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Anno 1967: da Vela e Motore
«300 miglia in Istria - 2a Puntata» cronaca anni '60 di Nino Zorzetto 
2a Puntata
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300 miglia in Istria di 3 coppie e " Popetta" 
con 3 "Cap-Corse"

 2a puntata

13 luglio - Si parte alle ore 8,30 in bonaccia smotorando, ma alle 10 circa fa brezza regolare da Maestro ed in poppa su un mare bellissimo e sole splendido, randeggiamo le Brionì a breve distanza, essendo stata ridotta la zona in­terdetta, mi auguro che presto ogni limitazione sia tolta, perché le Brioni ed il Canale dì Fasana sono zone vera­mente belle con tanti posti dove cacciarsi in caso di mal­tempo.
Prima delle 14 siamo all'ancora per un bagno e colazione, a Veruda davati la Sanità tra yacht, barche e barchette; dopo aver assistito, arrivando, ad una regata di triangolo per le classi Star, Cadet e L5 (classe nazionale slava). Nei pomeriggio slalom velico dentro la baia, prima di andare all'ormeggio per la notte, in Valn Cocoia, molto tranquilla e solitaria.  
 

14 luglio - Esplorazione a terra con severo collaudo dei sandali giapponesi, su questo terreno roccioso ed acciden­tato e molte fotografie alle tre barche accostate, poi si parte alle 10 con Scirocco in prua, io bordeggio sottocosta seguito dai Gianfranco, mentre Giancarlo tirando bordi al largo ben presto scappa e vira per primo a Promontore, io brontolo che è tutto merito della Sandra che sta al timone anche di bolina, che sapevo che fuori c'era più vento ma anche più mare e che la Giovanna non era in gran forma, ecc. La verità è che Giancarlo è un bel timo­niere e se lo molli su un bordo ti saluta; Franco è fuori contesa perchè ai lasco può guadagnare qualcosa, ma di stretto no, visto che naviga regolarmente con circa 2 mq. di pannolini della Popetta, messi al sole; senza contare circa 100 kg. in più tra detersivi, bagnetto, culla, ecc. e poi loro sono in tre. Alle 14 siamo a Medolino ormeggiati davanti alla Pineta per il rituale bagno e colazione, poi ci spostiamo al moletto all'ingresso dei camping, in un or­meggio tranquillo. Cena in paese con una bella grigliata di carne.  

ormeggio a Medulin



15 luglio
- Purtroppo è già trascorso metà del tempo disponibile per questa crocierina. Il posto è bello e si de­cide per la giornata di riposo. La mattinata viene impie­gata per far acqua e viveri che si possono acquistare como­damente dopo l'apertura, vicino a quasi ogni camping, di un piccolo supermercato (prefabbricato) dove si trova praticamente di tutto, birra ghiacciata compresa, a prezzi convenienti.
Mi diverto, con guanti e coltello a riempire un secchio di ricci di mare tuffandomi e depositandoli di­rettamente in barca, dopo un assaggio cauto da parte di chi non li conosceva, l'accoglienza è a dir poco calorosa.

Tempo incerto, vento che gira ed al pomeriggio fa bora, una bora robusta, misura 35 nodi, rinforziamo gli ormeggi e siamo contenti di essere in banchina. Diamo una mano ad uno svizzero simpatico (oltretutto ha un Seagull eguale al mio), con moglie e due ragazzini sotto i 10 anni, che viene a ridossarsi con un « Super Dorade »; come manovra si comprende che « il signore se ne intende ». Alla notte ho l'impressione che la bora aumenti, ma le barche stanno bene e noi ci dormiamo sopra.  
 

16 luglio - La bora tende a mollare, sentiamo il parere di un vecchio pescatore ormeggiato con la sua barchetta vicino a noi: « se la bora molla, fa brezza da maestro e bel tempo per un paio di giorni ».

