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Coppa America, VelaRaid, Velalonga
La Vela in Laguna e
l'Entusiasmo dell'Impossibile

di Paolo Lanapoppi

Nel 1989, il prof. Paolo Lanapoppi, reduce da una lunga esperienza professionale negli Stati Uniti, fu uno fra gli eccellenti "corsisti" che nel 1989 frequentarono il primo corso di "Vela al Terzo". Conobbe così il Circolo Velico Casanova, che a pochi anni dalla folgorante "scoperta" delle barche tradizionali lagunari, ideò e realizzò il primo corso di vela tradizionale mai tenuto in laguna.
  
Lanapoppi, prima con "Lunarda" e poi con la topetta "Alzavola", per diversi anni fu fra i protagonisti del Campionato AVT di Vela al Terzo. Vinse - primo assoluto - il "Trofeo Nuti" del 2000, ma soprattutto, alla presidenza di Pax in Acqua, riuscì a denunciare al mondo intero il problema del "moto ondoso" a Venezia.
Attualmente, come vicepresidente della sezione veneziana di Italia Nostra, é attivissimo redattore nella
rubrica web della prestigiosa associazione.
  
Con la "Lettera" al Gazzettino di oggi, Lanapoppi riapre l'"entusiasmo dell'impossibile" sulla vela in Laguna che - guarda caso - proprio in questi giorni, con Velaraid e Velalonga, nell'ideale prosecuzione di Vogalonga, celebra l'"impossibile" della vela con un grande coro di appassionati da ogni parte d'Italia e d'Europa.
                                                                                                            
byRevi
  


Il successo clamoroso, dalle proporzioni sorprendenti perfino per gli organizzatori, delle giornate della Coppa America a Venezia permette ora di riprendere alcune riflessioni che riguardano la città e la sua laguna.

Alberto Sonino , che dell’evento è stato il vero protagonista oltre che l’ideatore e il promotore instancabile, probabilmente ricorda alcuni incontri che ebbe con me qualche anno fa.
Io ero allora impegnato nella presidenza di "Pax in Aqua" e nella difficile battaglia contro l’aumento del moto ondoso. Sonino aveva appena iniziato la sua avventura alla Certosa, salutata con entusiasmo da Italia Nostra , che mi chiese di preparare un testo su quell’iniziativa, per inserirlo sul sito web dell’associazione.
 

La rinascita dell’isola, dopo decenni di scandaloso abbandono salvo per le cure di un’associazione di volontari, aveva del miracoloso. Dove regnavano i rovi e le spine, dove una vegetazione selvaggia ormai impediva il passaggio, nasceva un cantiere nautico improntato a metodi e lavorazioni ecologicamente impeccabili, e perfino una fermata del motoscafo Actv era prevista, cosa fino allora impensabile e oggi realtà da parecchi anni.

  

Preparai un dossier sull’impresa e l’eccellente Maurizio Zanetto lo inserì nel sito web di Italia Nostra. Dovetti intervistare tutti i personaggi coinvolti, e naturalmente quel giovane campione olimpionico di vela, Alberto Sonino , che assieme al famoso velista Soldini era riuscito a riportare la vita alla Certosa.

  

Parecchie volte in quelle occasioni gli ripetei quello che riprendo oggi con maggior fervore e con un briciolo di speranza in più: facciamo di Venezia la Capitale Europea della Vela!

Lanciamo l’idea, iniziamo a raccogliere consensi!

 

La laguna non è fatta per i motoscafi a due piani; tutte le lagune sono delle oasi di silenzio e di quiete, protette dai venti forti, ideali per imparare a veleggiare e per giornate di indimenticabile fascino passate a esplorare velme e barene, ghebi e paludi.

  

Sonino, molto più giovane ma sicuramente più realista, era d’accordo sul principio, ma forse meglio di me vedeva le difficoltà e forse anche vedeva una strada, ben più efficace di quella che potevo pensare io nel mio idealismo un po’ astratto.
Adesso però il momento sembra opportuno.
La Coppa America ha fatto vedere a tutto il mondo il potenziale della laguna come centro velico, la sua bellezza e l’orrore delle profanazioni che i mezzi a motore le infliggono, scavando i fondali, erodendo le barene, rendendo impossibile la voga e la vela.

 

Domenica pomeriggio stavo con la mia barchetta davanti alla darsena della Misericordia. E’ passata una gondola a quattro remi con i vogatori sballottati e scoordinati dal maremoto: una remiera o dei privati, non so.
Il prodiere deve avermi riconosciuto perché mi ha gridato: “Lanapoppi! Devi fare una petizione! Qui non si può più vogare!”

  

 Magari bastasse una petizione. Però forse la Coppa America può fare il miracolo.
 

Qualche giorno fa a una trasmissione televisiva era presente lo scrittore Ermanno Rea. Gli fu chiesto di dire una frase che a suo avviso fosse importante e degna di essere ricordata. La disse, e sembrava fatta su misura per noi che combattiamo per salvare Venezia: “Ma che cosa sarebbe la vita, disse, senza l ’ e n t u s i a s m o dell’impossibile?”.

Paolo Lanapoppi
vicepresidente sezione di Venezia di Italia Nostra  

  
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                                                                                                                                           byRevi 30.5.2012