Ci
sono campioni e campioni e tra questi troviamo degli eroi
della vela.
Cinque
ipovedenti e non vedenti, coadiuvati da 2 skipper della
società di barcola e 1 dell'associazione ventolibero e
l'altro del circolo velico casanova, hanno dato prova di
estremo coraggio non tanto nel trovarsi in mezzo a più di
mille barche, ma hanno combattuto una lotta impari contro le
raffiche di bora.
Mentre
gli equipaggi normodotati vedevano le raffiche in arrivo
polverizzare l'acqua tutta attorno, i non vedenti potevano
solo subirle in tempo reale, senza preavviso portando la
prua all'orza.
Per
una questione di etica il personale a bordo normodotato ha
"solo" fatto uscire e rientrare la barca dal
porticciolo e stava pronto ad intervenire in caso di incroci
pericolosi o estremamente impegnativi.
Ebbene
la regata è stata condotta da questi 5 ragazzi non vedenti
per tutto il tempo, con qualche straorzata e disegnando
qualche esse di più con la scia, ma in condizioni meteo
tali che hanno piegato altri equipaggi normodotati e non
solo, sono esplosi spi, alcune barche hanno disalberato,
altre si sono ritirate.
Le
impietose raffiche di bora hanno messo a dura prova gli
equipaggi e le attrezzature.
Dopo
una partenza in sordina per evitare il "mucchio",
una buona strategia ha portato Ukenikke [DareDevil]
ad un recupero strepitoso, dalla partenza in poppa ci siamo
ritrovati con un laschetto reso nervoso dalle raffiche
impetuose della bora che calava dai calanchi dei monti
Triestini.
Una
buona conduzione del mezzo ha fatto "volare" e
quindi recuperare quasi un 600 posizioni.
Purtroppo
questo strepitoso recupero ha dovuto pagare lo scotto dovuto
al cedimento di un bozzello del vang, il quale ha impedito
di chiudere sulla prima boa.
La
regata ha preso una piega diversa dovuta alla riparazione di
fortuna del vang, la quale ci ha portato oltre la linea
esterna.
Durante
le riparazioni, quasi sventati abbiamo potuto apprezzare lo
spettacolo che stava dinnanzi, dietro e tutt'attorno a noi,
migliaia di barche.
quelle
che sfilavano a prua vedendo la scritta Unione ciechi di
Trieste della nostra barca ci salutavano tutti con
quell'entusiasmo vero che contraddistingue i veri marinai.
Tra
loro un puntino blu, una imbarcazione conosciuta a tutti noi
di puntasangiuliano: blu di giamajca dei Ferruzzi.
Uno
stag, praticamente un 5.50 in mezzo a tutti quei barconi con
il Francesco che sembrava il capitano achab che urlava acqua
all'orza a tutto e tutti... uno spettacolo.
fatta
la riparazione di fortuna SIAMO RIPARTITI.
E'
stato doloroso perdere in 5 minuti 500 o più posizioni, ma,
questo equipaggio sfidando le raffiche di bora ha sbrigliato
i matafioni, tolto le mani di terzaroli dalla randa, aperto
tutto il genova e con il cuore hanno affrontato una bolina
resa dura dallo sferzare delle onde che calpestavano
letteralmente la coperta.
Falchetta
in acqua, straorze a raffica, io e gli altri skipper eravamo
sconvolti da tanta determinazione.
Sapevo
che erano diversamente abili, quindi non vedenti e gli
ipovedenti non riuscivano nemmeno a vedere il genova, ero
consapevole che questo equipaggio era formidabile per il suo
coraggio e determinazione, ma in questo frangente ho
scoperto la loro tenacia nel dare il meglio di sè.
Mi
sono commosso.
Alla
fine dopo tante, tante virate e controvirate siamo in
prossimità dell'arrivo, gli equipaggi, la barca giuria, i
motoscafi attorno ci fanno festa come se fossimo arrivati
per primi.
Suonano
le sirene, l'elicottero ci riprende, motoscafi ci abbordano
e ci riempiono di birre e bottiglie di vino.
Si
ammaina prua al vento, a motore acceso rilevo Lorenzo di
homerus project al timone, piano piano porto la barca sotto
Barcola per i saluti agli organizzatori, altra esplosione di
applausi e grida, anzi urla di congratulazioni.
Allontano
la prua dal molo e ci portiamo al porticciolo, all'entrata
rallento tante sono le barche a vela ormeggiate all'interno
dove gli equipaggi asciugano al sole le cerate e i loro
corpi provati dalla bora, molti mangiano, altri riposano.
Appena
imboccata la boa verde d'entrata vedo che tutti, ma proprio
tutti gli altri equipaggi si alzano in piedi sulla coperta,
chi sul boma altri sulla battagliola, alzano al cielo
bicchieri, bottiglie, sventolano berretti, agitano mani e.....
un
solo grande applauso accompagnato da innumerevoli URRA'.
Emozionato
da questa strepitosa accoglienza a stento trovo l'ormeggio,
mai ho provato tanto, tanto orgoglio.
Ero
orgoglioso di far parte di questo equipaggio.
Non
avrei mai pensato che situazioni così particolari potessere
sfociare in momenti felici.
Molti
di voi e anch'io all'inizio potevano pensare: poveri non ci
vedono, diamogli un aiuto.....
questi,
indipendente dalle loro limitazioni fisiche hanno dimostrato
a noi e a quelli come loro che il coraggio di mettersi in
discussione, aiuta.
ma
sopratutto hanno dimostrato a loro stessi che con il cuore,
la passione, la determinazione niente è impossibile.
ed
è per questo che questi ragazzi possono essere considerati
EROI DELLA VELA.
stefano