APPALTO
Cinque concorrenti per 35 miliardi di lavori. Il 19 aprile
sapremo chi ha vinto la gara e quanto ci costerà
San
Giuliano. Si riparte, due anni dopo
Ma resta
aperto il contenzioso con la Ferrovial, che si era vista
sequestrare il cantiere nel marzo ’99
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(m.d.) Parco di
San Giuliano: si riparte. Ieri si è chiusa la gara per il
ri-appalto e allo "start" si sono presentati in 5. Uno
di questi 5 concorrenti vincerà la gara e si aggiudicherà
l'appalto. Il 19 aprile sapremo chi è il vincitore.
Ma questo
"altro giro altra corsa" ci costerà un bel po' di
quattrini - almeno 10 miliardi - e l'unica consolazione è che il
Comune ha deciso di andare avanti comunque. L'assessore ai Lavori
pubblici, Marco Corsini, infatti ha voluto che si ripercorresse la
strada dell'appalto dopo il fallimento delle trattative con la
Ferrovial, la ditta spagnola che aveva vinto, con un progetto
all'avanguardia, unico nel suo genere, l'appalto per il più
grande parco sulla Laguna. La determinazione del Comune ha
accelerato i tempi e adesso abbiamo "solo" due anni di
ritardo. Pensare che il l parco sarebbe già "vecchio"
di 12 mesi se non ci fosse stato, nel marzo 1999, il sequestro del
cantiere ordinato da Luca Ramacci. Non solo, i cittadini se la
sarebbero "cavata" con 14 miliardi, contro i probabili
25-30 che spenderanno alla fine, sempre che le ditte che hanno
partecipato alla gara abbiano sul serio fatto uno sconto
consistente dal momento che l'appalto ha un importo complessivo di
34 miliardi e 873 milioni. Vuol dire che potremmo anche
avvicinarci ad una cifra del genere e sarebbe esattamente il
triplo di quanto avremmo speso con la Ferrovial. Non solo, si
tratta proprio di soldi buttati via perchè non viene fatto nulla
di nuovo e di più rispetto a quanto avevano fatto Ferrovial e
Tecnoecology. Infine, beffa nella beffa, la Ferrovial ha fatto
causa al Comune e se il processo iniziato da Ramacci portasse
all'assoluzione della Ferrovial, allora saran guai. In un modo o
nell'altro Pantalone dovrà ancora mettere mano al portafogli.
Ma le brutte
notizie di sempre sono almeno tamponate da questa buona nuova che
i lavori entro qualche mese dovrebbero ripartire. Perchè c'è
l'assessore Corsini che spinge sull'acceleratore assieme al
progettista, Antonio Di Mambro, deciso a portare a termine un
lavoro iniziato nel 1990, quando ha vinto il concorso per San
Giuliano. Sono passati 11 anni.
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L’INCHIESTA |
Non
era falsa la perizia del fiorentino Galli Il giudice
accoglie la richiesta di archiviazione |
Non
fu una falsa perizia quella realizzata dal fiorentino
Gianluca Galli sui lavori effettuati nel parco di San
Giuliano.
La parola
definitiva su quella complessa vicenda giudiziaria è stata
messa dal giudice per le indagini preliminari Stefano
Manduzio, il quale ha archiviato il fascicolo, accogliendo
l'istanza presentata in tal senso dal sostituto procuratore
Emma Rizzato.
Galli era
stato chiamato dal gip Monica Gaggelli ad occuparsi dei
lavori effettuati dalla ditta Ferrovial a San Giuliano, per
accertare se i materiali utilizzati per bonificare l'area
potessero essere qualificati come rifiuti.
A
conclusione del suo lavoro, due anni fa, il perito toscano
aveva scritto che gli unici rifiuti presenti nell'area erano
quelli preesistenti alla data di consegna dei lavori e che
tutti i materiali utilizzati erano a norma. «La ditta
esecutrice e la direzione ai lavori hanno sempre eseguito le
prescrizioni impartite dal progetto con la massima fedeltà,
applicando semmai correttivi migliorativi sul piano tecnico
ed economico» scriveva Galli nel suo elaborato.
Il lavoro
del perito era stato però contestato dal sostituto
procuratore Luca Ramacci, il magistrato che ha aperto
un'inchiesta sui lavori eseguiti a San Giuliano e che
all'epoca aveva fatto mettere sotto sequestro il parco
ritenendo che nella bonifica fossero stati utilizzati
rifiuti e materiali pericolosi. Sequestro successivamente
revocato al termine degli accertamenti.
La perizia
di Galli era stata illustrata e discussa nel corso di
un'udienza di incidente probatorio, a conclusione della
quale il gip Carlo mastelloni aveva trasmesso gli atti alla
procura, affinchè valutasse se esistevano gli estremi per
avviare un'indagine nei confronti di Galli per un'eventuale
falso in perizia.
Gli
accertamenti sulla delicata questione sono stati effettuati
dal sostituto procuratore Emma Rizzato, la quale ha preso in
esame tutta la documentazione relativa al caso, e alla fine
si è convinta dell'insussistenza di un'ipotesi di reato nei
confronti del perito, anche se le sue conclusioni sulle
opere realizzate a San Giuliano differivano completamente da
quelle del consulente tecnico del pm Ramacci. Non basta una
divergenza di opinioni, secondo il pm, per configurare un
illecito pesante come la falsa perizia, che presupporrebbe
una precisa volontà di inquinare le indagini. Di
conseguenza il magistrato aveva presentato una richiesta di
archiviazione, che il gip Manduzio ha accolto.
L'inchiesta
sui lavori effettuati a San Giuliano dalla Ferrovial era
stata aperta dal pm Ramacci all'inizio del 1999, sulla base
di una segnalazione sull'utilizzo per bonificare il parco di
materiale di risulta proveniente dall'edilizia. Invece di
risanare l'area, secondo il magistrato, la si stava
inquinando ancora. E così San Giuliano restò sotto
sequestro, tra mille polemiche, per quasi un anno, fino al
dicembre del '99. L'inchiesta sul presunto inquinamento non
risulta essere stata ancora chiusa.
Gianluca
Amadori
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