Vela e Motore n. 4 anno 1967
300 miglia
in Istria
di
3 coppie e "
Popetta" con 3 "Cap-Corse"
articolo di Nino Zorzetto
1a Puntata (dal 7 al 12 luglio)
Questa
crocieretta estiva non ha niente di eccezionale, ma solo la
simpatica caratteristica di essere effettuata da tre coppie
amiche
su barche dello stesso tipo, tre Cap-Corse; una di queste
coppie. quella di Ines
e Gianfranco, avendo una bambina di tre mesi se la sono
portata
dietro. Breve presentazione dei compagni di ventura + poppante (Popetta),
coppie di giovani sposi, non "ye-ye"
ma sotto i trent'anni (le ragazze poi!), e precisamente:
-
Giancarlo, torinese,
con Sandra la moglie veneziana trapiantata a Torino
(evidentemente!)
con il loro Django,
costruito
e finito come un prezioso mobile da Giancarlo e portato
a Venezia, lungo il Po, da Pavia, per partecipare a questa croci
eretta.
- Gianfranco
e Ines
,
veneziani, con la loro meravigliosa Popetta, che in ogni porto
attirava l'ammirazione di grandi e
piccoli
perchè è una bella bambina, con i capelli biondi e il visetto
abbronzato, sprizzante salute da tutti i pori; durante la
crociera è sempre stata benissimo e vi possa assicurare che non
soffre il mal di mare; forse perchè a 8 giorni di vita è
venuta in barca dalla clinica a casa. La loro barca si chiama Stropolo.
- Infine chi scrive[Nino
Zorzetto] triestino, trapiantato a Venezia, con Giovanna,
moglie meranese; quindi "espertissima" di barche; alle
andature portanti sta comunque al timone in rotta sulla bussola,
permettendomi di fare magnifici sonnellini e mi scuso ancora con
lei per essere
un
tenace brontolone. La nostra barca si chiama Jo.
Foce del
Livenza: Santa Margherita é ancora solo il nome di una
località deserta. |
7
luglio - Dopo due
giorni di maltempo il temporale della notte e questo vento teso
da SW al mattino, non promettono niente dì buono, la radio
trasmette: «avviso ai
burrasca»,
si decide (tra il partire ono)
di andare per i canali interni della Litoranea Veneta per
portarsi un po' avanti verso Lignano e
Grado e da
là traversare per Pirano, uno dei porti d'entrata dell'Istria, oggi
Jugoslavia.
Partenza
alle otto dal porticciolo del
Diporto Velico Veneziano
a S. Elena
, al semaforo di S. Nicolò sono esposti ti segnali di « avviso
di burrasca » come saluto di buon viaggio, mare discreto
all'imboccatura del
porto
e poggiata verso
Treporti per imboccare la Litoranea.
Navigazione
al lasco, con sole,
vento ed
un'acqua liscia per la gioia delle ragazze che mal comprendono
il nostro desiderio di mare aperto; apertura abbastanza veloce
della Conca del Cavallino (tra laguna, e il fiume Sile) e
così pure dei ponti, fino a Torre di Fine; dove con
<gioia> scopriamo un ponte fisso di cemento, costruito
recentemente che ci obbliga ad abbattere gli alberi e poi
issarli nuovamente e proseguire la navigazione
a vela fino al
Livenza, dove un temporalone ci consiglia di ammainare tutto e
raggiungere a motore il vicino ormeggio di Porto Santa
Margherita (Caorle) alle foci del Livenza. Cena, a grande
richiesta delle ragazze, in una trattoria sulla spiaggia a 0 metri
dalle barche e lieta sorpresa per il conto onesto..
8
luglio - Risveglio con bora fresca, in prua giusta per
noi;
piccoli acquisti e
paziente attesa dell'alta marea, dopo i vani tentativi a mano e zappa, per
liberare la barca di Gianfranco rimasta in secca dopo l'alta
marea della notta. Partenza alle ore 11 con bora fresca
e mare che
ci ha convinti a proseguire
ancora per l'interno a motore, dopo aver ammainato gli alberi,
dovendo passare sotto il ponte fisso di
Bevazzana; la laguna di Caorle è bellissima sotto un sole splendido ed i fotografi,
lasciate le mogli al timoni, si scatenano fotografandosi a
vicenda. Giungiamo nel primo
pomeriggio a Bevazzana;
allegria! allegria!... le conche (tra la
laguna e il
Tagliamento) sono chiuse per lavori, se vogliamo attendere
apriranno a ...fine settembre, questo per facilitare la nautica
da diporto!
Ritorniamo
indietro; abbastanza tristi per il percorso e gli alberi
ammainati inutilmente, con la prospettiva di aver perso una
giornata per niente:
Ci
fermiamo a Porto Baseleghe dove dei pescatori gentilissimi ci
assicurano che si può uscire in mare anche da lì, essendoci un
passaggio tortuoso ma sufficientemente profondo sulla barra; ci
indicano esattamente il percorso e noi come S. Tommaso, ancorate
la
barca di
Giancarlo e la
mia, con quella di Gianfranco che ha il motore più potente (5,5
HP) provvisto di folle, andiamo a scandagliare; il passaggio c'è,
ci sono due metri d'acqua.
Il
tramonto è vicino,
il posto
è molto bello, e si decide di
fermarsi per
la
notte.
Le
ragazze preparano la cena, con un'occhiata abbiamo visto che
il
vicino ristorante a
lume
di candela non fa per noi, sprovvisti dell'abito da sera; mentre
noi andiamo a cercare acqua e
miscela
ad un vicino marinas ben attrezzato, dove le barche sono quasi
tutte di tedeschi che villeggiano qui.