Dopo una robusta colazione, nel pomeriggio usciamo con il fiocco medio e due mani di terzaruoli, con le ultime raffiche di bora non arriviamo neanche a Promontore, do­ve troviamo Maestro in prua, bordeggiando siamo a Ve­ruda alle 18. Il buon vecchio ha fatto una previsione abba­stanza esatta, ma per chi fa domande sul tempo ai pesca­tori ricordo che questo aveva delle caratteristiche posi­tive: l'età, la barca a remi e l'aver pescato sempre in quella zona; questo per non aver la risposta che ho avuto anni fa da un chioggiotto: « EI tempo? Se non lo sa elo che gà el barometro! ».

La serata è un poco umida e alla notte piove.  
  

ormeggio a Val Cagoia (Veruda)

17 luglio - Partenza alle ore 6,30 con bonaccia, smotoriamo per circa due ore, i rilevamenti sono numerosi (an­che a causa della zona interdetta delle Brioni ), la media é di 5 nodi e il mio vecchio Seagull si difende bene dagli «americani»; poi fa scirocco che fresca girando ad Ostro, si vorrebbe portarsi avanti approfittando del vento favo­revole, ma le ragazze (fa mia poi!) si preoccupano per la posta, i viveri, i gelati, ecc., quindi sosta a Rovigno.

In porto c'è una maretta fastidiosa e l'ormeggio è da tenere d'occhio per il fondo che tiene poco. Vicino a noi saltella, più esposto, un «Corsaire» molto attrezzato, di due ragazzi svizzeri alla loro prima crociera in mare; tro­viamo anche una « Alpa 7» con due «furlaní»  simpaticis­simi, che ci offrono del buon vino fresco, troviamo anche un meno simpatico «giovane leone» locale, il quale dopo averci predetto drammatici naufragi, spalleggiato da un paio di amici protesta perchè secondo lui, il nostro ormeg­gio metterebbe in pericolo il suo caiccío ormeggiato rego­larmente «lungo banchina», dove occupa il posto di tre barche. Il nostro atteggiamento deciso, con la promessa di sane « sberle» e più ancora la minaccia di chiamare «la Milizia», fa sparire questo buon samaritano. Cresce in noi la stizza per la sosta in questo porto e appena le ragazze sono a bordo (con dei gelatoni così!) salpiamo e con il vento teso al lasco facciamo del surfing fino al Canale di Leme che risaliamo tutto a vela fino a 500 metri dal moletto di Cul di Leme. Qui, ormeggiate le barche, i capitani si affrettano a degustare i primi piatti di ostriche, in una trattoria alla radice del molo, mentre le ragaz­ze danno gli ultimi ritocchi al trucco a bordo. Sono le 17, suona una rudimentale orchestrina paesana, arrivano le ragazze e con loro altre ostriche e cozze; tutto annaffiato con ottimo vino bianco; le luci del giorno si spengono lentamente e noi attacchiamo le orate; il posto è magnifico, e l’unico pensiero e di ritornarci    trovare sempre un posto d’ormeggio!

 

18 luglio - Ridiscendiamo quasi tutto il Canale a vela e con Ostro diamo fondo ad Orsera, uno dei più bei posti dell'Istria, dove facciamo il bagno in un'acqua splendida, buona colazione dalla cooperativa equipaggi; una ragazza prepara il primo , una il secondo, ecc., per tutti e sei ed il lavoro viene diviso e facilitato.

Nei pomeriggio con un leggero Maestralino tiriamo bor­di versa Parenzo che raggiungiamo in un paio d'ore. Al­l'altezza di Fontane incrociamo il «Tahiti» dell'amico Gior­gio Sternini, con il quale ho fatto una indimenticabile cro­ciera in Grecia, la barca è stata dipinta di un altro colore e al momento l'avevo presa per uno dei numerosi «Tahiti» che navigano ormai in Italia.

Alla sera a Parenzo piove.  
 

