Giovedì,
1 Settembre 2005 |
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"Così
Cacciari ci porta via il parco di San
Giuliano" |
Le
remiere della Punta in rivolta: "È un
affronto fatto alla città". Chiesto un
consiglio comunale straordinario |
"Il
parco di San Giuliano in mano ai privati? E' uno
schiaffo alla città - sbotta Bepi Penzo,
presidente delle Voga Veneta - Noi delle remiere
di Punta San Giuliano faremo le barricate, ma sono
i mestrini che dovrebbero insorgere".
"E' l'unico affaccio di Mestre sulla laguna e
Mestre sta per perderlo" - rincara la dose
Bruno Zan, presidente di Vela Mestre.
"Io dico di più, se deve andare a finire
che Punta San Giuliano finisce in mano ai privati,
allora meglio che resti così come è adesso: non
facciamo niente e amen" - aggiunge Mario
Rossi presidente del Circolo Velico Casanova.
E Massimo Donadini della Canottieri e
presidente dell'associazione che riunisce tutte le
società remiere della Punta, riassume in un colpo
solo quel che si pensa a San Giuliano: "Non
erano questi gli accordi, non siamo stati
avvertiti, nessuno ha discusso con noi. Ci
batteremo contro questa ipotesi".
Venerdì c'è
il direttivo del Polo nautico e si vedrà che cosa
fare. Intanto Bepi Penzo chiede un Consiglio
comunale straordinario a Mestre proprio su San
Giuliano. "Perchè questo è il progetto più
importante che sia mai stato realizzato per la
città e la città ha il diritto di sapere che sta
per essere stravolto" - spiega Bepi Penzo.
"Il
parco - analizza Mario Rossi - è nato con una
certa filosofia e il Polo nautico è cucito su
questa filosofia di contatto con la natura e
soprattutto con la laguna. Un contatto alla
"vecchia", a remi e a vela, molto
rispettoso dell'ambiente.
E le società di punta
San Giuliano hanno sempre rispettato questo modo
di vivere la laguna.
Anzi, lo hanno insegnato a
tanti ragazzi e questo si pensava che dovesse
continuare.
Se adesso invece il Polo nautico
diventa una darsena, allora cambia tutto".
Ed
è chiaro che non c'è altro modo di rientrare dei
soldi - 15 milioni di euro che servono per fare il
Polo nautico - che stivare barche e barconi uno di
fianco all'altro - ne servono almeno 500 per
guadagnare, adesso sono previsti 150 posti barca -
facendo pagare l'iradiddio di rimessaggio.
"Si
parla di barche a vela di grosse dimensioni. Non
che non ce ne siano, ma i veneziani e i mestrini
che le hanno, comunque non porteranno le loro
barche a San Giuliano perchè ci metti due ore per
uscire in mare da lì.
Le barche continueranno a
tenerle a Fusina o a Caorle - spiega Bruno Zan - E
qui arriveranno solo milanesi e tedeschi che
tengono la barca miliardaria ferma per 11 mesi e
mezzo all'anno".
Insomma andrà a finire come
per le case del centro storico, che finiscono
tutte in mano ai foresti, chiuse per tutto
l'anno.In ogni caso è destinato a venir meno
quell' inimitabile impasto folkloristico di barche
e barchette, sarde in saor e passeggiate in bici
in riva alla laguna, che stavano facendo la
fortuna di San Giuliano.
Ed è una fortuna che
nasce in buona parte anche dalle remiere, le
società che in questi anni hanno tenuto duro e
hanno continuato a credere su Punta San Giuliano.
Nessuno pensava che potessero restare loro da sole
ad indicare il futuro di San Giuliano, ma nessuno
ha mai nemmeno pensato di tagliarle fuori.
Tant'è
che il progetto dell'architetto Antonio Di Mambro
è stato fatto assieme alle remiere - come ricorda
l'assessore ai Lavori pubblici e allo sport,
Sandro Simionato.
"Credo che si possa
discutere di tutto, senza alcuna preclusione, ma
avendo chiara anche la storia di questo progetto.
Che nasce con le remiere perchè le remiere fanno
parte del progetto ed è difficile pensare che
qualche privato possa garantire quello sport
sociale che noi come Amministrazione dobbiamo
salvaguardare".
Infatti, il punto
irrinunciabile quando si discusse del polo
nautico, fu proprio questo e cioè che si doveva
salvaguardare la possibilità per tutti i mestrini
- ricorda Mario Rossi del Casanova - di accedere
all'acqua.
"Quando uno arriva e si iscrive ad
una remiera con qualche centinaio di euro l'anno
può uscire in barca quanto vuole e quando vuole.
