VENERDÌ,
15 OTTOBRE 2010 - Pagina
3 - Primo Piano
Dopo
Quadrante di
Tessera e Veneto
City, nel mirino la linea su cui Zaia e Tondo si sono accordati
a Trieste
La
Salvaguardia: anche la Tav va bloccata
Un altro altolà, questa volta per il
tracciato «balneare» dell’Alta Velocità
VENEZIA. L’Alta
Velocità corre su un binario vietato.
L’accordo ieri tra i presidenti di
Veneto e Friuli per
il tracciato «balneare» della Tav è in rotta di collisione
con il parere espresso proprio nelle stesse ore dalla
Commissione di Salvaguardia. Organo previsto dalla Legge
Speciale
- e presieduto
dal presidente della Regione Luca Zaia - che in molti vorrebbero
abolire. Ma che ha sfornato pareri a volte contestati ma sempre
rispettati dalla Regione.
Stavolta il documento sfornato dalla commissione e approvato
al’unanimità non lascia spazio a interpretazioni.
Si tratta di 23 prescrizioni tassative per l’entrata in vigore
del Ptcp, il Piano territoriale di coordinamento provinciale
approvato dalla Provincia.
Una sorta di grande Piano regolatore del
territorio e dei
suoi usi futuri.
Al punto 22, dove si parla di Tav, l’indicazione non lascia
spazio a interpretazioni diverse.
«Va stralciata», si legge nel documento finale, «l’ipotesi
di tracciato ferroviario Alta Capacità-Alta Velocità lungo il
margine della gronda lagunare, fascia
di altissima fragilità e vulnerabilità ambientale e
paesaggistica tutelata dal Palav».
Nel territorio della provincia di Venezia, dunque, quel
tracciato non si deve fare. Mentre vanno valutate «le altre due
ipotesi della proposta del Piano regionale dei Trasporti del
2004, come il percorso ferroviario dei Bivi o preferibilmente
con fermata passante interna, lungo la linea ferroviaria
venezia-Trieste. Un sasso lanciato nel mare delle alleanze in
Regione. Già la settimana prossima, in commissione Urbanistica,
il documento sarà esaminato dalle forze politiche. Le opinioni
sono molto diverse, anche all’interno della stessa maggioranza
Pdl-Lega, dove non tutti vedono con favore il tracciato che
potrebbe portare problemi al veneto Orientale. «Un errore»,
dice senza mezzi termini la segretaria regionale del Pd Rosanna
Filippin.
Il
presidente del Porto
Paolo Costa
plaude, il governatore Zaia si dice favorevole a una stazione
che serva tutte le spiagge.
Quanto al tracciato che molti sindaci non vogliono, Zaia
promette che «ci sarà un confronto con gli enti locali, ma che
l’opera si dovrà fare». Resta da vedere, appunto, quale sia
il tracciato migliore. Secondo la Salvaguardia, una volta tanto
unanime, quello di gronda è un percorso che potrebbe produrre
«danni ambientali».
A
votare il testo esponenti di aree politiche e tecniche molto
diverse. «Forse perché l’elaborazione è stata fatta in
positivo, proponendo soluzioni», spiega
Stefano Boato
, docente Iuav, ambientalista storico rappresentante in
Salvaguardia del ministero per l’Ambiente, «si indica come
riqualificare il territorio con interventi per uno sviluppo
compatibile. Evitando il consumo di suolo e nuove strade inutili».
Un parere destinato a tener banco nell’agenda politica delle
prossime settimane. Anche perché - fanno notare i tecnici - le
prescrizioni per le future opere che interesseranno il
territorio della provincia veneziana sono state approvate con il
voto favorevole delle Soprintendenze. Più difficile sarà
dunque presentare progetti di segno diverso, sapendo quali siano
le linee di tendenze degli organi di tutela del ministero dei
Beni culturali. Oltre al «no» all’attuale tracciato della
Tav la Salvaguardia ha anche invitato la Regione a fare
presto per il
completamento dell’Sfmr, la ferrovia metropolitana regionale,
istituendo le nuove linee per
Chioggia e Piove
di Sacco.
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Venerdì
15 Ottobre 2010,
Il
tracciato della Tav continua a far discutere.
E
non solo per il suo tratto litoraneo, ma anche per quello
mestrino.
A sollevare preoccupazioni sull’ipotesi di un
tunnel che dovrebbe correre nell’area delle risorgive, sotto
il Forte e
il parco di San Giuliano, fino a raggiungere la fermata di
Tessera,
è la commissione regionale di salvaguardia.
Nell’ultima
seduta ha approvato, all’unanimità, un articolato documento
di prescrizioni a quel piano territoriale di coordinamento
provinciale che ha iniziato il suo iter in Regione.
Un parere consuntivo, va detto, ma dai contenuti per certi
aspetti dirompenti in termini di consumo del suolo,
infrastrutture, laguna.
E tra i tanti punti, c’è anche quello dedicato all’Alta
velocità.
Ebbene,
a sentire i commissari, andrebbe stralciata l’ipotesi di un
tracciato lungo la gronda lagunare, perché l’area è troppo
fragile da un punto di vista ambientale e paesaggistico.
A
preoccupare i commissari è la stessa realizzabilità di
un’opera di una certa complessità in un’area così ricca
d’acqua. Di qui il suggerimento, in vista di una scelta
definitiva, di valutare le altre due ipotesi fatte, a suo tempo,
dal Piano regionale dei trasporti 2004-5: quello del percorso
dei Bivi, o meglio ancora - sempre nella valutazione della
salvaguardia - lungo la
linea per Treviso
o Trieste.
Un
parere consultivo, si diceva, ma che comunque farà discutere
visto che a votarlo sono stati tutti i commissari.
Ieri, intanto, è continuato il dibattito sull’altro tratto
della Tav, quello litoraneo.
A
Musile di Piave il gruppo consiliare di centrosinistra ha
chiesto la convocazione di un consiglio comunale urgente che si
annuncia incandescente, con l’ex sindaco Valter Menazza che
accusa pesantemente
la Lega Nord
e contesta il sindaco Gianluca Forcolin per non essersi opposti
a questa ipotesi. Al contrario, il sindaco di Meolo,
Michele Basso
, è favorevole al tracciato basso, rispetto a quello lungo
l’autostrada che avrebbe sacrificato numerosi insediamenti.
Naturalisti mobilitati, infine, a San Donà di Piave.
Per
il presidente dell’Associazione naturalistica sandonatese,
Michele Zanetti, «un’altra sciagura sta per abbattersi sul
Veneto Orientale. Per risparmiare mezz’ora tra
Venezia e Kiev
si vuole sacrificare l’integrità delle nostre campagne e dei
nostri paesaggi con un terrapieno
longitudinale alto
10 metri
sul piano campagna».
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La
Nuova Venezia
Il
Gazzettino
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