Hanno
litigato di nuovo.
Pensare
che sembrava fatta per le società sportive di Punta San Giuliano.
Alla fine di ottobre dello scorso anno, mancava poco che
mandassero le partecipazioni del matrimonio e adesso invece...
Riassunto
delle puntate precedenti.
In
Punta San Giuliano ci sono 6 società sportive. Tre storiche,
Circolo Vela Casanova, Canottieri Mestre - che è la più storica
di tutte - e Voga veneta. A queste tre se ne sono aggiunte nel
tempo altre tre, Canoa Club, Vela Mestre e Gommone club Mestre. Ci
sarebbe anche una settima società che è l'Associazione
canoistica Arcobaleno di Passo Campalto e una ottava che è la
Spes.
I
magnifici otto, inutile dirlo, hanno un passato glorioso alle
spalle e un futuro radioso, se solo riescono a mettersi d'accordo.
Messi tutti insieme arrivano a 2 mila soci, ma il parco di San
Giuliano attirerà migliaia di persone, gente pronta a fare un
giro in canoa o a provare una deriva o l'ebbrezza di un giro in
"sciopòn".
Si
può pensare che chi arriva al parco debba andare in cerca della
società che fa canoa o vela o voga veneta? Più semplice
costituire una unica associazione all'interno della quale ci sono
le differenti specialità. Vuol dire che ognuno rinuncia a
qualcosa - la Canottieri più di tutti perché ha anche la vela e
la voga veneta - per fare in modo che ci sia una sola società che
fa solo Voga veneta, una che fa solo canoa, una che fa solo
canottaggio e così via.
Questo è quel che chiede il Comune e in
particolare l'assessore allo sport e vicesindaco Michele Mognato.
Il quale era ben cosciente di avere una brutta gatta da pelare dal
momento che ogni società sportiva è gelosissima delle sue prerogative. Ma a ottobre sembrava che fosse fatta. Accordo
siglato e firmato.
Che
cosa mancava? In teoria niente, in pratica tutto.
Dalle
parole bisognava infatti passare allo statuto di questa
"Associazione delle associazioni" o Polisportiva che dir
si voglia. E qui di nuovo è scoppiato il putiferio. Anche dentro
le singole società.
Prendiamo
la Canottieri,
per esempio. Il presidente che aveva portato in porto l'accordo
con le altre società, Massimo Donadini, è stato costretto a
lasciare il passo alla vecchia guardia - Paolo Bertan e Roberto
Agostini - che non ha mai digerito il fatto che la Canottieri
Mestre diventasse una delle tante società dentro la Polisportiva.
E così, mentre Donadini andava a tarallucci e vino con i
"nemici" della "Voga Veneta", c'era chi dentro
la Canottieri si rifaceva ai quarti di nobiltà per tuonare contro
Donadini.
Ma
la tempesta più grossa è al Circolo Vela Casanova.
Lì
siamo addirittura alla minaccia di carte bollate.
Le
parti in causa - dicono - sono rispettivamente Vittorio Resto -
uno che riesce a far litigare anche due bustine di camomilla - ed
Enrico Zaffalon. Resto è vicepresidente e Zaffalon è presidente.
Uno tira la coperta da una parte e l'altro dalla parte opposta
anche se loro giurano di andare d'amore e d'accordo.
Ma
c'è dell'altro di mezzo, in questa storia delle società sportive
che non trovano l'accordo. Ovvero le "palanche". Lo si
è capito quando il Comune finalmente ha asfaltato punta San
Giuliano e c'è stata la corsa ad occupare gli spazi. Il Circolo
Casanova addirittura è andato lì con tanto di vernice e pennelli
a segnare i posti barca, "questo è mio e questo anche".
La
Canottieri non ha voluto essere da meno ed ha addirittura
recintato tutte le sue barche.
Perchè? Bisogna dire che ogni
posto barca oggi vale 200 euro all'anno e le associazioni,
eternamente alle prese con i bilanci in rosso, con quei 200 euro
moltiplicati per 10,20, 50 barche, riescono a far saltar fuori i
soldi per tenere in piedi la baracca.
Ecco perché anche quando si
è trattato di parlare di spazi dentro i nuovi capannoni, facendo
finta di nulla hanno iniziato a gonfiare il numero di soci.
Perché
più spazio significa, in futuro, più posti barca a pagamento (e
non certo a 200 euro al colpo).
Poco
importa che Michele Mognato abbia detto chiaramente a tutti che i
posti barca a pagamento non possono essere lottizzati, ma devono
andare alla Polisportiva.
In
realtà qualcuno ha paura di restare indietro e di essere fregato
dagli altri.
Ecco
perché si sono fatti la guerra addirittura per occupare gli spazi
dell'area nuova, quella appena asfaltata. Che è un po' far la
parte di quei turisti che si spintonano per occupare i sedili
negli imbarcaderi, senza rendersi conto che non sono quelli che
contano. In Punta San Giuliano si sta profilando lo stesso
rischio, che chi ha occupato i posti resti all'imbarcadero, mentre
gli altri partono in vaporetto.
Non
ci credete? Nella riunione che c'è stata mercoledì scorso
mancavano i due litiganti e cioè la Canottieri e il Casanova.
Gli
altri si sono messi d'accordo subito: andiamo avanti, si son
detti. Anche da soli.
Maurizio
Dianese
LE
SOCIETA’ |
Neanche
duemila soci per sette "baruffanti" |
La
Voga Veneta (presidente Bepi Penzo) ha più di 300 soci. La
Canottieri (presidente Paolo Bertan) di soci ne ha 550. Il
Casanova 360 (presidente Enrico Zaffalon), Canoa Mestre (Diego Dogà)
ne ha 250, Vela Mestre (Bruno Zan) ne ha 230. Poi ci sono Spes
Mestre canoa (Adriano Moscati), Gommone laguna club (Renzo Tasin),
associazione Arcobaleno di Tito Pamio. In tutto non si arriva a 2
mila iscritti. Da sempre si pensa che la futura Polisportiva di
Punta San Giuliano debba viaggiare sui 10 mila iscritti. Ma è sul
come raggiungere il traguardo che da sempre si scontrano due
scuole di pensiero. Da un lato c'è chi ricorda che punta San
Giuliano è stata tenuta "in forma" da queste
associazioni che si sono dannate l'anima e, dunque, come si fa a
"scovolarle via?" L'altra scuola di pensiero invece
assicura che le società della Punta sono talmente distanti l'una
dall'altra che non riusciranno mai a trovare l' accordo.
IL
POLO NAUTICO |
Costerà
15 milioni di euro. Pronto fra 3 anni |
Pensare
che il Comune sta per mettere nelle mani di questi eterni
litiganti un gioiellino che costerà alla comunità 15 milioni di
euro - 30 miliardi di lire. Tanto vale il Polo nautico in
costruzione a San Giuliano. L'architetto Antonio Di Mambro ha
ormai disegnato gli edifici e adesso si attende il via libera
della Soprintendenza. Poi si inizierà a costruire. Nel giro di
tre anni il Polo nautico rischia di essere finito. E le società
sportive? Tra baruffe e riappacificazioni non si è andati molto
lontano nell'ultimo anno. L'unico passo avanti concreto è
avvenuto pochi giorni fa quando i presidenti si sono resi conto
che il sistema migliore è quello di incaricare un commercialista
esterno - Studio Valentini - il quale dovrà trovare il modo di
stendere uno statuto dell'Associazione delle associazioni che
metta d'accordo tutti. Finora tutti i tentativi "fatti in
casa" dalle società non sono andati a buon fine.
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