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Venerdì, 26 Agosto 2005  - Il Gazzettino

Era il direttore del Centro internazionale civiltà dellAcqua e lavorava in Provincia
La scomparsa di Renzo Franzin il "poeta" della difesa dei fiumi
  
   
(e.t.) Lascia un vuoto incolmabile per molti aspetti, anche se non imponeva mai la sua presenza. 
Di fiumi, corsi d'acqua, falde sapeva tutto, questioni tecniche e soprattutto storia e cultura. 
   
Renzo Franzin è mancato improvvisamente ieri mattina nella sede del Centro internazionale civiltà dell'acqua a Mogliano, che aveva contribuito a fondare nel 1998 e che dirigeva, istituzione tra le più quotate e apprezzate nel settore. 

Aveva 56 anni, era sposato con Anna Furlan, la ex presidente della Provincia di Venezia, aveva tre figlie Marta, Irene ed Esther, fu sindaco di Meolo quando ancora militava nel vecchio Pci e poi uscì dalla politica attiva per dedicarsi interamente alla difesa del territorio e dei suoi corsi d'acqua. 
   
Era funzionario in Provincia, alle Politiche Ambientali, ha condotto battaglie assieme alle popolazioni nel bellunese per la difesa del Piave, lungo il cui corso era andato ad abitare anni fa (a Musile); faceva anche il giornalista collaborando con alcuni quotidiani nazionali e scrivendo sempre di temi legati al suo interesse principale. 
L'acqua lo ha portato ad intessere relazioni intense con uomini come il poeta Andrea Zanzotto e lo scrittore Gianfranco Bettin. 
  
Proprio l'ex prosindaco di Mestre e l'assessore Ezio Da Villa lo hanno ricordato ieri definendolo un «punto di riferimento preziosissimo umanamente, scientificamente e politicamente». 
È stato lui uno degli artefici dell'ultimo opuscolo sull'acqua di cui abbiamo scritto proprio ieri in queste pagine, opuscolo che la Provincia distribuirà ad ottobre; aveva un bagaglio di conoscenze vastissimo e quel che è bello è che amava condividerle con il prossimo. «Renzo sapeva che la vita viene dall'acqua e dall'acqua dipende. 
Sapeva che la nostra regione di acqua è ricchissima e che questa è stata la sua vera risorsa pregiata, anche se quasi nessuno se ne rende conto - continuano Bettin e Da Villa. 

Sapeva anche che attorno all'acqua è fiorita davvero la nostra civiltà, la nostra cultura, e nello smarrimento di questo legame (connesso allo spreco consumistico e irresponsabile della risorsa) vedeva una delle ragioni di crisi della nostra stessa identità».
        


L'ultimo saluto a Renzo Franzin, poeta dell'acqua

E' morto il direttore del Centro internazionale Civiltà dell'acqua


«L'acqua è un elemento assolutamente intrinseco a tutti i paesaggi, sia quelli reali che occupano quotidianamente il nostro orizzonte visivo, sia quelli assai più pervasivi e silenziosi, che vivono nella nostra percezione, in quella sfera dei sensi che ha latitudini estese ancorché poco riconosciute, interrogate, considerate.
Paradossalmente, in questi ultimi anni, i segni d'acqua presenti nei nostri orizzonti geografici, con cui quotidianamente anche se sempre più debolmente, noi dobbiamo interagire, stanno addensando una problematica complessa di dimensione planetaria, un groviglio di questioni che riaffiorano - soprattutto nei Paesi a sviluppo avanzato - dopo un lunghissimo silenzio, un'afasia che ha caratterizzato la vita degli occidentali per quasi due secoli
».
  

Piace ricordarlo rileggendo le sue parole e riflessioni Renzo Franzin, morto a 56 anni, all'improvviso e in punta di piedi, l'altro giorno. Piace ricordarlo per la sua passione civile per la tutela dell'ambiente, dei propri luoghi, delle acque che li solcano.
  
Renzo Franzin se ne è andato lasciando un vuoto incolmabile nella cultura del Nord Est. 
Di fiumi e acque sapeva tutto. Nel 1998 aveva contribuito a fondare il Centro internazionale civiltà dell'acqua che ha sede a Mogliano, poche stanze piene di manifesti, libri, appunti sparsi all'ombra degli alberi secolari di Villa Longobardi.

Amava quelle acque dove aveva scelto di vivere (a Musile) e voleva che tutti sapessero. Soprattutto i più giovani. Voleva raccontare il perché era necessario proteggerle. Far capire e far scoprire.

Non è un caso che la sua irrimediabile voglia di portare a galla ogni verità l'abbia spinto a occuparsi - e riportare alla storia odierna - la vicenda di Tina Merlin e della sua coraggiosa battaglia contro la diga del Vajont. Lo ha fatto non solo entrando nell'associazione che porta il nome della giornalista bellunese, ma anche raccogliendo tutti gli articoli da lei scritti sull'Unità prima, durante e dopo il disastro. Con pochi mezzi ne ha realizzato una mostra e un libro che hanno girato per le nostre città.
  

Franzin faceva anche il giornalista collaborando da sempre a numerose testate nazionali, dirigendo la rivista Silis e collaborando con il poeta trevigiano Andrea Zanzotto e lo scrittore Gianfranco Bettin.

Era funzionario in Provincia, alle Politiche Ambientali. Lascia tre figlie e la moglie Anna Furlan, ex presidente della Provicia di Venezia.

Ezio Da Villa lo ha ricordato definendolo un «punto di riferimento preziosissimo umanamente, scientificamente e politicamente».

Tra i suoi volumi, vanno citati almeno Laguna Mondo, con Gianfranco Bettin, (Ediciclo), e Pulizie di Pasqua, (Edizioni Oppure).

venerdì 26 agosto 2005

Fonte: Redazione PoloEst


   
           
Venerdì, 26 Agosto 2005
MOGLIANO - Morto Franzin, il mago dell'acqua

  
   
MOGLIANO

Morto Franzin, il mago dell'acqua

È morto ieri, all'età di 56 anni, Renzo Franzin , direttore dal 1998 del "Centro studi internazionale civiltà" dell'acqua di Mogliano Veneto (Tv) e della rivista "Silis, annali di Civiltà". Nato a Meolo (Venezia) il 9 agosto 1949, era malato da tempo. Giornalista e saggista, Franzin ha collaborato con numerosi quotidiani nazionali (Il Manifesto, La Stampa) e locali (La Nuova Venezia, Il Corriere delle Alpi, l'Alto Adige) oltre ad aver scritto per svariate riviste. 
Tra le sue pubblicazioni anche il libro "
Laguna Mondo", scritto nel 1997 con Gianfranco Bettin per Ediciclo. 
«Oggi ho perso un amico, oltre che un grande collaboratore - ha commentato il presidente del Centro internazionale civiltà dell'acqua,
Sergio Reolon - Renzo ha contribuito a fare dell'acqua una questione culturale, politica e civile, oltre che ambientale».