Perché
un parco in città?
Nel 1853 New York, per salvaguardare un grande spazio verde nella
città in tumultuosa crescita, sborsò cinque milioni di dollari;
solo due milioni in meno di quanti ne avrebbero sborsati gli Stati
Uniti quindici anni dopo per acquistare l'intera l'Alaska 1.
Nasceva
così il Central
Park, voluto dall'élite
newyorkese su imitazione di Hyde Park (Londra)
e del Bois de
Boulogne (Parigi), il primo grande parco voluto per il benessere dei
cittadini, a differenza di Londra e Parigi, con i parchi nati per magnificare
le rispettive monarchie.
«Il grande scopo del
parco», scrisse a metà '800
Olmstead, «è di fornire alle centinaia e
migliaia di lavoratori stanchi che non hanno l'opportunità di
trascorrere le estati in campagna, un piccolo campione di quel ben di
Dio. Dare loro, gratis, il ristoro che quelli di più fortunati natali
otterranno, pagando salato, con un mese o due sulle Mite Mountains o
ad Adirondacks».
Oggi
c'é consapevolezza che un parco é ancora qualcosa in più.
Lo
spunto per l'argomento é dato dalla tesi di triennio di Sara
Tegon, studentessa mestrina all'università di Padova.
«L’impresa
sempre più tende a concentrare ciascuna attività [...] nelle
aree dove esistono condizioni economiche e gestionali più
vantaggiose; la localizzazione di ciascun investimento produttivo
viene quindi decisa sulla base delle opportunità che le diverse
aree geografiche offrono. Ecco che le condizioni dell’ambiente
assumono un ruolo critico nella strategia di sviluppo produttivo
internazionale.
[...]
I
territori, in particolar modo le città e le aree urbane, sono
dunque chiamati ad agire in una prospettiva sempre più
imprenditoriale, che le renda in grado di costruire il proprio
spazio competitivo, definendo le condizioni per attrarre quelle
categorie di utenti che ritengono più funzionali al proprio
modello di crescita.»
Parco
inteso dunque anche come importante investimento per attrarre
imprese e attività di qualità, in grado di produrre alto valore
aggiunto.
I
341 ettari del Central Park, con 93 chilometri di sentieri e 9
mila panchine, sono frequentati annualmente da circa 25 milioni di
persone.
Il
parco di San Giuliano dispone oggi di 70 ettari aperti al
pubblico, primo lotto dei 700 ettari complessivi previsti.
E'
collocato fra il tracciato dell'antica via Annia e il percorso
della via d'acqua endolagunare che collegava in epoca romana (II°
- IV° sec. d.c.) Adria
e Ravenna ad Altino ed Aquileia, a poca distanza da pregiatissimi siti
archeologici.
Rappresenta
un eccezionale belvedere su Venezia e sulla laguna più famosa al
mondo, al centro di infrastrutture stradali, marittime ed
aeroportuali di primaria importanza nazionale.
Oggi
il Parco di San Giuliano é ancora paradossalmente un luogo che va
difeso da speculazioni e da usi impropri, e soprattutto da far
conoscere ai cittadini come potente strumento economico.
La
tesi di Sara sul marketing territoriale - interamente scaricabile
in formato .pdf - va conosciuta e diffusa per portare ad ogni
cittadino di Mestre e di Venezia la consapevolezza di ciò che San
Giuliano rappresenta e rappresenterà per la città.
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