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Il racconto 

dell'avventura

(pag. 3)

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RAID FINLAND 2004

QUATTRO “VENEZIANI” AL NORD

il CVC sulle orme dei Vichinghi  - pag.4

protagonisti:  Roberto Ginetto

                        Giulio Olivotto

                        Vincenzo Ciminale

                        Claudio Trentin

Guida virgiliana ed esempio vichingo:
L’ Uomo di Marmo


La mattina di lunedì è previsto un percorso libero fino ad un canale che porta al castello di Raseborg. Poco prima dell’inizio del canale sono poste le boe di partenza di una regata di voga che si sviluppa per circa tre miglia. Tentiamo di raggiungere il luogo di partenza della gara con dei bordi tra le isole ma non si avanza assolutamente. Anche barche molto più boliniere della nostra sono costrette a rinunciare per rispettare i tempi programmati. Abbiamo infatti la guida che ci aspetta per la visita al castello. Conclusione, si voga anche per raggiungere la partenza. La gara di voga ci vede secondi. All’arrivo si tiene un veloce pranzo nello chalet del parco del castello e poi la visita. Mentre siamo ancora all’ interno dell’edificio comincia a piovere e non smetterà per tutto il pomeriggio e la notte. 

Il pomeriggio è previsto il tratto Raseborg isola di Kalko. Sono otto, nove miglia.

Non ci sono alternative, un po’ si voga e un po’ siamo al traino. Si tirano fuori stivali e cerata, la pioggia è piuttosto insistente. Cala un po’ dopo l’arrivo lasciandoci un po’ di tempo per la cena e per sistemare le tende per la notte.

  La località in cui ci troviamo è un bosco di pini e betulle con diversi chalet sparsi nelle radure. 

Gli chalet sono delle capanne di legno piuttosto spartane ma accoglienti costituite solitamente da una o due stanze: una funge da soggiorno con il camino e una piccola cucina e l’altra da camera da letto.

 I servizi sono dislocati all’esterno ed in comune a più edifici. Da una parte il WC che è una capannuccia di legno con “comoda” (a volte doppia), costituita da una panca di legno e sul lato opposto una mensola che funge da toilette su cui poggiare il catino con l’acqua ed il mestolo in legno, un piccolo specchio, il sapone, una spazzola di saggina. Poiché manca l’acqua corrente, lo sciacquone è costituito da un secchio con sessola pieno di segatura di pino o betulla. 
Spesso c’è una finestrella a mezzo busto in modo da poter svolgere le funzioni cui il locale è preposto con uno sguardo sulla natura o scambiando due parole con i possibili passanti. 
Anche se questo è un evento davvero raro vista la densità di popolazione del paese: 16 ab per chilometro quadrato contro i 196 dell’Italia, ma in pianura padana molti di più.  Non può mancare poi la sauna con doccia che è un’altra casetta in legno, sempre comune a più edifici, e posta in genere in riva al mare. La stufa è rigorosamente a legna e le pietre di porfido.

 

Dopo la notte di pioggia in tenda la mattina di martedì è bella anche se un po’ fresca. Asciughiamo tenda e cerata alla meglio al vento e ci prepariamo alla partenza. 

Ci sono circa otto miglia da percorrere fino all’isola di Jacob Ramsjo con vento SW. Diamo una mano di terzaroli, il vento si mantiene costante di intensità con i soliti salti di direzione tra le isole. Dopo le vogate e la pioggia di ieri finalmente abbiamo una bella veleggiata da goderci. Al traguardo di mezzogiorno siamo secondi senza grosse difficoltà. 

Abbiamo veleggiato con andature quasi sempre portanti. Il percorso però si svolge in uno stretto canale tra le isole di Barolandet e Barosund con molto traffico anche di traghetti ed un ferry a cavo da superare. Fondamentale si rivela la scelta della rotta sfruttando tutti i salti di vento. La parte finale del percorso è lasciata libera, si può passare a nord o a sud dell’isola di Jacob Ramsjo. 

Noi e Fra1  scegliamo la rotta a nord ma noi ci teniamo abbastanza distanti dall’isola per non essere coperti. Fra1 resta più a ridosso, il percorso è più breve ma è penalizzata dal vento. Recuperiamo lentamente la distanza, poi un’improvvisa raffica che si incanala in una valletta dell’isola sorprende i francesi che scuffiano. Per un attimo assaporiamo la vittoria. Sono però velocissimi a sollevarsi e ripartire. Restiamo secondi  e tagliamo il traguardo quasi insieme. 

Pranziamo in una bella marina con pontile in legno e servizio ai tavoli; un lusso dopo tanto buffet!

Nel pomeriggio sono solo poche miglia. Tappa solo di spostamento per raggiungere la località di Inkoo dove passiamo la notte. 

Breve veleggiata con vento sempre da SW e qualche colpo di remo nei tratti coperti. Abbiamo tempo per una visita alla chiesa di Inkoo ed al supermercato per qualche acquisto. Portiamo i bagagli nella casa dove passeremo la notte. Sembra disabitata da qualche tempo e assomiglia ai residence per vacanza premio o licenza dei militari russi dell’Armata Rossa. Edifici prefabbricati, molti pannelli in cartongesso o cemento amianto, visto il clima, ma è meglio non indagare.

