Il pomeriggio è
previsto il tratto Raseborg isola di Kalko. Sono otto, nove miglia.
Non
ci sono alternative, un po’ si voga e un po’ siamo al traino. Si
tirano fuori stivali e cerata, la pioggia è piuttosto insistente. Cala
un po’ dopo l’arrivo lasciandoci un po’ di tempo per la cena e per
sistemare le tende per la notte.
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La
località in cui ci troviamo è un bosco di pini e betulle con diversi
chalet sparsi nelle radure.
Gli chalet sono delle capanne di legno
piuttosto spartane ma accoglienti costituite solitamente da una o due
stanze: una funge da soggiorno con il camino e una piccola cucina e
l’altra da camera da letto. |
I servizi sono dislocati all’esterno ed
in comune a più edifici. Da una parte il WC che è una capannuccia di
legno con “comoda” (a volte doppia), costituita da una panca di
legno e sul lato opposto una mensola che funge da toilette su cui
poggiare il catino con l’acqua ed il mestolo in legno, un piccolo
specchio, il sapone, una spazzola di saggina. Poiché manca l’acqua
corrente, lo sciacquone è costituito da un secchio con sessola pieno di
segatura di pino o betulla.
Spesso c’è una finestrella a mezzo busto
in modo da poter svolgere le funzioni cui il locale è preposto con uno
sguardo sulla natura o scambiando due parole con i possibili passanti.
Anche se questo è un evento davvero raro vista la densità di
popolazione del paese: 16 ab per chilometro quadrato contro i 196
dell’Italia, ma in pianura padana molti di più. Non può mancare poi la sauna con doccia che è un’altra
casetta in legno, sempre comune a più edifici, e posta in genere in
riva al mare. La stufa è rigorosamente a legna e le pietre di porfido.
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Dopo
la notte di pioggia in tenda la mattina di martedì è bella anche se un
po’ fresca. Asciughiamo tenda e cerata alla meglio al vento e ci
prepariamo alla partenza.
Ci sono circa otto miglia da percorrere fino
all’isola di Jacob Ramsjo con vento SW. Diamo una mano di terzaroli,
il vento si mantiene costante di intensità con i soliti salti di
direzione tra le isole. Dopo le vogate e la pioggia di ieri finalmente
abbiamo una bella veleggiata da goderci. Al traguardo di mezzogiorno
siamo secondi senza grosse difficoltà.
Abbiamo veleggiato con andature
quasi sempre portanti. Il percorso però si svolge in uno stretto canale
tra le isole di Barolandet e Barosund con molto traffico anche di
traghetti ed un ferry a cavo da superare. Fondamentale si rivela la
scelta della rotta sfruttando tutti i salti di vento. La parte finale
del percorso è lasciata libera, si può passare a nord o a sud
dell’isola di Jacob Ramsjo.
Noi e Fra1 scegliamo
la rotta a nord ma noi ci teniamo abbastanza distanti dall’isola per
non essere coperti. Fra1 resta più a ridosso, il percorso è più breve
ma è penalizzata dal vento. Recuperiamo lentamente la distanza, poi
un’improvvisa raffica che si incanala in una valletta dell’isola
sorprende i francesi che scuffiano. Per un attimo assaporiamo la
vittoria. Sono però velocissimi a sollevarsi e ripartire. Restiamo
secondi e tagliamo il
traguardo quasi insieme.
Pranziamo in una bella marina con pontile in
legno e servizio ai tavoli; un lusso dopo tanto buffet!
Nel
pomeriggio sono solo poche miglia. Tappa solo di spostamento per
raggiungere la località di Inkoo dove passiamo la notte.
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Breve
veleggiata con vento sempre da SW e qualche colpo di remo nei tratti
coperti. Abbiamo tempo per una visita alla chiesa di Inkoo ed al
supermercato per qualche acquisto. Portiamo i bagagli nella casa dove
passeremo la notte. Sembra disabitata da qualche tempo e assomiglia ai
residence per vacanza premio o licenza dei militari russi dell’Armata
Rossa. Edifici prefabbricati, molti pannelli in cartongesso o cemento
amianto, visto il clima, ma è meglio non indagare.
La
sera si cena al self service del marina e poi c’è una partita a
calcio nel campetto sportivo della scuola. La partita Finlandia contro
resto del mondo dura poco. Vincono su tutti i fronti le zanzare
finlandesi e gli uomini battono in ritirata.
Mercoledì
mattina il percorso previsto è corto, si parte più tardi perché c’e
la visita al museo di vita e costumi finlandesi istituito in un
villaggio ricostruito con case ed edifici storici recuperati in varie
parti del paese.
