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di Paddy
Già dopo le prime battute ho capito che
un equipaggio di 3 dodicenni è incompatibile con l'attenzione
continua necessaria per veleggiare su 30 cm d'acqua o in mezzo a
vaporetti, motoscafi e briccole e da solo proprio non riesco a tenere
timone, randa e deriva costantemente da regolare. In po' do rammarico,
ma conscio che l'esperienza è giù unica ancora prima di cominciare.
Lunedì si parte di buon'ora da Milano, barca in perfette condizioni,
gomme nuove al carrello, e tutto perfettamente programmato grazie alle
informazioni del Circolo Casanova. Viaggiamo tranquilli sugli 80 km/h
per non dover superare nemmeno il bilico più lento e ci fermiamo
spesso circa ogni ora per sgranchire le gambe irrequiete degli
adolescenti. Così fino poco prima di Vicenza quando dallo specchietto
vedo del fumo dalla ruota posteriore destra e subito mi fermo la ruota
è palesemente sgonfia, faccio scendere e scavalcare il guardrail ai
ragazzi e mi preparo a cambiarla, in sè l'operazione è facile, ma è
lo sgomento che accompagna la manovra a renderla complessa, la ruota
ha letteralmente sputato il cinturato interno e sembra un porcospino,
penso subito ad un difetto di costruzione e siccome le gomme sono
nuovissime ripartiamo e con ansia estrema viaggio con un occhio alla
sua gemella sull'altro lato. Poco dopo esco dall'autostrada per
cercare una gomma.
Così a metà pomeriggio siamo a San Giuliano dove veniamo accolti
dall'organizzazione che ci indica dove parcheggiare, dove mettere il
carrelli, dove sono le gru, i bagno, il bar, il circolo. Organizzati,
efficienti e fattivi ricevo anche l'aiuto (non necessario, ma ben
accetto) di alcuni soci per alberare. Alle 18 la barca è in acqua e
pronta non ci rimane che aspettare il breafing e la cena. Spaghetti ai
gamberi e torte salate con un ottimo vino.
Ed è già mattina, veniamo svegliati dalla gru in piena attività per
ammarare le barche. 39 in tutto al via. Di fianco a noi c'è Eta Beta
di Franco una vecchia conoscenza e poco oltre Nausicaa il Viko di
altri amici, ma già dopo un'ora mi sembra che tutti siano amici di
vecchia data, do una mano ad alberare una barca e nel mentre qualcuno
mi chiede lumi sulla mia o mi consiglia come tenere le appendici sulle
secche.
Siamo partiti puntuali, al colpo di cannone erò esattamente sulla
linea di partenza, credo perfino primo fra tutti, ma già dopo un paio
di miglia ho capito che il Viko con quasi tutta la deriva alzata non
è facile da portare, non è che scarrocci molto, ma per farlo andare
dritto con 30 cm di timone immerso bisonga giocare continuamente con i
pesi e la scotta randa condizione, come detto, incompatibile con dei
ragazzini. Già a metà del primo tratto cominciavano a chiedere
quando ci saremmo fermati per il bagno.
Con un paio di bordi arriviamo a sfiorare l'Isola di Campalto e dal
GPS vedo in layline perfino Telsera, ma purtroppo non faccio i conti
con lo scarroccio che in quel bordo ci porta tanto a ridosso di Murano
da costringerci a Virare. A questo punto ci ritroviamo in un canale,
credo quello che porta all'aereoporto, possiamo abbassare tutte le
appendici e procedere più tranquilli anche se per un breve tratto.
Dopo poco infatti dobbiamo virare, l'obiettivo è a questo punto ben
sotto la layline, circa a 120° e così calcolo che con scarroccio e
quant'altro dovremmo farcela. Metto la prua su Burano e procedo con
una rotta vera che dovrebbe farmi scapolare l'isolotto di Madonna del
Monte.
Ancora una volta i conti li fa l'oste, non ho calcolato l'inizio del
riflusso e così quando incrociamo il canale che porta a Burano siamo
un bel miglio sotto l'isola. Un altro bordo controcorrente in una
foresta di pali non me la sento di farlo, ammainiamo tutto prima di
entrare nel canale e procediamo a motore scapolando Madonna del Monte
e piegando quindi a destra nel canale (90 cm di fondo!) che ci porterà
fino a San Francesco del deserto dove ci aspetta la sosta per il
pranzo.
Nonostante la smotorata finale arriviamo comunque dietro ad altre 20
barche, entriamo nella piccola darsena e ci ormeggiamo in 3a andana, i
ragazzi scappano letteralmente a terra. Pranzo a base di tortellini,
patate pasticciate e l'onnipresente ottimo vino.
