Venezia
In laguna la mano
destra non sa quel che fa la sinistra, e forse per questo vi
spuntano ferro, cemento, palizzate di legno, scogliere di massi
che più bianchi non si può.
Il presidente del
Magistrato alle acque, Patrizio Cuccioletta, ha diramato ieri un
lungo comunicato per sostenere la legittimità dei lavori a
Torcello, messa in dubbio dal direttore dell'assessorato
all'Urbanistica del Comune, Vittorino Favaretto, ma ne emerge un
fatto desolante: l'istruttoria urbanistica dei progetti del
Magistrato non la fa nessuno. Non per Torcello, ed evidentemente
non per tutti i 20 o 30 interventi analoghi in laguna che lo
stesso sindaco, Paolo Costa, ha attribuito al Magistrato.
Come si ricorderà,
Favaretto aveva denunciato che il progetto su Torcello del
Magistrato alle acque avrebbe dovuto avere il certificato di
conformità urbanistica previsto dal decreto 383/'94, rilasciato
dal ministero dei Lavori pubblici e dalla Regione, la quale ultima
nel merito avrebbe dovuto avvalersi del parere del Comune. «Ma
l'accertamento previsto dal decreto - ha sostenuto Favaretto - non
c'è stato».
Cuccioletta ieri
ha replicato che fino al '95 la procedura è stata rispettata, ma
ha ricordato che successivamente la normativa è cambiata,
attribuendo alla Commissione di Salvaguardia il potere di
esprimere pareri vincolanti su tutti gli interventi di
trasformazione e di modifica del territorio, all'interno della
conterminazione lagunare. Cuccioletta ha poi ricordato che la
stessa Corte costituzionale, e il Tar Veneto con più sentenze,
hanno ribadito che il parere della Salvaguardia «ha la funzione
di sostituire ogni altro parere, visto, autorizzazione, nulla
osta, intesa, assenso, comunque denominati, obbligatori ai sensi
delle vigenti disposizioni normative statali e regionali».
Questa, dunque,
è la ragione per la quale il Magistrato alle acque non ha chiesto
il certificato di compatibilità urbanistica, avendo inviato il
progetto in Salvaguardia.
Ma il dato
paradossale è che la Salvaguardia non compie alcuna valutazione
di tipo urbanistico!Lo hanno spiegato l'altroieri alla commissione
d'inchiesta su Torcello sia Favaretto che l'architetto Aldo Bello,
che rappresenta il Comune in Salvaguardia. «Molte volte - ha
sostenuto a chiare lettere quest'ultimo - la Salvaguardia si è
espressa in difformità alle norme tecniche.
La
Commissione non si interessa di procedure, ma si limita a dare
pareri sui progetti: non facciamo istruttoria. Spetta poi agli
enti proponenti attivare le procedure urbanistiche».
In altre parole,
è come se qualcuno progettasse di costruire un bel palazzo in
Piazza San Marco: la Salvaguardia guarderebbe la sola qualità
architettonica del progetto, e se fosse "bello" lo
approverebbe! Secondo la Salvaguardia, spetterebbe al proponente
chiedere le autorizzazioni, ma se questi fosse invece convinto,
com'è convinto il Magistrato alle acque, d'aver espletato ogni
procedura, via coi mattoni davanti alla Basilica!
Silvio Testa
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