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Giovedì, 15 Giugno 2000
 
In laguna serve un'autorità di controllo unica
Il presidente Luigino Busatto ha denunciato la frammentazione dei poteri e delle regole e chiede un intervento decisivo del Governo
 

Pax in Aqua e le società remiere, veliche e di canottaggio aderenti al coordinamento contro il moto ondoso chiedono a gran voce un unico limite di velocità in tutta la laguna. «Tutt'al più due - precisa Massimo Gin, presidente dell'Associazione vela al terzo -: un limite per i trasporti di pubblica utilità, un secondo per tutti gli altri».

La richiesta è partita ieri, in occasione della consegna simbolica a Pax in Aqua da parte della Provincia della nuova piantina plastificata della laguna, che riporta canale per canale i vigenti limiti di velocità. 

Piantina già data col Gazzettino ai lettori di Venezia e delle isole, e che ora la Provincia distribuirà anche a Cavallino e Chioggia.Un'iniziativa sollecitata in modo quasi polemico dalla stessa Pax in Aqua, e accolta invece con finalità educative dalla Provincia. 

«La prima cosa che ci è saltata agli occhi - ha spiegato il presidente della Provincia, Luigino Busatto - è la non conoscenza delle norme: nessun ufficio dà la patente del rispetto, e dunque serve un lavoro continuo di conoscenza, per educare al rispetto di un ambiente delicato».Pronta la sottolineatura di Paolo Lanapoppi, presidente di Pax in Aqua. «La piantina, con cinque limiti di velocità che si intrecciano - ha replicato - dimostra che qui c'è un caos totale: com'è possibile che una zona preziosa sia oggetto di regole frammentarie e che nessuno sa trovare»?

Dunque, caos di competenze, caos di regole, caos di norme e limiti. La laguna è un crivello, ma la Provincia, alla quale i decreti Burlando hanno affidato il compito di coordinare la navigazione, rilancia. «Ai primi di luglio - ha annunciato l'assessore alla Mobilità e al Traffico, Ugo Campaner - convocherò il tavolo di coordinamento unitario, per fare il punto sulla situazione».

Come rilancia? Eh sì, perché se un anno fa la Provincia ha concluso il suo lavoro, dopo un certosino lavoro di cuci e scuci con tutti gli enti interessati, producendo un nuovo regolamento, a un anno di distanza la gran parte delle sue norme, e soprattutto quelle più qualificanti, sono rimaste lettera morta.Ricorsi al Tar degli operatori, resistenze degli enti che pure hanno collaborato alla stesura del regolamento lo tengono a bagnomaria. 

L'Ispettorato al porto, ad esempio, che aveva la competenza per contrassegnare con targhe identificative tutti i natanti circolanti in laguna, non vi ha ancora provveduto. «Ho scritto - ha denunciato Campaner - ho sollecitato, ma non ho avuto risposta».

Peccato, ha aggiunto l'assessore, perché alcune norme del regolamento potrebbero risolvere molti dei problemi sul tappeto in questi giorni, come i vaporetti-lumaca dell'Actv, che in alcuni casi potrebbe essere autorizzata a derogare ai limiti di velocità, o l'accessibilità a Torcello. «Il Comune - ha spiegato Campaner - potrebbe ricavare risorse dando in concessione gli approdi agli operatori per fasce orarie».

Contro il moto ondoso, hanno un po' polemizzato le società presenti, non ci si può affidare all'educazione. «Se aspettiamo i risultati Venezia crolla», ha sostenuto Corrado Scrascia (Compagnia della vela). «Perché date a noi la piantina? Vanno sensibilizzati i motoscafisti», ha aggiunto Nicola Calella (Canottieri Cannaregio).

«Il punto vero - ha replicato Busatto - è che lo Stato deve individuare un soggetto unico per le acque lagunari. Distinguere chi fa che cosa e dotarlo di mezzi sufficienti». Nessuno l'ha negato, «ma - ha sostenuto Paolo Filippini (Canottieri Diadora) - che non sia un alibi: intanto bisogna fare subito quel che si può».Potenziare i controlli, barche delle autorità in acqua, ha esemplificato Lanapoppi. «Dobbiamo chiamare Pavarotti che lo canti - ha chiesto -? Perché la Provincia non lo pretende a gran voce? Perché il sindaco di Venezia non si mette a capo dei cittadini che vogliono una crociata»?

Misure eccessive delle barche da trasporto merci, controllo dei lancioni Gran Turismo, taxi acquei che da soli costituiscono la metà del traffico: su questi temi Campaner s'è impegnato a chiedere «strategie integrate» all'annunciato tavolo di concertazione. «Lo slogan deve essere ridurre il traffico a motore», ha concluso per tutti l'avvocato Lanfranco Caniato.

Silvio Testa

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