Il tempo per digerire è poco e la strada da fare è ancora lunga.
Dopo un breve breafing, sempre precisissimo e in tutte le lingue dei
partecipanti, ripartiamo. Questa volta il percorso è tutto nei canali
e il vento è diminuito molto; il gommone risale per un centinaio di
metri e posiziona la linea di partenza.
Al via siamo ben messi, c'è però ancora corrente uscente e così le
barche a fondo piatto ci sfilano tutte, rimaniamo così a lottare per
una mezz'ora con la corrente e poi ci arrendiamo ad accendere il
motore risalendo prima fino a Burano e poi seguendo il gruppo
costeggiando Torcello e risalendo quindi il fiume. Nella anse vedere
le vele scomparire e riapparire serpeggiando nei canneti è
un'emozione veramente unica acuita dal fatto che il canale è fondo si
e no 50 cm e largo quando la barca stessa. Dopo circa 3 miglia
arriviamo all'ormeggio, non prima però di aver superato un famigerato
cavo telefonico posto a circa 8 metri di altezza. Ci avviciniamo lenti
e sbandati, da terra ci fanno segno che possiamo passare, sbrang!
Dalla mia posizione vedo scendere mostravento e luce di via, per
fortuna l'ST è salvo, riprovo sbandando ancora di più e passo, ma
ormai il danno è fatto non mi rimane che consolarmi con un'ottima
cena a bordo e con qualche chiacchiera con i vicini di barca. Al
breafing serale comunico all'organizzazione che con sommo rammarico
l'equipaggio ha deciso di ritirarsi o di ammutinarsi a mia
discrezione.
Martedì il percorso è più semplice, tutto in canale, costeggiando
ancora Torcello e Burano e scendendo poi lungo il canale a Treporti.
Convinco quindi i ragazzi a partecipare almeno a questa tappa.
Scendiamo il canale con ancora meno acqua del giorno prima, ma per lo
meno si passa con meno ansia sotto il cavo, serpeggiamo in fila
indiana fino a Burano dove il canale si allarga e dove è possibile
dare la partenza. Circa 1,5 miglia nel canale fra Burano e Torcello
con al corrente che ci da velocità di .6/.8 su un bordo è 6.6/6.8
sull'altro! Bordeggiamo per circa un'ora così fino a poggiare lungo
il canale di Treporti dove per circa 3 miglia saremo in acque libere
con la corrente a favore e il vento al traverso e potremo finalmente
volare sopra i 6 nodi con tutte le vele a riva.
Alla fine del canale si volta a destra per Sant'Erasmo, meno di un
miglio, ma tagliando fuori dal canale si guadagna parecchio e così
vedendo quelli davanti a me che poggiano li seguo convinto che
sappiano dove andare. Nemmeno 100 metri e sento da prua un urlo
"secca!", nemmeno il tempo di sventare e alzare la deriva
che lo sgancio del timone salta e la pala schizza fuori spinta dal
fondale che da 6 metri passa di colpo a 20 cm!
Arrotolo tutto e procedo cautamente lasciandomi scarrociare perché
per fortuna la corrente ci spinge proprio dove dobbiamo andare. Così
poco prima delle 3 ci ormeggiamo a 5 metri da Eta Beta, anche qui
lui su 20 cm di fondo e noi su 5 metri.
Pranziamo insieme e rimaniamo a chiacchierare fino a che loro
ripartono per la seconda parte della tappa, mentre noi dirigiamo verso
Treporti e il marina Fiorita che ci attende per la sera. E questa è
un'altra storia fatta di escursioni, bagni e divertimento più consono
alle nostre ansie da fondale.
il Velaraid non è spiegabile, va fatto, non esiste altro modo per
comprenderlo.
Va fatto ben preparati alle fatiche e alle condizioni. Ora dopo questa
esperienza siamo consci di ciò che ci aspetta il prossimo anno e non
ci lasceremo sorprendere. Ci saremo, perché la compagnia, i luoghi e
la magia ci ha ormai stregato.
Paddy
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Chi
siamo
I
MARINAI DI TERRAFERMA
Qualcuno
ha sritto "Tutto ciò che non è Venezia è Terraferma",
perciò noi siamo "quei da tera". Poco altro da dire di
noi oltre che amiamo la vela, la storia, le meraviglie e la natura
del nostro paese e, ovviamente, i laghi, le sue coste e il mare.
Pensiamo che la vela sia una passione meravigliosa purché inizi e
finisca con un carrello, meglio se parcheggiato sotto casa.
Questi
siamo noi, il nostro Trailor Sailor Club è solo virtuale e ha come
unico scopo lo scambio di informazioni, la condivisione di esperienze
e la mutua assistenza attraverso gli strumenti del Forum e
dei Raduni.
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