Da Alessandro
Dissera
Bragadin riceviamo e con molto piacere pubblichiamo:
» scarica
il .pdf di Alessandro con il racconto e tutte le foto
"Siora
Marisa", Sanpierota
Quando si
dice l'"anima" di una barca.
Il racconto e le immagini dell'ultima nata a San Giuliano. ...
Ma già é prossimo un altro lieto evento...
|
Alessandro (a sx) e Mauro
Viviani si avviano al varo di “Siora Marisa
”
|
Da
quando nel '93 ho venduto la nostra vecchia Sanpierota (Schiavon 1961),
ho
sempre avuto un senso di vuoto ogni volta che dovevo guardare la laguna da
terra, quante ne abbiamo passate con quella barca, che veleggiate con la
“nova” vela de “bombaso” fata dal papà in tinèlo co’ la Singer
de la nona e pitùrada
con la morosa (ora moglie) in campo con le tere e l’acqua del canal…
Così
nel settembre del 2007, il giorno del mio compleanno, sono andato, con mia
moglie Sara,
a Pellestrina
dal compianto
Piero Menetto per
ordinare una Sanpierota da 6,60… (sarebbe stata la quarta che Piero
costruiv
a a
i Dissera)
il resto,
purtroppo, sappiamo tutti come è andato a finire.
Così
con l’amico Mauro Viviani, anche lui in attesa della barca di Piero,
abbiamo cercato una strad
a a
lternativa, affidando la costruzione dello scafo
a Claudio
Pasqualin del cantiere Tecno Legno Yachting, che di Sanpierote non ne aveva
mai vista una, ma che costruisce barche in legno stupende.
|
»
correlati:
|
E’
stata una bella sfida, ma grazie all’esperienza di Sergio Zanetti e al progetto di suo figlio Carlo,
a Vanni Vercio
e mio cugino
Michele Dissera
sempre prodighi di consigli e mai gelosi nel trasmettere l’esperienza
maturata sul campo e al rilievo di una Sanpierota di Gilberto Penzo
siamo
riusciti a far nascere
la “Siora Marisa
”.
A
dire il vero le barche dovevano essere due (gemelle perché i sanconi, il
fondo e i fianchi sono stati tagliati a controllo per tre barche) ma gli impegni di Claudio, non hanno permesso la nascita della seconda barca
(Mauro però è ora armatore di Morbinosa una bellissima sanpierota
di
Crea), così venti giorni fa, con gli amici
Tony e Christian
siamo andati a prenderla, l’abbiamo sistemata in un capannone e
l’abbiamo finita…
Giovedì
sera il lavoro era terminato (quasi) e abbiamo deciso, all’ultimo momento,
di vararla venerdì, non ne potevo più di aspettare e non ho voluto perdere
tempo, anche perché sabato, complice un matrimonio, non potevo ne vararla
ne provarla, così l’ho iscritta alla regata Re di Fisolo e ho deciso che la prova l’avrei fatta
direttamente sul campo…
Detto
fatto, peccato che le mie donne si sono subito ammutinate, così domenica
mattina sono andato a traino (non ho il motore) di Caprera, del buon
Lucio Stocco e
Vento di Venezia
al campo di regata “solo”… un uomo e la sua barca.
Armata
la vela mi sono recato verso la partenza e nonostante tutto ho riscontrato
che la barca era abbastanza equilibrata, il buon Mario Scarpa ha fatto un ottimo lavoro, anche
se ancora un po’ troppo orziera e lenta rispetto gli altri nelle boline
strette; nel primo lato di bolina infatti ho
perso
tantissime posizioni, forse avevo solo un paio di barche dietro, ed essendo
da solo mi mancava peso sopravento ed ero costretto ad orzare e lascare in
continuazione, rallentandola e facendola ripartire ogni volta, sono però
rimasto veramente impressionato dall’angolo e dalla
velocità
di Alzavola e Leon, che mi hanno dato un distacco enorme già sul primo
lato.
Presa
confidenza e sui lati dove non avevo problemi di pesi ho iniziato a risalire
posizioni, raggiungendo, Paranà, Berta e confrontandomi con la bella barca
di Nicolò Zen, Corte Sconda sul lato al Traverso dove esprimevamo la stessa
identica velocità.
Sul
penultimo lato, raggiunta la coda delle categorie partite prima, mi sono
portato a ridosso della quarta posizione della categoria verde, una
bellissima sanpierota con vele gialle e rosse (credo Crecola) ma dopo
l’isola, nell’ultima bolina il vento ha rinforzato e mi sono di nuovo
scappati,
ho cercato di fare meno strada stringendo un po’ di più e passando
sopravento alla famigerata secca dell’isola ex Poveglia, ma ero sempre con
la nerv
a a
mollo; nel bordo di recupero ho incrociato mure a sinistra Jolanda così ho
virato sottovento e ho rallentato molto sia per i suoi rifiuti, sia per
l’angolo abbastanza estremo che ho dovuto fare, che per il
vento forte
che mi impediva di angolare la randa come si deve, faticando tantissimo a
raggiungere il traguardo, con Berta, Attilia e Rossellana che si
avvicinavano, senza raggiungermi e Crecola che se ne andava…
Quinto e felice, non male anche la posizione in classific
a g
enerale (anche
se
in classifica mi hanno alzato il tempo di un minuto, da 1.31.40 a 1.32.40 ma
che non cambia null
a a
i fini della classifica di categoria) per la prima ed unica prova della
barca dopo il varo, da regolare e con tutte le manovre da ottimizzare. Siora
Marisa ti xe stada proprio brava …
Alessandro Dissera
Bragadin
|