La sera si cena al self service del marina e poi c’è una partita a calcio nel campetto sportivo della scuola. La partita Finlandia contro resto del mondo dura poco. Vincono su tutti i fronti le zanzare finlandesi e gli uomini battono in ritirata.

 

 

Mercoledì mattina il percorso previsto è corto, si parte più tardi perché c’e la visita al museo di vita e costumi finlandesi istituito in un villaggio ricostruito con case ed edifici storici recuperati in varie parti del paese. 

Le case sono tutte in legno e leggermente sollevate dal terreno con piccole palafitte: vediamo una savusauna (sauna di fumo), la casa dei nobili e quelle dei vari artigiani e mestieri con le attrezzature in uso all’epoca. Ci sono anche delle cose veramente curiose come l’attrezzo di legno per stirare a forma di rullo su cui si fa scorrere una specie di scio con manico oppure il sigillo per ottenere l’ assistenza sociale o ancora la barca a pedali per la caccia alle anatre.

La regata parte davanti Inkoo e l’arrivo è sulla punta dell’isola di Stora Fagero dove facciamo il pranzo sulla spiaggia. Direzione del percorso e del vento SE. Non ci sono alternative, si voga e siamo primi. Un bell’arrivo vichingo sulla spiaggia ed è fatta! Non ci resta che aspettare il gruppo. Ovviamente siamo seguiti da Fra1 e Fra2. Finchè aspettiamo proviamo così Fra1, visto che Gilles,il proprietario, è disponibile. Si tratta di un prototipo che sta mettendo a punto. 

E’ una bella deriva semplicissima da condurre, maneggevole e leggera, molto veloce e facile anche da vogare. Forti dell’esperienza dell’Ostrega pensiamo che sarebbe bello costruirne una anche noi. Gilles pensa infatti di mettere i piani in rete una volta completato il collaudo.

Pranzo ed una breve partita a beach volley, poi si riparte.

Nel pomeriggio il vento gira SW, ci sono cinque/sei miglia da percorrere fino alla penisola di Dagerolandet. Praticamente un gran lasco. Partiamo bene e siamo primi, poi secondi…terzi…secondi…primi…secondi e così via fino all’arrivo dove ci troviamo secondi.

La notte la passiamo in chalet di una specie di villaggio turistico usato da una compagnia energetica per le vacanze dei suoi dipendenti ed ora abbandonato perché la società è fallita. Tutto il mondo è paese. La sauna è allestita nella tendosauna. Un bel bagno rinfrescante nel Baltico e via a dormire. Ci portiamo un secchio con l’acqua dolce per le abluzioni fino allo chalet nel bosco perché non c’è ovviamente l’acqua corrente e ci chiudiamo al sicuro. Fuori le zanzare ululano. L’ acqua dolce in effetti non c’è in molti posti nelle isole o nella foresta dove siamo stati. Viene portata o dalle barche appoggio o sui carrelli da qualche auto, quando possibile, in grandi taniche fino ai posti dove si passerà la notte.

La mattina di giovedì 22 luglio, ultimo giorno di raid, le zanzare si sono diradate, forse stanche, forse sazie. Colazione e briefing; dobbiamo percorrere sette miglia fino alla località di Pikkala sulla costa verso Helsinki. 

Brutta notizia il vento è teso da NE, che è proprio la nostra direzione nel caso l’avessimo dubitato. A malincuore ma con la voglia di vincere decidiamo di non armare neppure la vela e ci presentiamo alla partenza pronti a vogare. Il percorso non è facile specie se si è in testa come appare subito evidente. 

 

Bisogna oltrepassare delle isole e attraversare un fiordo per poi imboccare un canale tra un promontorio ed un’isola che come spesso accade in questo arcipelago è coperto da canneti e non facilmente individuabile. Si rivela fondamentale la lettura della carta seguendo puntualmente la rotta tracciata.
Il fatto di essere primi ci sprona anche se vogare sette miglia con vento sulla prua e onde non è cosa facile. Manteniamo comunque sempre il primo posto ed al traguardo siamo primi con un buon distacco. 

Dopo il pranzo sulla piccola darsena è prevista un’altra vogata di circa tre miglia. 

Si deve passare una piccola chiusa e risalire un canale per uscire nel lago di Siuntio che percorriamo fino alla sua estremità. Arriviamo ancora primi.

Giunta anche l’ultima barca siamo invitati nella casa dei proprietari del B&B per vedere il telegiornale della sera durante il quale si parla del raid e si vedono alcune riprese della manifestazione. 

 

vince 
"Chasse"
FRA2,

2a ITA1,
"Milli"

  

 

La nostra performance si conclude per l’occasione con una rara esecuzione della “biondina in gondoleta” a beneficio degli amici finlandesi.

Sistemate le tende per la notte prima che le immancabili zanzare, qui sul lago ancora più presenti se possibile, siano troppo aggressive, ci apprestiamo alla cerimonia di chiusura del raid e alle premiazioni. Il nostro vino è ormai finito ma i francesi per fortuna hanno ancora qualche bottiglia di Bordeaux.

Il crepuscolo è ormai calato sull’allegra brigata ed i festeggiamenti si diradano seguiti dai preparativi per le partenze dell’indomani. 

Una fisarmonica suona musiche popolari e si accenna qualche passo di danza.

  

Giovedì 23 Luglio ha inizio il ritorno in Italia, 2459 chilometri dice la “Via Michelin”....

     

 [Claudio Trentin - terza parte]

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