19 luglio - Tutta la giornata siamo fermi a Parenzo con bonaccia ed una pioggia continua, ci aggiriamo come mar­ziani nelle nostre cerate gialle per la cittadina triste e superaffollata di turisti, dove normalmente d'estate non piove mai e quindi i locali pubblici non sono sufficienti per tutta questa gente, svolgendosi quasi sempre la vita all'aperto. Ci facciamo anche una bella passeggiata per acquistare miscela al distributore in periferia, piove tutta la notte; oltre 30 ore di pioggia continua.  
  

20 luglio - Finalmente non piove più, il tempo è incerto, ancora con umidità e venti meridionali, ma anche senza sole, ci sembra una bella giornata dopo tanta piaggia; perchè anche se grazie al compensato marino, la coperta e la tuga sono perfettamente impermeabili, con tanta pioggia ed umidità in cabine piccole si ha una notevole condensazione.

Con vento leggero da Ostro in un paia d'ore siamo a Cittanova dove ritroviamo «barba Brcich » e Signora.

II pomeriggio è dedicato ai bagni ed osservazioni subac­quee. I1 Gianfranco, che è anche pescatore, caccia vere urla a vedere tanto pesce tranquillo fra i massi di prote­zione della dighetta esterna del porto, facciamo molte foto­grafie e poi per cambiare inizia a piovere, ma per fortuna smette presto e per consolarci andiamo a cena da «De Gaulle » oste di campagna, controfigura perfetta del cele­bre Generale, ma noto anche per il suo gustoso fegato «in tecia » e per i suoi prezzi veramente onesti.  
 

21 luglio - Ce la prendiamo comoda, con un po' di Le­vante della mattina ci portiamo a Salvore; entriamo nli porticciolo per l'ultimo bagno in acque profonde ed azzur­re, dove si può vedere, diversi metri sotto la chiglia, l'an­cora sul fondo: è un po' l’arrivederci a questa pezzo d'Istria che tanto amo ed al suo mare che tante volte ho solcato. Sono contento che anche agli altri sia piaciuta e mi perdo­nino di essere stato un cicerone molto modesto; spero soltanto che ognuno abbia un po' il desiderio di tornarci. Nel pomeriggio dopo aver salpato, facciamo una vera volata con un bel Maestro, infatti impieghiamo quaranta minuti per raggiungere l'entrata del porto di Pirano, una volta ormeggiati, le ragazze si scatenano per gli ultimi souvenirs; poi tutti a cena da «Massimiliano» dove ono­riamo una volpina ai ferri di oltre tre kg.  
 

22 luglio - Partenza alle 9,45 anzichè alle 8 come era in programma per attendere il signore che deve timbrarci i passaporti e che quel giorno ha fatto un po' più tardi: bonaccia e si va a motore, la giornata si presenta bella e la brezza tende a farsi regolarmente a Maestro, ma dopo un po' di refoletti molla completamente e piano piano il cielo si annuvola, cade qualche goccia di pioggia, arriva una strana maretta da ponente; in breve ci facciamo sei ore a motore, record, purtroppo, della crocieretta e mia personale assoluto, fino a Caoríe dove si arriva alle 16, non è stata una giornata divertente, ceniamo nella tratto­ria dell'andata, alla notte piove.

23 luglio - Ci alziamo che piove, poi smette e pian piano il tempo si apre; alle 8 partiamo in bonaccia a motore, ma finalmente alle 10 lo fermiamo ed alziamo le vele, la brezza si forma a scirocco poi gira regolarmente con il sole e rinforza a Ostro; finalmente una giornata splendida con bella brezza regolare che ci fa navigare veloci su un mare bellissimo; alle 14 arriviamo al Pagoda all'ingresso del Port0o del Lído e prima delle 15 siamo nel porticciolo del Diporto Velico Veneziano : la crocieretta è finita.  

NINO ZORZETTO  

 

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                                                                                                                                           byRevi 22.9.2010