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Quarta puntata del dibattito sul parco, questa volta a cura del "Gazzettino". 
A parte qualche numero alla "ingegner Cane" di DeLuigiana memoria,
[i soli soci tesserati CVC, ad esempio, al 31.8.05 sono oltre 400 ] vengono raccolti i pareri di Mario Rossi (CVC), Penzo (GSVVM), Zan (CdVM) e Donadini (Polo Nautico).

Ai giornali il merito per la riapertura di un dibattito nell'interesse dei cittadini, cui il parco e il territorio circostante appartengono per meriti storici e sociali guadagnati "sul campo" [é conosciuta la storia di Mestre del '900 ???]. 

Diventa sempre più chiaro che la collettività difficilmente permetterà che i personali debiti di campagna elettorale possano intaccare i diritti acquisiti e meritati in un secolo di "sangue e sudore".

Per i nostri lettori un appunto riguardo alle cifre all'"ingegner Cane": i velisti possono affiliarsi a FIV o vari Enti di promozione, oppure non affiliarsi affatto. Al "Vela club Venezia", noleggiando una barca per un solo giorno, puoi già risultare loro socio. Se questa modalità venisse adottata anche dalle società di San Giuliano - e sarebbe tecnicamente possibile - i "soci iscritti" potrebbero schizzare ben oltre il migliaio per ognuna delle singola società veliche presenti [vedi articolo "Così il circolo Vela club Venezia (con sede a Mestre) è riuscito a fare più iscritti di tutti gli altri"] 

                                                                                                                                                                         by Revi

 

  

Giovedì, 1 Settembre 2005
"Così Cacciari ci porta via il parco di San Giuliano"
Le remiere della Punta in rivolta: "È un affronto fatto alla città". Chiesto un consiglio comunale straordinario
"Il parco di San Giuliano in mano ai privati? E' uno schiaffo alla città - sbotta Bepi Penzo, presidente delle Voga Veneta - Noi delle remiere di Punta San Giuliano faremo le barricate, ma sono i mestrini che dovrebbero insorgere".
"E' l'unico affaccio di Mestre sulla laguna e Mestre sta per perderlo" - rincara la dose Bruno Zan, presidente di Vela Mestre.

"Io dico di più, se deve andare a finire che Punta San Giuliano finisce in mano ai privati, allora meglio che resti così come è adesso: non facciamo niente e amen" - aggiunge Mario Rossi presidente del Circolo Velico Casanova.

E Massimo Donadini della Canottieri e presidente dell'associazione che riunisce tutte le società remiere della Punta, riassume in un colpo solo quel che si pensa a San Giuliano: "Non erano questi gli accordi, non siamo stati avvertiti, nessuno ha discusso con noi. Ci batteremo contro questa ipotesi". 
Venerdì c'è il direttivo del Polo nautico e si vedrà che cosa fare. Intanto Bepi Penzo chiede un Consiglio comunale straordinario a Mestre proprio su San Giuliano. "Perchè questo è il progetto più importante che sia mai stato realizzato per la città e la città ha il diritto di sapere che sta per essere stravolto" - spiega Bepi Penzo.

"Il parco - analizza Mario Rossi - è nato con una certa filosofia e il Polo nautico è cucito su questa filosofia di contatto con la natura e soprattutto con la laguna. Un contatto alla "vecchia", a remi e a vela, molto rispettoso dell'ambiente. 
E le società di punta San Giuliano hanno sempre rispettato questo modo di vivere la laguna. 
Anzi, lo hanno insegnato a tanti ragazzi e questo si pensava che dovesse continuare. 
Se adesso invece il Polo nautico diventa una darsena, allora cambia tutto". 
Ed è chiaro che non c'è altro modo di rientrare dei soldi - 15 milioni di euro che servono per fare il Polo nautico - che stivare barche e barconi uno di fianco all'altro - ne servono almeno 500 per guadagnare, adesso sono previsti 150 posti barca - facendo pagare l'iradiddio di rimessaggio.

"Si parla di barche a vela di grosse dimensioni. Non che non ce ne siano, ma i veneziani e i mestrini che le hanno, comunque non porteranno le loro barche a San Giuliano perchè ci metti due ore per uscire in mare da lì. 

Le barche continueranno a tenerle a Fusina o a Caorle - spiega Bruno Zan - E qui arriveranno solo milanesi e tedeschi che tengono la barca miliardaria ferma per 11 mesi e mezzo all'anno". 
Insomma andrà a finire come per le case del centro storico, che finiscono tutte in mano ai foresti, chiuse per tutto l'anno.In ogni caso è destinato a venir meno quell' inimitabile impasto folkloristico di barche e barchette, sarde in saor e passeggiate in bici in riva alla laguna, che stavano facendo la fortuna di San Giuliano. 

