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La Gronda del Parco di San Giuliano e delle barene superstiti protette dall'Unesco, é anche nell'attenzione di Porto, Aeroporto e grande Imprese. Gli scenari prospettati sono grandiosi, ma é in gioco l'ultimo straordinario ambiente naturale anfibio di terraferma. Negli articoli dei giornali quasi completamente dimenticato.
Waterfront - convegno promosso dalla fondazione Pellicani
                                                                    
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LA NUOVA   - Mercoledì 4 Febbraio 2009   Pagina 19 - Cronaca

Tutti i progetti su 30 chilometri sul bordo della laguna fra economia, infrastrutture e servizi

Sulla gronda progetti per 4.500 milioni - Lo studio della Fondazione Pellicani sul Waterfront da Porto Marghera a Tessera  Favaretto (Coses) «E’ un’occasione che non possiamo perdere» Ma solo per le bonifiche servono 1.500 milioni

 «Su questi 30 chilometri ci giochiamo il nostro futuro». Di 30 chilometri è la lunghezza del Waterfront, l’area della terraferma che si affaccia sulla gronda lagunare, da Porto Marghera a Tessera, «dalle Colmate al Sile», dice Pierpaolo Favaretto, il ricercatore del Coses che per la Fondazione Pellicani ha licenziato in questi giorni uno studio aggiornatissimo di 70 pagine, ricco di dati, grafici e tabelle, che sarà la base del convegno di domani al Candiani. Waterfront, cioè linea d’acqua, che non va vista come confine ma come il cuore delle trasformazioni della metropoli.
    
L’occasione per Mestre, Venezia e l’area metropolitana è unica, Veneto City, il gigantesco insediamento tra Dolo e Fiesso d’Artico, rischia di spostare il baricentro verso Padova. Gran parte dei progetti che si giocano sul Waterfront ruotano attorno alle bonifiche di Marghera: ma per attuare il piano servono 1.500 milioni, ne sono previsti 174, un decimo. Il Waterfront è come il Passante, la cerniera che unisce un territorio vasto che si profila urbanisticamente e per i servizi come un’unica città. Due le aree strategiche, Marghera e Tessera. 
Marghera per servizi di tipo direzionale, ad alto livello tecnologico (i progetti di Vega); Tessera con il Quadrante: oltre a stadio e Casinò la cittadella aeroportuale connessa con il territorio tramite Sfmr, sublagunare, linea e stazione Alta velocità (un milione di metri cubi, un investimento da 5/600 milioni di euro). Oltre, naturalmente, allo sviluppo della portualità. È nel Waterfront che si giocano le occasioni - economia, turismo, infrastrutture - per essere in Europa. Lo studio della Fondazione Pellicani - redatto in collaborazione con Coses, Comune di Venezia, Centro Internazionale Città d’Acqua - propone una fotografia d’insieme dell’intera area.
 I progetti. Il Terminal Crociere (la crocieristica in 7 anni, dal 2000 al 2007, ha visto triplicare il numero dei passeggeri da 337.475 a oltre un milione); a Porto Marghera il Terminal Fusina (progetto da 40 milioni), il Vallone Moranzani (cuore delle bonifiche, 400 milioni da solo), la cantieristica navale, Vega 2/3/4 (300 milioni); a Mestre si va dall’Aev di via Torino a Forte Marghera e il parco e il polo nautico di San Giuliano, il piano integrato di Campalto; a Tessera la ferrovia Av/Ac, la sublagunare per Venezia, il Master Plan dell’aeroporto, il Quadrante (5/600 milioni); 800 milioni costerà la porta di Gehry. Poi il Sile con il Museo di Altino e il parco regionale. In tutto, comprese le bonifiche, progetti per circa 4.500 milioni.
 I numeri. Il bordo fra terra e acqua è lungo 30 chilometri, 130 kmq, 2.000 ettari con 14 mila addetti e 700 aziende nell’area portuale nella quale arrivano 5.000 navi e oltre 300 mila container l’anno, merci per 30 milioni di tonnellate e oltre un milione di crocieristi. 148 milioni di euro è la cifra che porta solo il turismo crocieristico. 300 ettari è grande l’area aeroportuale, con 6 km di piste, 89 mila velivoli l’anno (240 al giorno), 7 milioni di passeggeri. «Ogni giorno», si legge nello studio, «su questo asse tra la città antica e il Waterfront si attiva un cordone ombelicale fatto di autobus Actv, treni, auto e bus turistici che lega quelli che lavorano, studiano, visitano, fanno affari, usano servizi, socializzano, acquistano». Nel 2001 i pendolari abituali (interni al Comune) erano 18 mila al giorno, 316 i bus che arrivano dalla terraferma. 12 milioni il numero degli escursionisti che percorrono, via gomma o ferrovia, il ponte translagunare: Venezia ha 6.200 visitatori al giorno.
 Marghera. Altro che area dismessa. Dei suoi 2.000 ettari industrie, commercio e terziario ne occupano 1.447, 343 la superficie complessiva dei canali, 77 strade e ferrovia. Le bonifiche, analizza lo studio, «costituiscono il nodo attuale di tutte le trasformazioni previste nell’area»: solo nel Vallone Moranzani (Malcontenta) saranno messi in sicurezza i fanghi scavati dai canali della zona industriale, oltre 2 milioni e mezzo di metri cubi.
 Acque e terre del mondo. A confermare la valenza internazionale dell’immensa progettualità che gioca sul Waterfront, il libro illustra gli interventi di riqualificazione delle aree fra terra e acqua di Lisbona (Parco delle Nazioni), Liverpool e Valencia (tutta l’area portuale).

