Motori sempre più
potenti, barche sempre più veloci. «È una questione di
sicurezza», affermano in coro tassisti e trasportatori, che hanno
fatto letteralmente di tutto, tra ricorsi al Tar e pressioni
politiche, per impedire che diventassero operativi quegli articoli
del regolamento comunale sul trasporto pubblico non di linea che
cercavano di introdurre limiti alle motorizzazioni: 100 cavalli
per i taxi, 150 per i Gran turismo.
Per i topi,
invece, si diceva che «entro un anno dalla data del presente
regolamento il Comune determinerà le potenze dei motori al fine
di... transitare in condizioni di massima sicurezza in presenza di
avversità meteo-marine nella laguna». Neanche fosse l'Oceano
indiano. Era il 1996!
Curioso
ragionamento, comunque, perché la cronaca dimostra esattamente il
contrario: e cioé che finché le potenze dei motori erano
ridotte, finché per paradosso si navigava a remi, la sicurezza
era garantita, ma che invece da quando la motorizzazione ha
cominciato a crescere, gli incidenti sono cominciati a fioccare.
Mortali! Negli ultimi 20 anni i morti in laguna sono stati 30: un
dato sconvolgente per un catino d'acqua.Si tratta di uno
stillicidio in crescita esponenziale: tralasciamo i lontani anni
'80, che sembrano già preistoria, e limitiamoci agli anni '90.
Due i morti nel '91, tre nel '92, nessuno nel '93, quattro nel
1994, due nel '95, tre nel 1996, due nel 1997. Il 1998 è stato
l'anno più tragico, con sette morti, per fortuna
"compensato" dal 1999, che non ha registrato
vittime.Incidenti però sì, e anche molti, che solo la fortuna e
il caso hanno voluto che non producessero il consueto strascico di
lutti, di recriminazioni, di vuote promesse da parte delle autorità.
Speriamo che anche questo 2000 sia fortunato come quello che l'ha
preceduto!
I tanti incidenti
hanno ovviamente dinamiche diverse, ma quasi tutti un denominatore
comune: la velocità. Scontri tra barche, barche contro bricole,
barche contro le spallette e gli architravi dei ponti, barche che
si rovesciano sulle secche: queste le descrizioni più comuni
degli incidenti, che probabilmente non avrebbero avuto risultati
luttuosi se tra gli ingredienti di disattenzione, imperizia,
superficialità, troppa sicurezza, non ci fosse stata anche
l'eccessiva velocità.
Complici degli
incidenti sono spesso state la notte, la nebbia, la scarsa
visibilità, condizioni che inviterebbero alla prudenza, ma che
invece vedono i motonauti andare comunque a tutta manetta. Chi per
abitudine, come i tassisti, chi per "necessità" come i
capparozzolanti, che hanno pagato un alto tributo di sangue
(quattro i loro morti) sull'altare delle vongole e del denaro
facile.
Nel bailamme dei
limiti, un dato risulta chiaro da una piantina edita dalla
Provincia: in laguna, la massima velocità ammissibile è di 20
chilometri all'ora: molto meno di un uomo che corra a piedi! Se
chi deve far rispettare le regole, dopo averle introdotte, lo
facesse, quanti lutti ci saremmo risparmiati?
Silvio Testa
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