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La vela al terzo veneziana é alla vigilia di scelte importanti sulle nuove regole di regata.
Sul tavolo quattro diverse proposte, ma in ballo é anche la partecipazione al prossimo campionato delle barche che si sono rivelate più veloci, fra cui Sisa e Soravento, armate da CVC.

Da un lato la cura della tradizione, dall'altro, nel rispetto dei valori fondamentali, la ricerca di prestazioni che rendano queste barche sempre più attraenti per il maggior numero di appassionati della laguna.

L'e-mail di Alessandro Vercio, dominatore nel 2006, merita senz'altro di essere divulgata, magari ricordando l'indimenticabile varo di solo un anno fa...

 

Per saperne di più:
    

Il varo di "Vento di Venezia" 

  

scarica il Notiziario dell'AVT


Da Alessandro Vercio riceviamo e volentieri pubblichiamo


 

Ciao a tutti,

Mi fa piacere che certe opinioni vengano portate a conoscenza di tutti, penso sia l'unico modo per capire quale sarà il futuro della vela al terzo. 
E' anche l'unica maniera per poter eventualmente remare nella stessa direzione in un dibattito costruttivo.

Sento il dovere di intervenire prima di tutto per esprimere il mio parere ma anche per chiarire (spero) alcuni concetti a coloro che hanno dubbi o curiosità sulla SAMPIEROTTA J vento di venezia.

 

Vento di Venezia, mi ricordo il giorno del varo, mentre la stavo armando prima che arrivassero gli invitati ho addirittura tolto un piccolo rotolino di nastro adesivo per essere sicuro di non avere plastica a bordo. La barca in effetti non ha nessun strozzascotte e tutte le cime le ho portate da Amsterdam (sembra non ci sia un negozio simile a venezia), cime di colore canapa che qui in Olanda usano abbondantemente vista la tradizione marinaresca un po piu salvaguardata che dalle nostre parti (il brube non esiste qui, ci sono in compenso barchette in ferro col 4 cavalli), ma del resto e' un fatto di cultura, a venezia il brube col 40 e' una realta che bisogna purtroppo accettare e che ci da' tutte le informazioni circa la cultura delle nuove generazioni. Semmai sta proprio a noi meno giovani cercare di invertire questa tendenza.

 

Tornando al varo, mi ricordo quanto Matteo Tamassia (maestro d'ascia di origine Toscana che e' stato portato a Venezia dal sogno di unire passione e lavoro) mi chiamava per scegliere spessore del fondo o altri dettagli. Io gli dicevo di non risparmiare in quantita' di legno, volevo soprattutto una barca robusta e affidabile. 
Lo ammiro tantissimo, e' di una meticolosità che va oltre ogni aspettativa. 
Magari ce ne fossero tanti di mattei. 
Mi chiamava per dirmi che aveva dato la seconda mano di olio di lino, per far impregnare il legno e dare alla barca una lunga vita.

Avrei ancora tantissimo da dire circa l'amore con cui la barca e' stata costruita, ma sicuramente Matteo potrebbe rispondere meglio a domande su questo tema.

 

Senza contare la passione con cui mio fratello ha contribuito alla messa punto finale grazie alla sua esperienza con Toga. Le pelli per l'albero, le caviglie ecc.

 

Quindi il mio primo obiettivo era avere una barca bella da vedere, una barca robusta, semplice ed essenziale ma anche esteticamente elegante e funzionale. Quest'ultima cavallo di battaglia di mio fratello che ha voluto la poppa un po' più larga, come Toga, in modo da andare a vela senza necessariamente togliere il motore,   come fanno i topi.

 

Se poi la barca fosse stata anche veloce, tanto meglio.

 

Velocita'

Ho gia' moltissima soddisfazione con gli oltre 20 nodi del Formula 18, dove c'é un ambiente sano in cui la competizione viene seguita da grigliate sulla spiaggia e da fiumi di birra. 
Il problema della stazza non si pone perché le regole sono chiare e chi non ha la barca stazzata non puo partecipare alle regate, senza rancori e senza problemi.  

Per vento di venezia  abbiamo fatto una barca restando nei criteri tradizionali e nelle regole di stazza che sono state approvate dall'assemblea del 17 febbraio 2006 dell'A.V.T., ogni altro commento penso sia superfluo.

In ogni caso, devo dire che abbiamo fatto un errore di stima. Abbiamo lavorato per fare una bella barca, robusta, comoda, solida, ecc, ma abbiamo sbagliato le stime circa la velocità. 
Si perché alla fine la barca si e' rivelata veloce, oltre ogni aspettativa.  

 

Quanta vela!

Io credo che la sampierotta vada usata per quello che può dare, quindi a vela, per vogare ed anche a motore.

E' evidente che una barca con un buon piano velico tende ad essere utilizzata di più a vela di un barca con uno straccio di vela, perche' se sotto i 6 nodi di vento non ci si muove, allora si mette il motore. 
Bisogna essere realistici, se a vela si viaggia e ci si diverte allora si veleggia, altrimenti meglio vogare o mettere su il motore.