Ed è una fortuna che nasce in buona parte anche dalle remiere, le società che in questi anni hanno tenuto duro e hanno continuato a credere su Punta San Giuliano. 
Nessuno pensava che potessero restare loro da sole ad indicare il futuro di San Giuliano, ma nessuno ha mai nemmeno pensato di tagliarle fuori. 
Tant'è che il progetto dell'architetto Antonio Di Mambro è stato fatto assieme alle remiere - come ricorda l'assessore ai Lavori pubblici e allo sport, Sandro Simionato. 
"Credo che si possa discutere di tutto, senza alcuna preclusione, ma avendo chiara anche la storia di questo progetto. 
Che nasce con le remiere perchè le remiere fanno parte del progetto ed è difficile pensare che qualche privato possa garantire quello sport sociale che noi come Amministrazione dobbiamo salvaguardare". 
Infatti, il punto irrinunciabile quando si discusse del polo nautico, fu proprio questo e cioè che si doveva salvaguardare la possibilità per tutti i mestrini - ricorda Mario Rossi del Casanova - di accedere all'acqua. 
"Quando uno arriva e si iscrive ad una remiera con qualche centinaio di euro l'anno può uscire in barca quanto vuole e quando vuole. E quante volte abbiamo fatto promozioni e prove gratis?
"Ma possibile che non possano convivere le due realtà, il privato e il sociale? "Chi costruisce dovrà rientrare dei soldi, no? E come li fa 15 milioni di euro, garantendo lo sport sociale, magari con le quote delle remiere che fanno pagare ai soci 10 euro al mese? - si chiede Donadini. 

Il fatto è che questo parco è dei mestrini e deve restare dei mestrini, ha una valenza sociale che va tutelata. 
Altro che project financing.

Insomma, se Cacciari vuole aprire la strada agli yacht, dovrà passare sulle remiere. E sui mestrini.

Maurizio Dianese

Ma in campagna elettorale 
il sindaco 
aveva detto ben altro
(m.d.)

Progetto esecutivo pronto ad ottobre. Finito. Fatto e firmato. 
Basta dare il via all'appalto. E adesso salta fuori che i soldi non ci sono.
Eppure si era sempre detto che per il parco di San Giuliano i soldi si sarebbero trovati.

Perchè è un progetto troppo bello e troppo importante per Mestre.
Lo aveva detto lo stesso Cacciari in campagna elettorale.

Adesso il sindaco fa marcia indietro. 
Non ci sono i soldi, facciamo un project financing con i privati - dice. 

Vuol dire trovare qualcuno disposto a tirar fuori 15 milioni di euro per costruire il Polo nautico di San Giuliano. Per darlo in gestione a chi, poi? Alle truppe di canoisti senza un centesimo in tasca, ma solo tanta voglia di laguna? 
O ai 1.500 studenti che Oddino Franceschini porta qui ogni anno ad imparare dai "veci" come si "preme" e come si "va stagando"? 
O vuol dire di fatto "privatizzare il parco? 

Dopo l'uscita di Cacciari si è fatto avanti Luigi Brugnaro di Umana, società di lavoro in affitto. 
Nessuno se la prende con Brugnaro che, anzi, va ringraziato perchè si candida a risolvere un problema del Comune che è quello della costruzione del Polo nautico. 
Il fatto è che nessuno si aspettava che il problema esistesse. 
E c'è da discutere se abbia un senso, ogni volta che si parla di tagli al bilancio del Comune, tagliare a Mestre. 
Così è stato per il Toniolo, così per il Candiani, così per San Giuliano. Nessuno si nasconde che ci siano problemi di bilancio, ma è mai possibile che si tolgano ancora soldi a Mestre? Sempre a Mestre?

IL CASO
Così il circolo Vela club Venezia (con sede a Mestre) è riuscito a fare più iscritti di tutti gli altri
Un velista della domenica? 
Bè, di sicuro qui non lo riconoscono come un vecchio lupo di mare, anche se fra un niente è quasi certo che Luigi Brugnaro, il patron di Umana, diventerà presidente del circolo velico più importante dell'intera provincia di Venezia. 

260 iscritti dichiara il circolo velico Vela club Venezia che ha sede in via Spalti a Mestre. 
Nato qualche anno fa da tre ex soci del circolo Vela Mestre, il circolo Vela Venezia è stato accettato anche dalla federazione della vela, anche se il circolo è direttamente collegato al Venezia Yacht Charter, una società - costituita a suo tempo sempre dai tre ex soci del circolo Vela Mestre - per noleggiare le barche. 
La Federazione non ha storto la bocca di fronte al fatto che si rischi la confusione tra circolo velico e società che noleggia le barche ed ha accettato l'iscrizione che porta nelle casse della Federazione un bel po' di soldini visto che incassa 30 euro ad iscritto. 
Che cosa è successo, poi? Che due dei tre soci originari se ne sono andati e Brugnaro ha comprato le loro quote nella società Venezia yacht charter, diventando in un colpo solo socio di maggioranza del Venezia Yacht Charter. 
Automaticamente però è entrato anche a far parte del circolo velico Vela club Venezia, che ha per l'appunto un sacco di iscritti, costruiti tra l'altro in un modo molto semplice perchè chi prende in affitto una barca di solito viene incoraggiato ad iscriversi al circolo della vela. 
E così il circolo è arrivato a quei 260 iscritti che adesso permetteranno al presidente del circolo di sedersi al tavolo della federazione assieme a tutti gli altri circoli veneziani e mestrini, ma con un peso che nessun altro circolo veneziano ha. 
Nemmeno la Compagnia della vela ha tanti soci.

(m.d.)