Pax in Aqua e le
società remiere, veliche e di canottaggio aderenti al
coordinamento contro il moto ondoso chiedono a gran voce un unico
limite di velocità in tutta la laguna. «Tutt'al più due -
precisa Massimo Gin, presidente dell'Associazione vela al terzo -:
un limite per i trasporti di pubblica utilità, un secondo per
tutti gli altri».
La richiesta è
partita ieri, in occasione della consegna simbolica a Pax in Aqua
da parte della Provincia della nuova piantina plastificata della
laguna, che riporta canale per canale i vigenti limiti di velocità.
Piantina già
data col Gazzettino ai lettori di Venezia e delle isole, e che ora
la Provincia distribuirà anche a Cavallino e Chioggia.Un'iniziativa
sollecitata in modo quasi polemico dalla stessa Pax in Aqua, e
accolta invece con finalità educative dalla Provincia.
«La prima cosa
che ci è saltata agli occhi - ha spiegato il presidente della
Provincia, Luigino Busatto - è la non conoscenza delle norme:
nessun ufficio dà la patente del rispetto, e dunque serve un
lavoro continuo di conoscenza, per educare al rispetto di un
ambiente delicato».Pronta la sottolineatura di Paolo Lanapoppi,
presidente di Pax in Aqua. «La piantina, con cinque limiti di
velocità che si intrecciano - ha replicato - dimostra che qui c'è
un caos totale: com'è possibile che una zona preziosa sia oggetto
di regole frammentarie e che nessuno sa trovare»?
Dunque, caos di
competenze, caos di regole, caos di norme e limiti. La laguna è
un crivello, ma la Provincia, alla quale i decreti Burlando hanno
affidato il compito di coordinare la navigazione, rilancia. «Ai
primi di luglio - ha annunciato l'assessore alla Mobilità e al
Traffico, Ugo Campaner - convocherò il tavolo di coordinamento
unitario, per fare il punto sulla situazione».
Come rilancia? Eh
sì, perché se un anno fa la Provincia ha concluso il suo lavoro,
dopo un certosino lavoro di cuci e scuci con tutti gli enti
interessati, producendo un nuovo regolamento, a un anno di
distanza la gran parte delle sue norme, e soprattutto quelle più
qualificanti, sono rimaste lettera morta.Ricorsi al Tar degli
operatori, resistenze degli enti che pure hanno collaborato alla
stesura del regolamento lo tengono a bagnomaria.
L'Ispettorato al
porto, ad esempio, che aveva la competenza per contrassegnare con
targhe identificative tutti i natanti circolanti in laguna, non vi
ha ancora provveduto. «Ho scritto - ha denunciato Campaner - ho
sollecitato, ma non ho avuto risposta».
Peccato, ha
aggiunto l'assessore, perché alcune norme del regolamento
potrebbero risolvere molti dei problemi sul tappeto in questi
giorni, come i vaporetti-lumaca dell'Actv, che in alcuni casi
potrebbe essere autorizzata a derogare ai limiti di velocità, o
l'accessibilità a Torcello. «Il Comune - ha spiegato Campaner -
potrebbe ricavare risorse dando in concessione gli approdi agli
operatori per fasce orarie».
Contro il moto
ondoso, hanno un po' polemizzato le società presenti, non ci si
può affidare all'educazione. «Se aspettiamo i risultati Venezia
crolla», ha sostenuto Corrado Scrascia (Compagnia della vela). «Perché
date a noi la piantina? Vanno sensibilizzati i motoscafisti», ha
aggiunto Nicola Calella (Canottieri Cannaregio).
«Il punto vero -
ha replicato Busatto - è che lo Stato deve individuare un
soggetto unico per le acque lagunari. Distinguere chi fa che cosa
e dotarlo di mezzi sufficienti». Nessuno l'ha negato, «ma - ha
sostenuto Paolo Filippini (Canottieri Diadora) - che non sia un
alibi: intanto bisogna fare subito quel che si può».Potenziare i
controlli, barche delle autorità in acqua, ha esemplificato
Lanapoppi. «Dobbiamo chiamare Pavarotti che lo canti - ha chiesto
-? Perché la Provincia non lo pretende a gran voce? Perché il
sindaco di Venezia non si mette a capo dei cittadini che vogliono
una crociata»?
Misure eccessive
delle barche da trasporto merci, controllo dei lancioni Gran
Turismo, taxi acquei che da soli costituiscono la metà del
traffico: su questi temi Campaner s'è impegnato a chiedere «strategie
integrate» all'annunciato tavolo di concertazione. «Lo slogan
deve essere ridurre il traffico a motore», ha concluso per tutti
l'avvocato Lanfranco Caniato.
Silvio Testa
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