E siccome io ODIO   il motore (ho fatto anche quasi baruffe con mio fratello perché non volevo portare il motore a bordo), la mia scelta e' stata per un bel piano velico. 
E non ho neanche voluto fare di più di ciò che già esiste nel mondo delle vele al terzo. 

La randa e' molto simile alla randa del Sisa
Non ci sono stati nessuno studio nella galleria del vento e nessun uso di complicati software di ottimizzazione dei piani velici, niente di tutto cio, abbiamo semplicemente cercato di prendere il meglio disponibile sul mercato quindi il buon velaio Mario Scarpa ed un modello di randa tipo quello del Sisa, mantenendo le proporzioni e senza esagerare.   Penso che Mario possa tranquillamente testimoniare.

La trinchetta e' stata fatta rispettando le regole, un terzo della randa.

Insomma, alla fine, il piano velico e' conforme alle regole e fatto da una persona con una grandissima esperienza nel settore. 
Velerie moderne e tecnologiche non possono eguagliare la sua certosina manualità e competenza. Grazie veramente Mario.

 

Anzi direi di più, nel regolamento attuale il peso è un parametro da considerare e vento di Venezia è stata fatta con abbondanza di legno, quindi esattamente l'opposto di una barca da regata.

 

Il materiale

Se abitassi a venezia ed avessi la barca in acqua, non ci sarebbero dubbi, barca in tavola. Visto che non abito qui e che la barca deve stare la maggior parte del tempo a terra, il compensato marino e' l'unico materiale adatto. Penso non servano altri commenti.

 

Idrodinamica dello scafo

Anche per quando riguarda lo scafo, mi ricordo quando io e matteo traguardavamo "a ocio" la dima dalla quale ha poi costruito il fondo del cantiere. Volevamo fare un fondo avviato, senza gobbe e tondi inutili, tutto qua. Basta, nessuno studio di idrodinamica, nessuna simulazione al computer, niente, semplicemente che "òcio" ma de queo bon, il buon occhio di Matteo e qualche consiglio mio.

Una sanpierota senza un fondo a gobbe e per contro ben avviato penso sia un principio fondamentale di costruzione di qualsiasi natante, anche perche' la barca diventa piu fluida anche a remi. Quindi ancora una volta devo ringraziare la meticolosita' di Matteo Tamassia per aver fatto un'opera viva semplice e pulita.

 

Il nome

Inizialmente volevamo chiamarla Certosa, ma mi affascinava il nome vento di venezia, un po come il moro di venezia forse, alle volte e' bello anche sognare un po.

Quindi Vento di Venezia e' il nome che io ho scelto per la Barca. Il fatto che coincida col nome del cantiere che l'ha prodotta puo' essere visto come una forma di ringraziamento nei loro confronti, o come simbolo della prima sanpierota uscita da quel cantiere. In effetti ho pensato anche al fatto che con questo nome avrei aiutato Alberto Sonino e Matteo Vianello a dare un'immagine al loro polo nautico,   e visto che la cosa non mi costava nulla, ho pensato "cosa c'e' di male ad aiutare indirettamente un amico che due anni a questa parte lavora 12 ore al giorno per un progetto di rilancio di un'isola a venezia?" ed a tutt'oggi ha dato lavoro a ben 24 giovani.

 

Il colore

Barca bianca, vela bianca. Perche' no? 
Mi piaceva troppo Toga, e quindi non volevo azzardarmi a fare colori improvvisati, non avevo esperienza di sanpierote quindi ho pensato di prendere spunto da qualcosa che gia' mi piaceva tantissimo, quindi dal colore di Toga. 
Non abbiamo voluto cambiare, anzi abbiamo imbiancato anche l'opera viva rispetto a toga.

Devo essere sincero, mio fratello mi ha sempre criticato per questo, in effetti quasi tutte le sanpierote anno l'opera viva o il galleggiamento colorato ma non è detto che non lo farò prossimamente. 
Lo stesso dicasi per le vele . 
Anzi chiedo aiuto e consiglio a Voi tutti su una persona a cui possa rivolgermi.

 

L'attrezzatura

Come gia' accennato tutti I bozzelli sono di legno e mi ricordo di essermi addirittura arrabbiato quando ho visto che solo alcuni erano con la rotellina interna di ottone. Le volevo tutte in ottone!!!!, ma poi Mario mi convinse dicendomi che per le cime fine l'ottone non ruota. Vabbe'.

Le cime le ho portate da Amsterdam, non si trovano a venezia, sembra una barzelletta ma e' vero.

La barca non ha un singolo strozzascotte, solo caviglie.

 

Rispetto per la passione

Qualcuno dice che vento di venezia non e' una sanpierota, penso che quanto detto sopra faccia   cambiare idea a questa persona la quale ha comunque il diritto di pensare come crede. In ogni caso, si puo' dire anche che non e' una sanpierota una barca col buso a poppa per il motore e la panchetta centrale per far sentare la gente quando si va a motore, ma non lo dico perche' ho rispetto per tutti e per tutti gli usi da diporto di questa barca nata per andare a pescare.