Le case sono tutte in legno e leggermente sollevate dal
terreno con piccole palafitte: vediamo una savusauna (sauna di fumo), la
casa dei nobili e quelle dei vari artigiani e mestieri con le
attrezzature in uso all’epoca. Ci sono anche delle cose veramente
curiose come l’attrezzo di legno per stirare a forma di rullo su cui
si fa scorrere una specie di scio con manico oppure il sigillo per
ottenere l’ assistenza sociale o ancora la barca a pedali per la
caccia alle anatre.
La
regata parte davanti Inkoo e l’arrivo è sulla punta dell’isola di
Stora Fagero dove facciamo il pranzo sulla spiaggia. Direzione del
percorso e del vento SE. Non ci sono alternative, si voga e siamo primi.
Un bell’arrivo vichingo sulla spiaggia ed è fatta! Non ci resta che
aspettare il gruppo. Ovviamente siamo seguiti da Fra1 e Fra2. Finchè
aspettiamo proviamo così Fra1, visto che Gilles,il proprietario, è
disponibile. Si tratta di un prototipo che sta mettendo a punto.
E’
una bella deriva semplicissima da condurre, maneggevole e leggera, molto
veloce e facile anche da vogare. Forti dell’esperienza dell’Ostrega
pensiamo che sarebbe bello costruirne una anche noi. Gilles pensa
infatti di mettere i piani in rete una volta completato il collaudo.
Pranzo
ed una breve partita a beach volley, poi si riparte.
Nel
pomeriggio il vento gira SW, ci sono cinque/sei miglia da percorrere
fino alla penisola di Dagerolandet. Praticamente un gran lasco. Partiamo
bene e siamo primi, poi secondi…terzi…secondi…primi…secondi e
così via fino all’arrivo dove ci troviamo secondi.
La
notte la passiamo in chalet di una specie di villaggio turistico usato
da una compagnia energetica per le vacanze dei suoi dipendenti ed ora
abbandonato perché la società è fallita. Tutto il mondo è paese. La
sauna è allestita nella tendosauna. Un bel bagno rinfrescante nel
Baltico e via a dormire. Ci portiamo un secchio con l’acqua dolce per
le abluzioni fino allo chalet nel bosco perché non c’è ovviamente
l’acqua corrente e ci chiudiamo al sicuro. Fuori le zanzare ululano.
L’ acqua dolce in effetti non c’è in molti posti nelle isole o
nella foresta dove siamo stati. Viene portata o dalle barche appoggio o
sui carrelli da qualche auto, quando possibile, in grandi taniche fino
ai posti dove si passerà la notte.
La
mattina di giovedì 22
luglio, ultimo giorno di raid, le zanzare si sono
diradate, forse stanche, forse sazie. Colazione e briefing; dobbiamo
percorrere sette miglia fino alla località di Pikkala sulla costa verso
Helsinki.
Brutta notizia il vento è teso da NE, che è proprio la
nostra direzione nel caso l’avessimo dubitato. A malincuore ma con la
voglia di vincere decidiamo di non armare neppure la vela e ci
presentiamo alla partenza pronti a vogare. Il percorso non è facile
specie se si è in testa come appare subito evidente.
Bisogna
oltrepassare delle isole e attraversare un fiordo per poi imboccare un
canale tra un promontorio ed un’isola che come spesso accade in questo
arcipelago è coperto da canneti e non facilmente individuabile. Si
rivela fondamentale la lettura della carta seguendo puntualmente la
rotta tracciata.
Il fatto di essere primi ci sprona anche se vogare
sette miglia con vento sulla prua e onde non è cosa facile. Manteniamo
comunque sempre il primo posto ed al traguardo siamo primi con un buon
distacco.
Dopo il pranzo sulla piccola darsena è prevista un’altra
vogata di circa tre miglia.
Si deve passare una piccola chiusa e
risalire un canale per uscire nel lago di Siuntio che percorriamo fino
alla sua estremità. Arriviamo ancora primi.
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Giunta
anche l’ultima barca siamo invitati nella casa dei proprietari del
B&B per vedere il telegiornale della sera durante il quale si parla
del raid e si vedono alcune riprese della manifestazione.
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vince
"Chasse"
FRA2,
2a ITA1,
"Milli"
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La nostra
performance si conclude per l’occasione con una rara esecuzione della
“biondina in gondoleta” a beneficio degli amici finlandesi.
Sistemate
le tende per la notte prima che le immancabili zanzare, qui sul lago
ancora più presenti se possibile, siano troppo aggressive, ci
apprestiamo alla cerimonia di chiusura del raid e alle premiazioni. Il
nostro vino è ormai finito ma i francesi per fortuna hanno ancora
qualche bottiglia di Bordeaux.
Il
crepuscolo è ormai calato sull’allegra brigata ed i festeggiamenti si
diradano seguiti dai preparativi per le partenze dell’indomani.
Una
fisarmonica suona musiche popolari e si accenna qualche passo di danza.
Giovedì 23 Luglio
ha inizio il ritorno in Italia, 2459
chilometri dice la “Via Michelin”....
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