CIRCOLO VELICO CASANOVA |
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Martedì, 11 Giugno 2000 |
ABBIAMO PERSO LA PAZIENZA |
di VITTORIO PIEROBON |
Venezia violentata. Non
facciamo finta di nulla: il moto ondoso sta uccidendo la città. Sotto
gli occhi di tutti. Con la connivenza di chi deve far rispettare la
legge.
Con la complicità di chi amministra e non ha il coraggio di assumere decisioni forti, impopolari, che vadano a toccare interessi di parte. Che possono costare voti pesanti. Il caso Torcello non è nulla in confronto al caso Canal Grande. Se per l'isola di Attila (i barbari del duemila sono peggiori degli Unni) lo scandalo sta negli interventi "eccessivi" a difesa delle sponde, per il Canalazzo lo scandalo sta nell'ignavia, nell'indifferenza. Nel silenzio. Nell'ipocrisia. Improvvisamente si scoprono i lavori di Torcello (avviati da mesi e "approvati" anche da molti di coloro che oggi si stracciano le vesti) e nessuno si preoccupa del Canal Grande! E' questo il vero fronte. Il nemico è già nel cuore della città. In tutti i rii. Una lenta opera di erosione dei palazzi, un'onda lunga che si insinua nelle pietre e scava ferite sempre più profonde. Ogni imbarcazione a motore che passa crea moto ondoso che va a infrangersi contro le millenarie pietre. Il traffico è in costante aumento, raddoppiato in pochi anni. Più che un canale è un'autostrada, dove non si rispettano i limiti di velocità, dove non si fanno rispettare i limiti. Abbiamo perso la pazienza. Sentiamo di poter parlare a nome della stragrande maggioranza dei veneziani: basta! La città non può lasciarsi assassinare senza reagire. Il Canal Grande deve essere lasciato a gondole, vaporetti e trasporti essenziali. Fuori i motoscafi blu che portano avanti indietro politici, vip e riccastri. Via i megataxi, i turisti possono arrivare in albergo in gondola. E' questa la nostra crociata. Chiediamo il sostegno dei lettori. Liberiamo il Canal Grande dai predoni. Non è un fatto personale contro qualche categoria, è un disperato, tardivo, tentativo di fare qualcosa. Un Sos che lancia il Gazzettino. Una battaglia di civiltà che è appena cominciata. Una sfida a chi ci amministra. L'Actv vuole allontanare i turisti dal Canal Grande, noi vogliamo ridurre anche i mezzi a motore. Che non ci vengano a dire che non è possibile. Che non ci vengano a dire di aspettare.Siamo stufi di aspettare, dai colombi all'acqua alta: per ogni problema non è mai tempo. Per il Canal Grande è già troppo tardi.
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