Lisbona,
24.7.2003, 01:30am: meta!
Dopo
una giornata intera di viaggio in giro per l’Europa
raggiungiamo Antares. Ferdinando, Francesca, Francesco, Luca e
Maurizio ci accolgono con un dolce tipico portoghese a cui
facevano la tira da 2 giorni, così l’arrivo mio è di
Nicoletta si è trasformato in un dolce benvenuto, davvero
dolce, molto dolce, fin troppo dolce: insomma questa specie di
montata d’uovo con 1Kg di caramello sopra non ha
propriamente risposto alle loro attese.
Con
più di un po’ di sonno addosso, con un po’ di musica in
sottofondo e con un po’ di vino nei bicchieri ce ne stiamo
un po’ in pozzetto al fresco. Io e Nico raccontiamo della
nostra transumanza fino a Lisbona mentre Antares ci racconta
delle rotte su cui finora ha navigato, dei porti in cui ha
attraccato, del verde e dei colori delle Azzorre (e qui gli
occhi brillano un po’ a tutti), dei sapori e degli odori che
hanno gustato e dell’implacabile onda lunga
dell’oceano…insomma ci regalano immagini che
accompagneranno il nostro primo sonno a bordo…insomma un
gran benvenuto!
navigazione
& stile
Alle
08:30am su per giù siamo tutti svegli.
Il
sole è già caldo ed alto, l’aliseo portoghese ingrana
progressivamente. Se le riparazioni saranno ok dovremmo
partire verso Gibilterra con un buon vento in poppa. Ci
sistemiamo, burro e marmellata per tutti, carichiamo i
serbatoi d’acqua, puliamo il pozzetto, raccogliamo le
molteplici paia di scarpe che la sera prima avevamo mollato
sul pontile verso le 10:30am Francesca e Francesco dalla
banchina liberano le cime che ci legavano al molo: a presto!
Verso
le 01:00pm, attraverso la laguna di Lisbona, raggiungiamo il
cantiere che dovrebbe aver riparato boma e vele.
A
vederlo da fuori sembra una sorta di apocalittico cimitero di
imbarcazioni più che un cantiere di produzione. A fianco
della banchina d’approdo due carcasse arrugginite di
pescherecci stanno adagiate sul fianco…De Chirico
scatterebbe una foto filtrando il cielo con il rosso, ed il
capolavoro sarebbe un gioco da ragazzi…una scenografia da
film post guerra totale del 3003, quando la terra sarà
completamente coperta d’acqua e le navi potranno affrontare
mari, cieli e universi, alla
ricerca di un nuovo pianeta su cui approdare. Forte il
posto, e forte anche il prezzo!!!
Ci
aspettano due giorni di navigazione ininterrotta, 280 miglia
da coprire per raggiungere Gibilterra e recuperare sulla
tabella di marcia.
Prendiamo
il largo verso le 03:00pm.
Dopo
aver mangiato del buon pesce in una sorta di bar gastronomia,
lasciamo Lisbona alle nostre spalle e ci tuffiamo in Altantico.
Viaggiamo al traverso tenendo su per un po’ anche la randa
(giusto per vedere se è il caso di bloccare il pagamento
dell’assegno), poi è sufficiente solo il fiocco…verso le
19 un po’ tutti, chi più chi meno, cominciamo ad accusare
l’onda altantica e
corriamo ai ripari doppandoci un
po’. E’ il
benvenuto dell’oceano che spiega anche a noi ultime arrivate
che lui non scherza, che non gli servono tempeste per far
salire la sua onda, che non accetta compromessi: se vogliamo
viverlo lui è così. E così subiamo il suo fascino. Come uno
sfuggente amante egoista, accettiamo di viverlo. Accettiamo la
sfida. Sappiamo che alla fine ci donerà di più di quello che
pensa…chissà cosa riceve lui dalla nostra carezza?
Dalle
09:00pm alle 02:30am, nel bene e male, me ne sto al timone.