Venerdì 6 Febbraio 2009    Il Gazzettino            p VIII

CONVEGNO AL CANDIANI
Waterfront, occasione da pon perdere. Chisso: «Ma il Comune non può impiegare 400 giorni per condere una licenza»


 

(al.spe.) Un’occasione da non perdere. Tutti concordi, ieri pomeriggio nell’affollata (e stracalda) sala conferenze al quarto piano del Candiani, nel dire che il waterfront, cioè la lunga direttrice della gronda lagunare che da Tessera si estende fino a Fusina, è un’opportunità. 

E tutti concordi nel dire che per non perdere questo treno serve un disegno unitario, anche se poi, invece, questo disegno fino a questo momento manca. 

Il secondo convegno del ciclo “Idee per Mestre” promosso dalla Fondazione Pellicani - l’ultimo sarà il 7 aprile sul tema “Abitare Mestre: città e società in trasformazione” - ha coagulato le opinioni attorno ai vantaggi di quello che un tempo era considerato un confine e oggi, per la ricerca del Coses presentata dal ricercatore Pierpaolo Fa varetto , è una cerniera di congiunzione da valorizzare. 

Ma, non per questo, sono mancati i distinguo, prima tra tutti la stoccatina al Comune da parte dell’assessore regionale ai Lavori pubblici Renato Chisso. «Noi abbiamo sempre la volontà di fare – ha detto – ma tutto si blocca quando l’amministrazione veneziana ci mette 400 giorni per dare una concessione edilizia. 

L’ideale sarebbe potere scegliere il progetto migliore, però in queste condizioni, con questi ritardi e queste lungaggini, è difficile fare qualcosa». 

   

Dopo l’illustrazione del Quadrante di Tessera, di Massimo Miani, il dibattito della tavola rotonda guidata da Nicola Pellicani ha messo a confronto anche il vicesindaco Michele Vianello, il presidente dell’Autorità portuale Paolo Costa , il presidente della Provincia Davide Zoggia e l’imprenditore Luigi Brugnaro per Confindustria Venezia. «Senza un collegamento con il Centro storico, il waterfront diventa soltanto un muro» ha detto Vianello rilanciano il raddoppio della stazione marittima per i passeggeri.

 

 «Servono progetti condivisi realistici e non libri dei sogni» ha sollecitato Brugnaro. «Il waterfront lo pensiamo come un elemento centrale dello sviluppo o opponiamo un quadro disomogeneo?» ha chiesto Zoggia, che poi ha posto la questione del ruolo futuro degli enti locali specie quando siano chiamati a gestire politiche di area vasta. «A un secolo dalla nascita di Porto Marghera, è possibile un nuovo corso puntando su porto, aeroporto e industria leggera a Marghera» ha spiegato Costa. Tutti d’accordo infine nel riconoscere l’importanza degli investimenti privati accreditati dal pubblico.

 

                                                                          byRevi 8.2.09