Movimento per l'adozione ambientale della laguna davanti San Giuliano |
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Adola ed il Parco Acqueo |
IN RICORDO DI RENZO FRANZIN E' scomparso il 25 Agosto 2005. Direttore di Silis, la rivista di "Civiltà dell'Acqua", aveva conosciuto e sostenuto il progetto del "Parco Acqueo Urbano" di Adola. Amava ricordare che la sua casa ha l'ingesso sull'acqua. Ma l'acqua di quel ramo del Piave era l'Acqua dell'uomo, della sua Civiltà e di ogni Futuro possibile; fluido amniotico che ci avvolge e protegge, parte dimenticata della nostra stessa identità. Qui lo ricordiamo con alcune righe in difesa dell'acqua di una città, che ancora ha bisogno delle sue attenzioni e parole... |
Lettera di Renzo Franzin al Comune di Venezia in sostegno del Parco Acqueo Urbano - 26 ottobre 2000 |
alla c.a. del Sindaco
del Comune di Venezia e.p.c.
All’Assessore all’Urbanistica del Comune di
Venezia Roberto D’Agostino
Al Prosindaco per Mestre All’Assessore alle Politiche Ambientali
della Provincia di Venezia Al Presidente del Magistrato alle Acque di Venezia Al Coordinatore per il “Movimento per l’adozione ambientale della laguna davanti a San Giuliano”
OGGETTO:
destinazione dello spazio acqueo lagunare
fra San Giuliano e Venezia Egregio
Sig. Sindaco, la nostra Associazione ha recentemente preso visione
della documentazione inerente lo stato in cui versa lo spazio acqueo
lagunare prospiciente l’area di San Giuliano, delimitato dai canali di
Campalto, Tortolo, Sacche e San Secondo, dove si svolge, da molti anni e ad un
ritmo crescente, un’intensa
attività sportiva nautica, in particolare degli abitanti della città di
Mestre. Esistono anche qui, come in altre aree della laguna,
problemi che riguardano la preservazione delle qualità ambientali specifiche
(l’integrità delle rive, la conservazione e la pulizia delle isole
“minori” ecc.) e questioni che attengono all’uso dello spazio acqueo, come
gli effetti negativi del moto ondoso dannosi, oltre che per l’ambiente in
generale, pericolosi per gli sportivi che sono i frequentatori abituali del
luogo in questione. A
rafforzamento delle numerose prese di posizione, delle proposte e delle attività
del “Movimento per l’adozione ambientale della laguna davanti a San
Giuliano”, ci consenta di aggiungere anche la nostra accompagnata da due
considerazioni che ci paiono particolarmente pertinenti all’argomento proprio
perché ispirate dalla nostra consuetudine con la materia e perché, operando
quasi esclusivamente in terraferma e sui bordi del sistema lagunare, godiamo di
una particolare prospettiva nel considerare il rapporto con Venezia insulare. Appare
evidente che il valore delle proposte del Movimento di cui sopra, sono
assolutamente condivisibili, non solo per gli obiettivi che si pongono in
relazione alla fruizione dell’area lagunare in questione, ma prima e
soprattutto perché nel farlo segnalano in maniera inequivocabile e
particolarmente coinvolgente, il punto decisivo che fa del progetto un recupero
straordinario di un’altrettanta straordinaria funzione che quell’acqua ha
avuto per secoli fra Mestre, emporio, mercato, punto di smistamento e Venezia,
motore politico e economico del Mediterraneo. Due
realtà simbiotiche, assolutamente impensabili separate e tuttavia diverse in
quell’equilibrio di saggezza gestionale e di qualità ambientali che solo le
porte acquee (come questa di San Giuliano) della laguna hanno consentito e
rafforzato. Le
rive sono luoghi estranei persino nei fiumi (eccetto rare occasioni), ma non in
questo specchio lagunare, anzi hanno costituito più facce dello stesso
organismo, dotando la città – qui ampiamente e completamente intesa come
sistema urbano e ambientale – di una originale forza, di molte qualità
civiche e culturali e anche di una specifica connotazione altrimenti non
rintracciabile. Ripristinare
le condizioni, come chiedono molte associazioni, per cui il corridoio acqueo fra San Giuliano e Venezia venga
riservato ad una fruizione equilibrata fra sistemi di comunicazione e culture
ludiche, riconsegna a quell’acqua il suo destino originario, perché chi vive
quello spazio acqueo per ricostituire se stesso non può che contribuire
direttamente ad alimentare anche uno sguardo e un sentire diverso attraverso cui
rivivere, in termini moderni, l’antico legame fra Mestre e Venezia. E’
significativo che a proporlo e a farlo con i mezzi che hanno a disposizione,
ancora una volta, siano i mestrini, gli abitanti di gronda e di terraferma,
coloro che sentono profondamente il rischio di una mutilazione che priva Venezia
del suo “altro” al di là di quell’acqua di San Giuliano e la terraferma
di una conclusione del suo affacciarsi sulla laguna. Sarebbe
straordinario che, una volta tanto, si facessero adeguatamente pesare il senso
di appartenenza delle comunità al loro territorio e la cultura della memoria
storica, anche sopra le convenienze e le burocrazie. Sarebbe una vittoria dello
spirito di quest’acqua di cui si favoleggia spesso, magari nostalgicamente, ma incarnandolo di rado nel vivere
contemporaneo.
Renzo
Franzin
Mogliano
Veneto, 26 ottobre
2000 |