Cerco
di tenere la rotta anche quando arrivano le tre onde più alte
che ci sollevano da dietro. Non sono regolari ‘ste bastrarde,
devi star là a sentirle arrivare. Te le devi fare. Devi
starci sopra anticipandole con la poggiata per riportandoti in
rotta. Poi alle
volte ti colgono di sorpresa ed entrano in pozzetto
rinfrescandoti le idee. Ma
sentire l’onda che si forma sotto la barca, vedere uscire la
sua cresta a prua illuminata dal plancton, ti ripaga della
forza che devi mettere sulla barra del timone che ti fa
puntare i piedi sul lato opposto del pozzetto.
Luca
e Ferdy riducono il fiocco per far meno fatica, ma anche così,
con solo questo perizoma issato ne io ne Ferdy crediamo a
quello che ci dice il gps: 8 nodi!
Una
stella se ne esce dalla polvere della via lattea e solca
l’orizzonte stellato davanti a noi. Non ho desideri pronti
da esprimere, ma non ne preparo neanche uno per quelle che
seguiranno: sarebbe sfacciato chiedere di più di questo.
Quando
con Ferdy ci scambiamo il timone con un ritmo che non regge il
quarto d’ora, consideriamo
che è venuto per noi il momento di salutare il pozzetto, le
onde, il cielo e Maurizio che viene a prendere il nostro
posto.
…buona
notte.
mady
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arrivo
26.07.03,
13:00pm, Cabo Trafalgar/Tarifa
La
navigazione di ieri è andata bene: 6 nodi medi sotto spi.
Dopo Cabo de Sao Vincente l’onda ci ha dato un po’ di
tregua, anche se a quel punto i nostri organismi si erano
ambientati…forse proprio per questo ci ha dato tregua?!?!
Con
gli aperitivi nel bicchiere, siamo rimasti tutti in pozzetto
fino alle 9:00pm a goderci il sole che si tuffava in mare:
prima con una discesa molto lenta, come se avesse timore della
temperatura dell’acqua, poi si è deciso andandosi ad
appoggiare sulla nostra scia, dipingendola di rosso, fino a
diventare una lente a contatto applicata al punto di fuga
sulla linea dell’orizzonte atlantico alle nostre spalle.
Davanti
a questo spettacolo il “Mi moccari!” di Ferdy c’è stato
tutto!
Un
po’ alla volta il cielo si è riempito di stelle. Abbiamo
riconosciuto Antares, la nostra, nella costellazione dello
scorpione, Orione ed il carro minore che visto da qua tanto
minore non è!
Il
vento costante ci ha accompagnato per tutta la notte ed alla
fine però ha avuto la meglio anche sul nostro spi che si è
aperto in due, così, fuori il fiocco e avanti in notturna.
Questa
mattina ci siamo alzati avvolti nella nebbia e con il vento
sul naso. Per un po’ ci ha permesso di andare di bolina che
alla fine è diventata un po’ troppo stretta, rischiando di
portarci fuori rotta di 30°…un po’o troppo! Quindi, a
malincuore, via anche il fiocco e accendiamo il motore.
A
Cabo Trafalgar ci tuffiamo davanti al faro: primo bagno per me
e Nico sulla costa orientale dell’Atlantico, e sarà anche
l’ultimo di questa vacanza per tutti…da sta sera ci
riabbraccerà il mediterraneo.
Ora
mancano 11 miglia a Tarifa. Vediamo la costa marocchina alla
nostra sx, ed il delfino che aveva ordinato Nicoletta è
venuto a salutarla giocando per un po’ con la nostra prua.
Il sole scotta. Proviamo a riaprire il genoa ma il vento non
basta. Confidiamo in una corrente a favore che ci faccia
scivolare dentro lo stretto di Gibilterra dove passeremo la
notte.
molo
Domani
faremo rotta per Alicante, dove dovremmo arrivare verso il
pomeriggio di lunedì.
…che
brutta vita!
mady
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