E quante volte abbiamo fatto promozioni e prove
gratis?
"Ma possibile che non possano
convivere le due realtà, il privato e il sociale?
"Chi costruisce dovrà rientrare dei soldi,
no? E come li fa 15 milioni di euro, garantendo lo
sport sociale, magari con le quote delle remiere
che fanno pagare ai soci 10 euro al mese? - si
chiede Donadini.
Il fatto è che questo parco è
dei mestrini e deve restare dei mestrini, ha una
valenza sociale che va tutelata.
Altro che project financing.
Insomma, se Cacciari vuole aprire la
strada agli yacht, dovrà passare sulle remiere. E
sui mestrini.
Maurizio Dianese
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Ma
in campagna elettorale
il sindaco
aveva detto ben altro |
(m.d.)
Progetto
esecutivo pronto ad ottobre. Finito. Fatto e firmato.
Basta dare il via all'appalto. E adesso salta fuori che i
soldi non ci sono.
Eppure si era sempre detto che per il parco di San
Giuliano i soldi si sarebbero trovati.
Perchè
è un progetto troppo bello e troppo importante per
Mestre.
Lo aveva detto lo stesso Cacciari in campagna elettorale.
Adesso il
sindaco fa marcia indietro.
Non ci sono i soldi, facciamo
un project financing con i privati - dice.
Vuol dire
trovare qualcuno disposto a tirar fuori 15 milioni di euro
per costruire il Polo nautico di San Giuliano. Per darlo
in gestione a chi, poi? Alle truppe di canoisti senza un
centesimo in tasca, ma solo tanta voglia di laguna?
O ai
1.500 studenti che Oddino Franceschini porta qui ogni anno
ad imparare dai "veci" come si "preme"
e come si "va stagando"?
O vuol dire di fatto
"privatizzare il parco?
Dopo l'uscita di Cacciari si
è fatto avanti Luigi Brugnaro di Umana, società di
lavoro in affitto.
Nessuno se la prende con Brugnaro che,
anzi, va ringraziato perchè si candida a risolvere un
problema del Comune che è quello della costruzione del
Polo nautico.
Il fatto è che nessuno si aspettava che il
problema esistesse.
E c'è da discutere se abbia un senso,
ogni volta che si parla di tagli al bilancio del Comune,
tagliare a Mestre.
Così è stato per il Toniolo, così
per il Candiani, così per San Giuliano. Nessuno si
nasconde che ci siano problemi di bilancio, ma è mai
possibile che si tolgano ancora soldi a Mestre? Sempre a
Mestre?
IL
CASO |
Così
il circolo Vela club Venezia (con sede a
Mestre) è riuscito a fare più iscritti di
tutti gli altri |
Un
velista della domenica?
Bè, di sicuro qui
non lo riconoscono come un vecchio lupo di
mare, anche se fra un niente è quasi certo
che Luigi Brugnaro, il patron di Umana,
diventerà presidente del circolo velico più
importante dell'intera provincia di Venezia.
260 iscritti dichiara il circolo velico Vela
club Venezia che ha sede in via Spalti a
Mestre.
Nato qualche anno fa da tre ex soci
del circolo Vela Mestre, il circolo Vela
Venezia è stato accettato anche dalla
federazione della vela, anche se il circolo
è direttamente collegato al Venezia Yacht
Charter, una società - costituita a suo
tempo sempre dai tre ex soci del circolo
Vela Mestre - per noleggiare le barche.
La
Federazione non ha storto la bocca di fronte
al fatto che si rischi la confusione tra
circolo velico e società che noleggia le
barche ed ha accettato l'iscrizione che
porta nelle casse della Federazione un bel
po' di soldini visto che incassa 30 euro ad
iscritto.
Che cosa è successo, poi? Che due
dei tre soci originari se ne sono andati e
Brugnaro ha comprato le loro quote nella
società Venezia yacht charter, diventando
in un colpo solo socio di maggioranza del
Venezia Yacht Charter.
Automaticamente però
è entrato anche a far parte del circolo
velico Vela club Venezia, che ha per
l'appunto un sacco di iscritti, costruiti
tra l'altro in un modo molto semplice perchè
chi prende in affitto una barca di solito
viene incoraggiato ad iscriversi al circolo
della vela.
E così il circolo è arrivato a
quei 260 iscritti che adesso permetteranno
al presidente del circolo di sedersi al
tavolo della federazione assieme a tutti gli
altri circoli veneziani e mestrini, ma con
un peso che nessun altro circolo veneziano
ha.
Nemmeno la Compagnia della vela ha tanti
soci.
(m.d.)
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