L'attrito tra la
macchina e la natura produce ovunque problemi ma a Venezia, dove
tutto è diverso, diventano problemi giganteschi che di giorno in
giorni si aggravano.
Parlare del moto
ondoso dopo decenni dà un senso di nausea, a suo tempo il
problema era ben più semplice e poteva essere risolto. Lo si è
lasciato marcire, come tanti altri, per interessi di settore.
Ora è più
difficile affrontarlo senza traumi. Il groviglio dei poteri
sommersi che si sono consolidati nel tempo, che possiamo chiamare
semplicemente mafiosi (nell'originario significato del termine che
definiva così l'ordine imposto dagli interessi privati al posto
dell'inesistente ordine pubblico) è ora praticamente impossibile
da districare dolcemente e velocemente.
Oggi il solo
sentire il termine "ordine" farà accapponare la pelle
ai troppi che si sono abituati a questa anarchia, rivestita della
pelle di una falsa democrazia, anarchia forse tollerata, certo
strumentalizzata e magari perfino programmata.
Non credo ci sia
da strizzarsi troppo il cervello, i passi sono del tutto scontati,
semplici e duri.
Le regole del
traffico acqueo - laguna o città non fa differenza - devono
essere stabilite da una unica Autorità e tutte le altre devono
mollare la sedia senza pietà ed eccezioni.
Ci sia
risparmiata la ridicola esibizione tra Sindaco e Magistrato su chi
ha il potere nel canale di Torcello. Questi comportamenti
producono solo stallo dei problemi per la gioia degli abusivi.
Chi stende le
regole deve risiedere stabilmente in laguna dimostrando di averci
letto e fogher "caldi" entrambi, che non sia alle prese
quotidianamente con posteggi, semafori e sensi unici.
Altrimenti accade
che uno sprovveduto estensore di regole per la navigazione
interdica l'accesso a certi rii a "mezzi con peso superiore
alle 10 tonnellate", forse pensando che le barche si
pesassero come i Tir, prima e dopo il carico e magari lo abbiamo
anche eletto e niente niente pagato.
O si fanno
rispettare le regole o è meglio farne solo una riassuntiva che
dica: fate il c.... che vi pare.
Serve quindi un
corpo di "vigili" attivo 24 ore su 24, ovunque in
laguna, come è sempre stato con la Repubblica. Piaccia o non
piaccia ai suddetti ed ai loro sindacati.
È esilarante
leggere del Sindaco estasiato ed elettrizzato da mister Nasa per
la sua esibizione scientifica, anzi fantascientifica, che si è
anche permesso di farci la predica su come gestire Venezia ai
ritmi Nasa. Ma che pensi a Marte e ai fatti suoi!
Caro Sindaco,
sognare non fa male, anzi, ma a Venezia ci serve un amministratore
che stia seduto al suo tavolo e cerchi di risolvere i problemi
grandi e piccoli della vita di tutti i giorni, che sono tanti,
soprattutto i piccoli, prima che diventino grandi come appunto il
moto ondoso.
Certo non è
prestigioso passare così i prossimi cinque anni. Capisco, il
pennacchio di Sindaco di Venezia è irresistibile e capisco che i
voti - come le anime - stanno a Mestre e così le segreterie dei
partiti, i sindacati, ecc. ecc. ma il cervello è sempre qui, a
Venezia, "e il resto è silenzio".
Qui abbiamo
bisogno di un Sindaco di Venezia a tempo pieno, che si ormeggi
alla sua sedia, se la faccia mettere vicino alla finestra, vada in
ufficio all'alba, si faccia portare un caffé e col capo dei
Vigili si faccia l'elenco dei bisonti del mare che passano sotto
le sue finestre in velocità per arrivare primi a scaricare e
provveda a mettere appunto un po d'ordine, se non le fa schifo il
termine.
Cominci da
questo, ci vorrà molto tempo e certo non si procurerà voti per
la futura rielezione ma non c'è altro da fare e poi a Venezia
nessuna carica è mai stata rinnovabile. Appunto.
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