Fanno
un po' come i gamberi. Ma siccome si tratta di gente di
mare, forse non c'è da preoccuparsi.
Parliamo delle remiere di Punta San Giuliano.
Sembravano ad un passo dall'accordo e invece il Polo
nautico, inteso come pool di associazioni - canoa, voga
alla veneta, canottaggio, vela - torna per un momento in
alto mare.
E' un argomento che interessa tutti i mestrini che hanno
una qualche intenzione di andare a divertirsi in barca a
vela o a remi al Parco di San Giuliano.
Le remiere infatti sono il nocciolo del futuro Polo
nautico, un "giocattolo" per il quale la
collettività sta per spendere 15 milioni di euro.
Ebbene, le remiere per una vita hanno litigato, adesso
sembravano vicine all'accordo sulla base dello statuto
messo a punto dallo studio Valentini.
Statuto che pareva un buon compromesso per le due
filosofie - contrapposte - che si affrontano sul tema del
Polo nautico di Punta San Giuliano.
La prima filosofia è quella di Bepi Penzo (Voga alla
veneta) che vuole l'associazione delle associazioni. E
significa fotografare l'esistente: ognuno si tiene quel
che ha, punto e a capo.
La seconda è quella della Canottieri (Paolo Bertan) e
punta allo scioglimento delle società dentro un unica
polisportiva, per fare in modo che diventi la Polisportiva
con più soci d'Italia.
La via di mezzo è quella dello statuto in discussione.
Che tenterebbe di salvaguardare le vecchie società, ma
anche di aprire al futuro, che è fatto delle migliaia di
giovani che vorranno fare attività sportiva ai bordi
della laguna.
Lo Statuto dunque prevede che in Consiglio direttivo
entrino di diritto i rappresentanti delle sette società.
Il bilanciamento al "vecchio" è dato dal fatto
che entrano in Consiglio direttivo anche i rappresentanti
delle specialità. Vuol dire uno per la voga alla veneta,
uno per la canoa e così via. Un terzo bilanciamento dei
poteri delle remiere è dato dall'elezione diretta del
presidente da parte di tutti i soci.
E qui è venuto giù il finimondo.
Perchè l'elezione diretta vuol dire dare al presidente un
potere superiore a quello di tutti gli altri presidenti di
remiere. Non se ne parla, ha detto Bepi Penzo.
E si è ricominciato a discutere su tutto.
A questo
punto l'accordo si gioca sul filo del rasoio
dell'autonomia delle singole società.
Perchè la Voga Veneta non rinuncerà mai alle sue barche
- con la Canottieri è l'unica che ha un vero patrimonio
in legni che scendono in acqua - e ai suoi soci.
Al contrario delle altre società che invece hanno numeri
magari maggiori di partecipanti alle singole iniziative,
ma non hanno il radicamento e la forza delle due maggiori
remiere.
Se lo Statuto trova il modo di salvaguardare i
"vecchi", quelli che hanno tenuta viva la Punta
quando era una discarica di immondizie, aprendo al futuro,
allora è fatta.
Altrimenti sarà spaccatura dura.
Maurizio
Dianese |