Le
ditte di San Giuliano hanno cominciato i lavori per
trasformare quella che il Comune vorrebbe diventasse
la passeggiata del Parco, nella sede definitiva
delle imprese di trasporti di materiali vari, di
rimessaggio e di costruzione barche.
Lo hanno fatto, dicono, perché il Comune non ha
ancora convocato la Conferenza dei servizi per
organizzare il loro trasferimento a Marghera, nel
canale Brentella, proprio di fronte all'area
Italiana Coke. L'assessore all'Urbanistica,
Gianfranco Vecchiato, che su incarico del sindaco
sta seguendo la vicenda sin dall'anno scorso,
sostiene che non andranno da nessuna parte: «Lo
stesso sindaco ha ammesso che è stato un errore
dargli l'autorizzazione, la città non li vuole lì».
Le
ditte, però, si sono consorziate (sono
ufficialmente in 17 quelle che porteranno avanti il
progetto) e hanno avviato i lavori, e l'impresa che
ha aperto il cantiere non sta giocando. «Sia chiaro
che se dovesse emergere una ipotesi valida per il
nostro trasferimento, siamo pronti a sospendere i
lavori e a spostarci - ha spiegato ieri mattina
Francesco Tagliapietra, portavoce del consorzio -.
Ma non possiamo rimanere in un limbo nel quale
rischiamo di perdere San Giuliano e anche la nuova
sede, ci sono centinaia di persone che vivono con il
nostro lavoro».
Le
ditte dicono che non si sentono più garantite. Il
Comune risponde che ha fatto tutto quel che doveva
fare. Che cosa è successo in realtà, visto che
fino a un mese fa tutto sembrava avviato verso la
soluzione definitiva, ossia lo spostamento delle
attività a Marghera?
È
successo che il 30 giugno, ossia domani, scade il
permesso che il Commissario al moto ondoso aveva
dato il 30 giugno del 2006 per la ridefinizione
della sponda del canal Salso a San Giuliano; per non
perdere quel permesso le ditte hanno dato il via ai
lavori.
Perché
si è arrivati alla data limite senza una soluzione
alternativa pronta? Le ditte sostengono che la colpa
è del Comune: «Noi stiamo agli atti e alle regole.
Il Commissario al moto ondoso ci ha dato
l'autorizzazione per San Giuliano, noi abbiamo fatto
approntare il progetto e abbiamo già speso 250mila
euro. Il Comune, poi, ha cambiato idea e ha pensato
di trasferirci davanti all'Italiana Coke. Benissimo,
se è fattibile ci spostiamo, almeno così chiudiamo
un'agonia che va avanti da più di dieci anni. Ma
dopo mesi di tira e molla, ora l'Urbanistica viene a
dirci, in pratica, che per convocare la Conferenza
dei Servizi serve un nuovo progetto per l'area
alternativa: dopo quel che abbiamo pagato, dovremmo
sobbarcarci un'altra spesa senza nemmeno sapere se
poi si potrà fare? Ci sembra pura follia, l'idea è
del Comune, prepari lui il progetto».
L'impresa
di costruzioni Rossi, intanto, va avanti con le
ruspe e spiega di aver avviato i lavori per
l'urbanizzazione primaria, strade, sottoservizi,
marciapiedi: «Se non troviamo problemi di
inquinamento particolari, nel giro di un anno e
mezzo ultimiamo questa parte. Nel frattempo, in
contemporanea, il Magistrato alle Acque dovrebbe
creare la banchina nuova dove saranno realizzate le
cavane. A giorni l'architetto dovrebbe avere una
risposta in merito». Tra un anno e mezzo, pronte
urbanizzazione e banchina, il programma prevede di
cominciare con la parte meno impegnativa,
l'allestimento delle cavane, per finire
completamente i lavori entro 3 anni o poco più.
Elisio
Trevisan
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