Sono
Antonella Ballarin
, socia del circolo da alcuni anni, mi piacciono la voga e la vela in
tutte le sue sfumature, sono istruttore derive e mi auguro, con il
tempo, di potermi rendere utile anche negli altri settori. Ho fatto
parte di quest’ultimo direttivo, attualmente in scadenza, e devo dire
che mi ci è voluto del tempo per comprenderne i meccanismi.
Ho iniziato pensando che si sarebbe discusso di vela, di barche, di
manifestazioni e mi sono trovata a discutere prevalentemente di problemi
gestionali, di questioni economiche, di rapporti con il Polo Nautico e
le altre associazioni, di acquisizione di spazi, di convenzioni con il
Comune. In molti casi obiettivi che parevano irraggiungibili, molto più
semplicemente obiettivi che richiedono tempo per maturare.
Perché
mi ricandido? Ciascuno di noi partecipa alla gestione del circolo
con le modalità che ritiene più consone alla propria persona, tutte
egualmente valide. Io mi sento di partecipare in questo modo (ma non
solo), mettendo a disposizione il mio tempo e le mie competenze,
supportata da due ordini di motivi: per prima cosa, ritengo che
l’esperienza acquisita non debba
andar dispersa ma possa invece essere un valido strumento per
affrontare le future problematiche su cui il circolo (e il consiglio
direttivo per esso) dovrà confrontarsi, sia in termini di
partecipazione al Polo Nautico che in relazione alle diverse esigenze
che i soci hanno dimostrato in questi ultimi periodi.
Secondariamente,
perché, a detta di chi mi
conosce, pare io abbia una buona capacità di conciliazione e
sappia mantenere un giusto distacco tra le intemperanze delle persone e
le buone idee che da queste provengono. Non so se sia proprio così, so
solo che ho sempre pensato che l’oggettività sia un elemento
importante nel patrimonio personale perché va oltre alle simpatie ed ai
cartelli ma considera semplicemente le proposte indipendentemente da chi
le esprime. Forse è per questo che la mia candidatura è, come qualcuno
l’ha definita, da “outsider”, nel senso che non partecipo ad
alcuna coalizione o strategia programmata, né indosso il vestito della
oppositrice di altri, semplicemente mi candido per il futuro del Circolo
Velico Casanova.
Programma.
Ho pensato e ripensato ad un programma valido e carico di spunti
interessanti. Alla fine mi sono resa conto della banalità della
domanda: gli obiettivi non possono essere che quelli che immagino essere
di tutti, come dire, obiettivi scontati ma soprattutto doverosi: il Polo
Nautico, le altre associazioni, la convenzione, i soci, le barche, la
scuola vela, le manifestazioni, le richieste dei soci, ecc. ecc..
Forse,
mi sono detta, quello che rileva non è l’ovvia descrizione di questi
obiettivi, ma piuttosto le modalità attraverso le quali si intende
perseguirli.
Su
questo punto ho individuato quattro aspetti di carattere generale che
ritengo essenziali al di là delle enunciazioni di principio e che sono
alla base di qualsiasi iniziativa:
1.
la gestione economica;
2.
l’organizzazione;
3.
le regole;
4.
l’alleanza.
1.
Gestione economica: per quanto riguarda il primo punto, è noto che le
limitate entrate non sono in grado di soddisfare tutte le necessità del
circolo.
Essere
orientati prevalentemente al risparmio per far fronte ad evenienze
future oppure preferire un investimento nell’immediato per assicurare
lo sviluppo delle attività sociali, salvo poi ricorrere ad altri mezzi
per far fronte a tali evenienze non è indifferente. Così come non è
indifferente individuare le priorità su cui investire. Le scelte che
riguardano gli aspetti economici non sono mai indifferenti oltre ad
evidenziare il modo di perseguire gli obiettivi sociali.
Penso
che alcune di queste decisioni richiedano il massimo della trasparenza e
l’apporto dei soci: in questo senso, quindi, propongo un modello di
budget predisposto dal Consiglio direttivo che, depurato dalle spese
fisse e obbligatorie, stabilisca gli obiettivi annuali da raggiungere e
le relative risorse finanziarie.
Laddove,
poi, determinate poste siano particolarmente rilevanti, perché, ad
esempio, vi è la necessità di sostituire buona parte dei mezzi, o fare
investimenti sulle strutture, o perché la cifra da accantonare per la
convenzione al Comune rischia di paralizzare lo sviluppo delle attività
sociali, ritengo necessario il coinvolgimento preventivo dei soci che
potranno così essere partecipi di scelte, di rilevanza anche futura,
che riguardano il “se” impegnare il circolo ed il “come”
impegnarlo.
In
questo modo si garantisce in primo luogo la comunicazione e il confronto
e secondariamente si pongono le basi di una programmazione che i soci
possono monitorare.
2.
Organizzazione: sappiamo che tutti i soci sono chiamati a partecipare
alla gestione ed alle attività del circolo, ma ai consiglieri, per
Statuto, si chiede qualcosa in più: gli si demanda un impegno che
richiede di saper tradurre le esigenze dei soci in risposte concrete, di
saper mediare, governare, decidere. Se quindi lo Statuto mette
all’apice della conduzione del circolo il consiglio direttivo, non
necessariamente quest’ultimo deve essere l’unico a farsi carico
della sua gestione. Si è spesso ritenuto che i consiglieri del
direttivo fossero anche i depositari di determinati ruoli sia in termini
di responsabilità che di gestione concreta, che si è tradotta molto
spesso in una gestione solitaria. Raccolgo invece alcuni suggerimenti e
spunti intervenuti negli incontri di questi ultimi giorni per rivedere
il ruolo del consigliere quale “attributario” a soci volonterosi e
capaci, della gestione di determinate attività di cui mantiene
ovviamente, rispondendone, la responsabilità della efficienza e del
risultato.
3.
Le regole. Un punto che ritengo imprescindibile. Mi è stato piuttosto
difficile accettare in questi due anni lo sconfinamento dalle regole di
chi pensava di poter usufruire di un maggior favore giustificato dai
piu’ svariati motivi. E magari è stato pure giustificato oppure si è
offeso se ripreso.
Io
credo fermamente che il rispetto delle regole significhi prima di tutto
rispetto per gli altri soci che le osservano e in secondo luogo un segno
di responsabilità, reciprocità e giustizia. La credibilità del
circolo si fonda anche su questo.
Non
mi tirerò certo indietro se quindi sarà necessario sanzionare coloro
che pensano che questo discorso non li riguardi.
4.
Ultimo punto. Alleanza. Questo concetto, per me, non significa cercare
“sostenitori” al nostro modo di essere, di pensare, di realizzare
obiettivi o altro. Alleanza significa essere uniti e coalizzati dentro
al circolo e per il circolo, per essere forti fuori: forti rispetto ai
nostri vicini che troppo spesso agiscono per i propri fini senza
sentirsi in dovere anche solo di informarci; forti rispetto ad un Polo
Nautico che pur essendo nostro rappresentante molte volte ci ignora.
Dobbiamo
imparare ad essere alleati tra noi per poi diventare alleati con gli
altri: solo in questo modo possiamo arrivare forti davanti al Comune e
farci rispettare.
Grazie
per l’attenzione
Antonella
Ballarin
|
Correlati:
|