Ho
avuto modo di leggere solo di recente la bella recensione al
libro "L'arte dei remeri" promosso nel 2007 da "El
Felze", edita nel 2010 nella collana "Studi
Veneziani" della Fondazione Cini.
E' a
firma di Ugo Tucci, prestigioso decano (credo classe 1919...!)
degli storici dell'economia italiani, del quale molti di voi
conosceranno i fondamentali contributi alla storia di
Venezia, della navigazione e del Mediterraneo.
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Giovanni Caniato
Nel mondo veneziano dei mestieri tradizionali quello dei fabbricanti di
remi è tipico di una società che vive sul mare. E' certamente uno dei più antichi, esercitato dentro e fuori dell'Arsenale da un gran numero di artigiani specializzati, i quali ebbero l'approvazione del loro capitolare nel
1307, relativamente tardi soprattutto in relazione alle altre arti delle costruzioni navali. Le regole della corporazione sono
illustrate con rapidi ma sostanziosi tratti da Giovanni Caniato, dai capitoli iniziali in latino e, in successione, dai primi della mariegola in volgare redatti tra il
1418 e il 1442, fino al 1735 e alla soppressione napoleonica delle arti.
Cultori del mestiere sopravvivono in epoca austriaca e più tardi, ormai sempre meno numerosi per i cambiamenti nella cantieristica navale alla quale l'attività è strettamente legata.
Oggi sono tre i remeri che prolungano la tradizione, qui rivissuta da Saverio Pastor nel suo bel contributo, con molte notazioni autobiografiche e testimonianze.
Il libro è corredato di una sontuosa documentazione iconografica, più di duecento illustrazioni, ciascuna delle quali con ampi e appropriati
commenti, spesso essenziali perla lettura.
E' un pregio al quale non voglio mancare di dar rilievo perché molte volte si trova che le
illustrazioni si esauriscono in un vuoto abbellimento con incerti legami col testo. I contributi che raccoglie sono una ventina, ben articolati nella varietà delle competenze e
integrati felicemente in una sintesi suggestiva che abbraccia tutti gli
aspetti.
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