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Giovedì, 22 Giugno 2000
 
«Il Comitatone abbassi i limiti di velocità»
Pax in Aqua si appella al massimo organo per la salvaguardia di Venezia e della laguna perchè approvi una delibera contro il moto ondoso
Un unico limite di velocità in tutta la laguna. Un limite di soli 8 chilometri all'ora per tutte le imbarcazioni, con la sola eccezione dei mezzi Actv in servizio pubblico di linea, i quali potrebbero toccare gli 11 chilometri all'ora (6 nodi), scendendo però a 7 in zone particolarmente delicate.

È la richiesta che Pax in Aqua, con l'appoggio degli organismi direttivi nazionali di Italia Nostra, del Wwf, dei Vas (Verdi ambiente società) e del Comitato veneziano Certosa Sant'Andrea, ha presentato in forma di delibera di modifica e di unificazione delle norme vigenti a tutti i membri che partecipano in forma istituzionale al Comitatone, per porre fine al bailamme delle competenze e delle norme che "vigono" in laguna.

Tale delibera dovrebbe venire assunta nella prossima riunione dell'organismo interministeriale, presieduto dal presidente del Consiglio dei ministri, che coordina e indirizza la salvaguardia di Venezia.

La delibera prevede altresì che in tutti i rii e i canali interni di Venezia, nell'Osellino e nel Dese e in tutte le aree più vulnerabili della laguna, il limite di velocità venga fissato in 5 chilometri all'ora. Per le navi in entrata e in uscita dal porto, invece, verrebbe confermata la velocità di 6 nodi, disposta dal Regolamento del servizio marittimo fin dal 1939.

La delibera poi dispone che tutte le autorità competenti sul traffico lagunare emettano entro 60 giorni le relative ordinanze, affiggendo lungo ogni percorso le segnalazioni coi limiti di velocità e organizzando un sistema integrato di controlli, con «l'imposizione di sanzioni unificate, certe e di rilievo per i trasgressori».

Il testo del provvedimento è già stato inviato anche al sindaco, Paolo Costa, alla presidente del consiglio comunale, Mara Rumiz, a tutti i capigruppo del consiglio comunale, con l'intento che i suoi contenuti vengano discussi nella prima seduta utile e, se approvati, appoggiati con un ordine del giorno che dia mandato al sindaco di sostenerli in Comitatone.«Data la molteplicità delle competenze sul traffico lagunare - spiega nella sua nota il presidente di Pax in Aqua, Paolo Lanapoppi - il Comitatone è stato individuato come l'autorità che può impegnare i vari enti ad emettere ordinanze capaci di unificare almeno in parte gli sforzi di tutti». Il problema del traffico acqueo, rileva Lanapoppi, ha sicuramente molti aspetti, «ma nell'impossibilità di deliberare rapidamente e in modo efficiente su tutti, è stato puntualizzato quello più urgente: limiti di velocità e relativi controlli».

Nelle premesse alla delibera, Pax in Aqua, assieme a Italia Nostra, Wwf, Vas, Comitato Certosa, sottolinea l'aumento esponenziale del traffico a motore negli ultimi decenni, il rischio di crolli e indebolimenti statici cui vengono esposti rive, case e palazzi, l'impossibilità e il pericolo di circolazione per le imbarcazioni minori, o per quelle a remi e a vela. «Sopralzi di fondali - scrivono ancora le associazioni - difese e ricostruzioni di barene, marginamenti di isole, rifacimenti di rive, riparazioni di danni a edifici, gravano sul bilancio dello Stato italiano per centinaia di miliardi all'anno, mentre l'azione e la spesa devono puntare a evitare i guasti all'origine».

A sostegno della proposta è già intervenuto con un'interrogazione al presidente del Consiglio e ai ministri dell'Ambiente, dei Lavori pubblici, dei Trasporti e della navigazione, anche il senatore veneziano Giorgio Sarto (Verdi).«L'attuazione della proposta di Pax in Aqua - ha scritto Sarto - costituirebbe un atto utile e necessario per la salvaguardia ambientale e per la buona amministrazione delle risorse per Venezia, in quanto la spesa richiesta sarebbe di gran lunga minore delle decine di miliardi spese per riparare ai danni provocati dal moto ondoso stesso». Oltretutto, aggiunge Sarto, con interventi incompatibili coi caratteri dell'ambiente e della tradizione, come nel caso di Torcello.

Silvio Testa

 

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