I due addetti sono
gentili e ci
danno acqua a
volontà, ma per la miscela uno deve andare a Bibione con lo
scooter, perchè da due anni hanno chiesto ì permessi, che non
sono ancora arrivati, per il distributore (la solita,
cretinissima burocrazia italiana che mantiene sempre in vita l’U.C.A.S.
(Ufficio Complicazioni Affari Semplici - N.d.R.); sempre per
aiutare la nautica da diporto, ed in questo caso anche il
turismo.
|
9
luglio
- Alle sei partenza con bonaccia, si va a motore; siamo
finalmente in mare ed abbiamo subito bora in prua, due mani di
terzaruoli sulla randa e fiocco medio, ci arrampichiamo
bordeggiando su una maretta corta e fastidiosa, due ragazze su
tre sono a… peri, mentre la Pupetta dorme tranquilla.
All'altezza del porto di Lignano il vento molla e gira
progressivamente, in
modo
che abbiamo bordeggio fino
a
Grado dove si arriva con gli ultimi refoletti <persi>
alle 14. Se il vento avesse tenuto e non ci fosse una certa
animosità delle ragazze, derivante dallo «scosso» mattutino, conveniva proseguire perchè Grado come cittadina
è molto bella, ma il porto é brutto, sporco, affollato e
rumoroso, insomma si sta male all'ormeggio. Ci consoliamo a
cena con una zuppa di pesce buonissima, anche se un po'
...salata.
10
luglio
- Partenza alle 9 per Pirano, a
motore
per circa due ore; è la prima giornata estiva dichiarata con
sole caldo; lieve foschia, bonaccetta can
la
brezza che si
fa
NW, arriviamo infatti a Pirano alle 13, spinti in poppa da un
maestralino delizioso.
Le
pratiche portuali e doganali sono velocissime anche se c'è
molto traffico domenicale di motoscafi triestini e noto con
piacere che di anno in anno si è accolti meglio, pratiche più
semplici, meno limitazioni, più porti d'entrata, documenti
con traduzione in italiano, ecc...
Come
aperitivo un bel bagno oltre il molo in acqua pulita, poi
colazione a bordo e breve meditazione (siesta). Nel pomeriggio
la brezza ha girato regolarmente e partiamo tirando un bordo
verso Portorose e
poi
verso Punta Salvore; dopo un paio d'ore diamo fondo nel
porticciolo di Salvore che è aperto a Maestro, ma
con il nostro pescaggio (circa
60 cm a deriva alzata) possiamo metterci dietro il secondo moletto e
star riparati da tutto, inoltre
il posto
è bello
con
la sua tranquillità e il suo verde, per me qui inizia l'Istría,
e la preferisco a Pirano ed Umago per passarvi la notte.
11
luglio
- Mattinata dedicata ai rifornimento d'acqua , doccia gratis sul
moletto interno dove appunto c'è una doccia per i bagnanti e
una comoda fontanella; tuffi e
osservazioni
subacquee in attesa della brezza, i pesci devono sapere che non
abbiamo fucili perchè sono numerosi e
per
niente spaventati.
-
Si parte
a vela,
velocità circa un nodo, colazione in mare con le tre barche a
distanza... scambio cibarie, discussioni sui
prosciutto
slavo in scatola, chi lo trova buono
chi
no; si costeggia Umago ed il fumo del cementifici sale dritto
dritto.
Nel
pomeriggio fresca da Sud in prua, bordeggio divertente, quasi
una regatina tra le tre barche; poi il divertimento diminuisce
con due mani di terzaruoli e flocco medio, infine si
poggia su Cittanova
[Novigrad ndr] planando. In porto festose accoglienze da parte di “Barba”
Brcich che a Cittanova è quasi di casa, dove si trova a bordo
del suo motoscafo con
la signora. Ottima
cena
a base di
carni miste alla griglia in una trattoria indicataci dal nostro
simpatico “Barba”.
12
luglio
- Capitani in fremente attesa degli equipaggi sbarcati per far
provviste e persi tra cartoline, gelati souvenirs. Finalmente
partenza nella tarda mattinata con vento da SW; si
entra
a Parenzo per la colazione e bagni.
Il
bagno salta perchè il tempo carica prima a Maestro poi a Bora e
quindi cambio di ormeggi e sola colazione.
Parenzo come porto non mi piace molto ed il tempo
sembra aprirsi, così nel pomeriggio proseguiamo per Rovigno;
favoloso bagno in un'acqua cristallina e controllo delle carene,
in val di Lone. I propositi di passare la notte i questo angolo
paradisiaco sfumano perchè le ragazze (la mia in particolare)
si preoccupano della pasta, delle provviste e… dei gelati più
souvenirs; si salpa per fare le due miglia che ci separano da
Rovigno dove la magnifica cena
a
base di
orate (in una trattoria che già conosco) vien mal digerita su
un
cattivo ormeggio ed alle due di notte siamo svegliati da un
Diesel vicinissimo e dalle imprecazioni in torinese del
Giancarlo che si è trovato l'ormeggi in bando, mollato dai
pescatori di un grosso peschereccio per
legare in banchina (per lungo) una lampara, alle mie urla di «Capitaneria»
e «Milizia» spariscono velocemente nel buio, lampara compresa.
Scusate
l'opinione strettamente personale, formatasi però dopo molte
crociere, ma Rovigno oltre ad essere un porto non buono, almeno
per una barchetta, è l'unico posto dell'Istria e Dalmazia
dove ho trovato gente, pescatori in particolare, poco cordiale e
non amichevole.
»
vai alla 2a Puntata
|