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Torcello diventa un
caso nazionale
Sotto
accusa i lavori alle rive, parte un appello al ministro Melandri
di Alberto Vitucci
VENEZIA. Scoppia il caso Torcello. Dopo le denunce di comitati e
associazioni, sono sotto accusa i lavori di cementificazione delle rive
attuati dal Magistrato alle Acque. Ieri sopralluogo sull'isola della
presidente del Consiglio comunale, Mara Rumiz. «Mi pare
sconvolgente.
Il Comune deve farsi parte attiva a tutela del suo territorio», commenta.
Anche il soprintendente Roberto Cecchi ha inviato a Torcello un tecnico.
«Dobbiamo verificare se ci sono difformità tra il progetto e i lavori»,
dice.
Esposti alla magistratura sono stati annunciati dai comitati, mentre il
Comune sta verificando la regolarità delle autorizzazioni: gli interventi
con il calcestruzzo e l'acciaio al posto delle pietre sarebbero difformi
dal Palav.
Italia Nostra lancia un appello al ministro Giovanna Melandri.
VENEZIA. Controlli e
verifiche a tappeto sui lavori del Magistrato alle Acque in corso a
Torcello. Letti gli articoli sulla Nuova Venezia, la presidente del
Consiglio comunale Mara Rumiz ha compiuto ieri un sopralluogo nell'isola
accompagnata da un tecnico del Comune.
«Ho chiesto tutta la documentazione», dice, «per offrire ai capigruppo
tutti gli elementi di valutazione.
Quello che ho visto mi pare sconvolgente rispetto alla morfologia
lagunare.
Mi pare necessario un approfondimento».
Anche il soprintendente Roberto Cecchi ha inviato un funzionario. «Dobbiamo
verificare la rispondenza tra il progetto approvato e la realizzazione»,
dice. Verifiche anche all'assessorato all'Urbanistica: gli interventi
sarebbero difformi dal Palav e dunque mancanti di autorizzazione. Italia
Nostra fa appello al ministro, i comitati annunciano denunce.
Nell'occhio del ciclone i lavori di «protezione» delle sponde progettati
dall'ingegner Zoletto per conto del Magistrato alle Acque ed eseguiti dal
Consorzio Venezia Nuova (Impregilo) per un costo di 26 miliardi. Lo «scempio»,
denunciato da comitati e dal gruppo «Amici di Torcello» - che ha
tappezzato di volantini gli imbarcaderi dell'Actv - è ben visibile.
Della sinuosità del canale e delle sue pietre non c'è più traccia. La
piccola via d'acqua che collega il canale dei Bordignoni con il Ponte del
Diavolo è stata sfregiata con una banchina in calcestruzzo, appoggiata
sopra centinaia di gigantesche palancole in acciaio lunghe almeno dieci
metri.
In alcuni tratti il canale è stato anche rettificato, mentre la
fondamenta dei Bordignoni sta per essere allargata.
Dietro l'approdo Actv, nell'area archeologica dove sorgeva l'antica chiesa
dei Bordignoni, un grande cantiere con le ruspe in azione, e una nuova
strada che dodvrebbe sostituire la tipica passeggiata sulla
fondamenta.
L'elenco degli interventi di «protezione» è lungo, e comprende poco più
in là un grande canale che dovrebbe collegare direttamente il Sile con la
Basilica (e probabilmente favorire l'accesso ai grandi mezzi turistici),
le palificate intorno alle barene - in qualche caso diventate vere e
proprie isole - i mattoni «squadrati» al forte Mazzorbetto. Interventi
duramente contestati.
Il Magistrato alle Acque preferisce non rispondere. Il Consorzio Venezia
Nuova anche. Ma si capisce che in questo caso le imprese esecutrici hanno
«eseguito» le direttive del Magistrato alle Acque.
Ma la bufera aumenta. Lo «scempio» come lo definiscono i comitati
stavolta non ha fatto infuriare soltanto i «soliti» ambientalisti.
A muoversi sono stati cittadini, comitati, professionisti. E adesso anche
il Comune. «Al di là delle competenze formali», dice la presidente
Rumiz, «il Comune deve farsi parte attiva a tutela del suo territorio».
Più prudente il sindaco Paolo Costa. «Ci sono organi tecnici e procedure
che vanno rispettate. Vedremo. Se le procedure sono state rispettate va
bene.
Adesso valuteremo, ma le regole sono importanti». Ma le regole, fanno
notare i comitati, non riguardano soltanto i permessi formali e la
rispondenza ai Piani vigenti. Quale regola può avere autorizzato una
colata di cemento e acciaio in uno dei posti più belli del mondo?
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