Come bisogna avere rispetto per chi si costruisce una barca in casa in battipin (che e' sempre legno alla fine) per fare una sampierota economica, ma che rimane sempre una sampierota anche se   visto che non e' il suo mestiere magari non riesce perfettamente e non la si riconosce come barca tradizionale…lo stesso dicasi per la sampierota in kit, bisogna avere rispetto per queste persone che ci hanno messo almeno molta passione, perche la passione e' l'unica forza che puo attirare altre persone in quest'ambiente e dove le polemiche possono solo allontanarle.

 

La regata

Una regata e' una regata, altrimenti si chiamerebbe veleggiata e non ci sarebbero regole. A me piace tantissimo veleggiare spensieratamente per la laguna, andare a baccari e farmi un goto di vino dopo la regata, ma la regata e' regata e la cosa piu bella e' che le emozioni della regata derivano dal fatto di veleggiare al limite delle barche e delle capacita'. Mi ricordo la battaglia col sisa nella prima meta' della chioggia venezia, alla fine appena arrivati al diporto abbiamo bevuto un bel vinello con il "grande" Giorgio Pavan  ciaccolando sui momenti in cui lui correva di più o viceversa, bellissimi ricordi.

Perchè vento di venezia ha vinto molte regate?

Ci sono tanti fattori che hanno portato vento di venezia alla vittoria secondo me:

1.       la messa a punto della barca: e' indubbio che la barca appena messa in acqua non era pronta per regatare. Abbiamo semplicemente fatto delle uscite ed abbiamo cominciato a metterla a punto. La messa a punto di una barca conta moltissimo in tutte le classi veliche.

a.       L'armo: l'armo di una sanpierota subisce delle variazioni consistenti nella forma a causa del vento. A cominciare dalla forma di base della vela fino alla tensione del passarin, ogni singola scelta e regolazione influisce sulla centratura e sull'efficienza della vela, che si tratti di dacron o canapa. Quindi ancora una volta, nessun segreto, nessun materiale evolutivo, niente, semplicemente tanta voglia e passione per la vela.

b.       Il timone: mi ricordo che il primo giorno che l'abbiamo provato se semo piantai in secca co tutto… il giorno dopo siamo andati da matteo e abbiamo "scurta' " il timone. La forma del timone nasce da una dima di un amico. Una bella forma, ma non mi convinceva il poco compenso.   Il giorno prima che matteo tagliasse sono tornato alla certosa di sera ed ho corretto la dima dando piu compenso. Per fortuna l'ho fatto, il timone e' bilanciatissimo, e' un piacere andare a vela. Ma alla fine abbiamo avuto fortuna, perche' non avevo mai disegnato un timone e tantomeno modificato all'ultimo momento (un giorno prima della regata, mi ricordo che abbiamo avuto giusto una notte di tempo per fare asciugare la vernice).

 

2.       L'equipaggio: avere un equipaggio affiatato e con il quale ci si puo allenare e' importantissimo, altrimenti manca la coordinazione. Basta pensare alla partenza, alle virate, I pesi, come ci si muove, la scontratura della trinchetta, il tempismo di ogni singola manovra ecc… se non si e' coordinati non si puo regatare. Anche spostando i pesi a prua e a poppa ed anche di poco, si puo influenzare incredibilmente la velocita'.

3.       Insegnamenti: devo fare un altro nome importante a questo punto: Sergio Zanetti. Ho imparato tantissimo da Sergio, ho imparato da zero la vela al terzo, ed ancora imparo tutte le volte che parlo con lui, e' una miniera di conoscenza della vela al terzo. Senza I suoi insegnamenti non sarei andato da nessuna parte. Se alla canottieri mestre ci sono 26 sanpierote è grazie solo a Lui.

4.       Principi fondamentali: dalla messa a punto della barca fino alla condotta della barca fa sempre bene avere chiari alcuni principi che valgono per tutti I mezzi a vela. Io ho avuto la fortuna di ascoltare persone (tra le quali anche qualche campione olimpico) che mi hanno dato delle nozioni veramente importanti. Sono pochi semplici principi che si applicano a qualunque barca a vela ed in qualunque regata.

 

Alla prossima

Una cosa e' certa, ho imparato moltissimo dal progetto di questa sampierota ed ho gia in mente un' altra barca dove, a scanso di equivoci, sara' un topo coloratissimo, con tutti i dipinti a mano sui fianchi e sulle murate.

Ma per il momento mi godo un'altra stagione su Vento di Venezia!!!!!

 

Prego di inoltrare questa email a coloro dei quali mi sono dimenticato ai quali colgo l'occasione per porgere le mie scuse.

 

Ciao e buon vento a tutti dalla ventosa Olanda :-)

Alessandro

 

 

Alessandro Vercio alza il Trofeo Nuti 2006.

Alessandro ha un'invidiabile esperienza internazionale nel campionato mondiale F18 (catamarani)


Alessandro vive e lavora ad Amsterdam, città d'acqua olandese dove l'amore per la natura e la tradizione marinaresca appaiono evidente anche al turista frettoloso.

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