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Vuoi
conoscere attraverso il giovane Marco
il mondo della Voga Veneta
Veneziana d'oggi?
Potrai riconoscere i
personaggi, i luoghi, i termini e persino un po' di dialetto venessian. |
Se già sai tenere il remo in forcola potrai sicuramente impararne
qualcuna in più, e il 5 Settembre, in Canal Grande, avrai la
possibilità di vivere la Regata Storica come mai ti saresti
sognato.
E'
on line, e scaricabile in modalità .pdf, il racconto breve di Antonio Padovan, scrittore per passione della voga
e dello straordinario ambiente lagunare.
Di Antonio, su questo sito web, conosciamo già il testo della
guida Le
vie d'acqua di Cavallino Treporti,
ed ora, attraverso
i personaggi di Marco, Cate, Giovanni e Jacopo, andremo un po' a
conoscere la vita delle remiere e dei tanti domestici
"mondi" che formano il popolo d'acqua veneziano, strenuo
innamorato della propria inimitabile e magica Venezia.
Sicuramente qualcuno comincerà con l'eccepire che era preferibile
chiamare la barca "puparìn" anziché "pupparino":
é uno dei "problemi" di Venezia. Chiediamo venia,
e lasciamo il campo a Marco !
ByRevi
Il
pupparino celeste
Storia
(veneziana) di voga e di amicizia
Dall'Autore
Avvertenze
al Lettore
Desidero
prima di tutto precisare che le persone e i fatti di cui si
parla nel racconto
sono tutti assolutamente inventati, a eccezione dei campioni del
remo Ciaci, Strigheta, i cugini Vignotto e D’Este, cui si
accenna di sfuggita. E’ vero che ho chiamato i personaggi con
alcuni dei cognomi più frequenti in ciascuna delle isole della
laguna, ma ogni eventuale altra coincidenza con persone reali
assicuro che è assolutamente casuale.
Racconto
la storia di due amici che con impegno e coraggio si preparano
per partecipare alla Regata Storica, com’è il sogno di tanti
ragazzi di Venezia e delle isole della laguna, e racconto un
po’ anche il mondo delle nostre “remiere”, di cui faccio
parte anch’io, essendo presidente della Remiera Cavallino.
Ho
iniziato a scrivere questa storia diverso tempo fa, raccontando
all’inizio solamente della Regata Storica vogata dai due
protagonisti, perché quello che mi interessava di più era il
puro gesto sportivo e forse perché desideravo vivere anch’io,
seppure solo immedesimandomi nei personaggi, quell’esperienza
che mi figuro straordinaria e indimenticabile.
Allora
le conoscenze tecniche e le esperienze agonistiche a mia
disposizione non andavano oltre quelle di un poco attivo socio
di remiera (i presidenti di solito vogano poco) e ho quindi
cercato di arricchire il mio bagaglio culturale sulla voga alla
veneta vogando e ascoltando e interrogando chi ne sapeva più di
me.
A
dire il vero non è stato tanto difficile, perché quello della
voga è uno sport anche molto parlato, nel senso che i regatanti
amano tantissimo raccontare delle loro regate, di cui ricordano
anche a distanza di anni ogni più piccolo particolare. E’
vero poi che raccontando di questo sport
ci si imbatte inevitabilmente in scuole di pensiero
diverse, e sono quindi sicuro che qualcuno storcerà il naso
leggendo qualche passaggio del racconto, ma va bene così.
Certo
l’esperienza diretta è tutta un’altra cosa, però io
ragionevolmente non potevo più aspirare a partecipare alla
Storica, neanche allenandomi tutti i giorni per una vita, e
dovevo quindi accontentarmi dei racconti di chi
quell’esperienza l’aveva vissuta.
Il
risultato comunque non mi dispiaceva e ho chiesto a qualche
amico di leggere il racconto, ricevendo per lo più
incoraggiamenti e l’invito ad ampliarlo, per renderlo più
interessante anche a un lettore che sa poco di voga. Cosa che ho
fatto raccontando l’arrivo in “remiera” di uno dei due
protagonisti, i suoi incerti inizi, il suo rapporto con
l’anziano istruttore, un’amica e gli altri soci.
Mi
sono un po’ divertito, insomma, a raccontare bonariamente vizi
e virtù del nostro ambiente,
sperando che nessuno se la prenda (a ogni buon conto
indico sotto la mia mail).
Sempre
incoraggiato da questi amici, ho poi proposto la pubblicazione
della mia storia sul bel sito web del Circolo Velico Casanova,
che molto gentilmente ha accettato.
Non
mi resta altro da dire che mi auguro possa piacere e magari
servire a convincere qualcun altro, ragazzi soprattutto, a
praticare questo sport che è bellissimo e si pratica da noi in
un ambiente naturale straordinario come è la nostra laguna.
Antonio
Padovan
(antonio.padovan@libero.it)
Non
ho nulla in contrario alla riproduzione per scopi non
commerciali del racconto, purché naturalmente ne appaia la
paternità e me ne sia data notizia.
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