essere di valido aiuto per lo stesso Magistrato.
Lanapoppi ricorda
che Pax in Aqua ha avuto rapporti con tutte le istituzioni, dal
Comune alla Provincia, dalla Capitaneria di porto alla
Soprintendenza. «Solo il Magistrato alle Acque - sottolinea -
rifiuta di ascoltarci», mentre Pax in Aqua vorrebbe capire se la
mancanza di azioni di controllo, l'abbandono quasi totale della
laguna allo scempio del traffico a motore derivi da una
sottovalutazione del fenomeno o da una mancanza di uomini e mezzi.
«Se è così - ricorda Lanapoppi -, Pax in Aqua può contribuire
ad esercitare pressioni presso il ministero affinché i fondi
necessari siano allocati».
Pax in Aqua teme
che arginare il moto ondoso non sia tra le priorità del
Magistrato alle acque:, ed elenca le nessune iniziative, ordinanze
introvabili, segnaletica inesistente, controlli non esercitati. «Tra
una politica di prevenzione - conclude Lanapoppi - poco costosa e
di alta civiltà, e una di riparazione dei danni, il Magistrato è
sempre parso scegliere la seconda».
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