30.4.09 - Vi
invio alcune considerazioni relative all'oggetto, in relazione
a quanto accaduto il 23 aprile scorso, in occasione
dell'inaugurazione della mostra storica su San Giuliano,
presso il ristorante "Ai pirati".
Massimo Donadini
Cari
amici,
Giovedì 23 aprile, nel pomeriggio, abbiamo inaugurato la
mostra storica su San Giuliano, allestita all’interno del
ristorante “Ai pirati”, nell’ambito delle iniziative della
prima festa del Polo Nautico.
Vi invito ad andare a vederla perché, a parer mio, è
interessante sia nei contenuti che nell’allestimento.
E’ giusto ringraziare, al riguardo, Sergio Barizza e
Silvia Maguolo che della mostra sono gli artefici, nonché gli
altri soci che hanno collaborato alla riuscita dell’evento
(senza fare torto ad altri cito Ruggero Zannini e Vitaliano
Turchetti).
Sono seguiti una breve illustrazione del lavoro da parte
di Sergio Barizza, due parole di circostanza da parte di Bepi
Penzo e del sottoscritto ed un brindisi, gentilmente offerto da
titolare de “I Pirati”.
Insomma: un momento piacevole che ha sottolineato
un’iniziativa valida frutto della collaborazione fra soci e
società diverse che è lo spirito che sempre dovrebbe animare
il nostro Polo Nautico.
Un’unica piccola ombra, che
motiva questa mia nota, è costituita dall’intervento del
rappresentante delle ditte del Canal Salso (i
“trasportatori” e non solo) presenti nell’area del Parco.
Presenza ed intervento che non mi erano note ne mi erano
state preannunciate ed oltretutto fuori contesto, trattandosi
dell’inaugurazione di una mostra a carattere strettamente
storico-culturale.
L’intervento, comunque, ha ripreso un tema caro ai
trasportatori, ovvero la comunanza di interessi e di problemi
fra ditte di San Giuliano e società sportive della Punta: ne
deriverebbe l’opportunità di fare fronte comune nei confronti
dell’Amministrazione Comunale, per difendere la presenza di
tutti nelle attuali collocazioni all’interno del Parco.
Ovviamente, sia per rispetto del cortese e disponibile
ospite (il titolare dei Pirati), sia perché, appunto, quello
non era il contesto per un confronto sul tema, non ho replicato,
limitandomi a declinare gentilmente l’invito ad una comune
foto di gruppo.
Ritengo però doveroso precisare brevemente a Voi il mio
punto di vista.
Credo che solo ad una condizione vi sia, fra le società
sportive e le ditte, comunanza di interessi e di rivendicazioni
nei confronti dell’amministrazione comunale.
Questa condizione è il comune riconoscimento che
l’attuale collocazione (delle ditte e delle società sportive)
è assolutamente provvisoria, nell’attesa di un doveroso
spostamento che liberi le aree che fanno parte a pieno titolo
del Parco di San Giuliano ed, anzi, ne costituiscono
probabilmente la parte più pregiata.
Se questo riconoscimento avvenisse, personalmente sarei
disposto ad unirmi alla rivendicazione di aree idonee – fuori
dal parco – che consentano ai trasportatori piena operatività
e sviluppo della loro attività imprenditoriale.
Di più, sarei pronto ad unirmi a chi ritiene scandaloso
che questa città non sia in grado di reperire tali spazi,
ritenendo a livello personale che la collocazione naturale di
queste attività di trasporto sia l’isola del Tronchetto, che
viene negata con non chiare motivazioni.
Anche le nostre società sportive hanno un problema di
ricollocazione che, diversamente da quello delle aziende, non
riguarda la difficoltà di reperire aree (il nuovo centro
nautico è definito nel progetto “Di Mambro” e l’area è
ben visibilmente individuata e recintata) ma la difficoltà di
reperire le risorse finanziarie necessarie.
Noi abbiamo scelto di dare piena disponibilità al
trasferimento nel nuovo centro nautico (questo è scritto
chiaramente nello Statuto del Polo Nautico Puntasangiuliano,
liberamente sottoscritto da tutti i Presidenti delle società
sportive), perché – da cittadini di Mestre, prima che da
sportivi - condividiamo il progetto del grande parco di San
Giuliano, frutto del sogno di Gaetano Zorzetto, ancora in larga
parte irrealizzato.
Non mi pare che da parte delle ditte del Canal Salso vi
sia lo stesso atteggiamento: altrimenti, per prima cosa,
dovrebbero pubblicamente rinunciare al progetto di nuova
edificazione di capannoni sulla gronda del parco, presentato e
tentato di far passare con colpo di mano del “commissario al
moto ondoso”.
Se lo facessero potremmo dare, ripeto, il nostro convinto
appoggio alla rivendicazione di una idonea sede ed alla giusta
richiesta (che riguarda anche noi, sino alla realizzazione del
nuovo Centro Nautico) di potere, nel frattempo, continuare ad
operare al meglio nella provvisoria situazione attuale.
Non mi dilungo oltre, anche se sarebbe opportuno
sottolineare anche la differenza fra le nostre attività (a
carattere sportivo e ricreativo ed a scarsissimo o nullo impatto
ambientale) che sono di sicura valorizzazione del parco e quelle
della ditte (sicuramente validissime dal punto di vista
imprenditoriale e di garanzia di lavoro, ma di forte e negativo
impatto ambientale) che, semmai, penalizzano il parco.
Cordialmente,
Massimo
Donadini
30
aprile 2009
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