RAID
FINLAND 2004
QUATTRO
“VENEZIANI” AL NORD
il
CVC sulle orme dei Vichinghi pag
2
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protagonisti:
Roberto Ginetto
Giulio
Olivotto
Vincenzo Ciminale
Claudio Trentin
Guida
virgiliana ed esempio vichingo:
L’ Uomo di Marmo |
Alle
18,30 è previsto il briefing di inizio raid che si tiene presso la
“sala delle feste” di Pohja.
Bisogna
spostarsi di circa un chilometro dall’insenatura dove sono state
messe in acqua le barche.
La
sala delle feste è una specie di chalet a pianta esagonale in
legno con un piccolo palco, pavimenti e pareti in tavola e davanti
alla porta d’ingresso un portico abbastanza esteso. E’ situata
nel bosco su un piccolo promontorio che si estende nella baia.
Durante
il briefing, Mike, uno degli organizzatori, ci illustra il
percorso e le tappe dei sette giorni di navigazione con i dettagli
dell’itinerario.Concluso l’incontro ci spostiamo in una radura
del bosco dove è stata allestita la cena. E’ ancora molto
chiaro anche se sono quasi le 21,00. Le zanzare finlandesi
ringraziano l’allegra compagnia e cenano insieme a noi.
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Dopo
cena c’è tempo per sistemare le tende, questa notte la
passeremo campeggiando, e per una sauna. La sauna, scopriremo, non
manca mai in Finlandia. Infatti per questa e le altre occasioni di
campeggio sarà allestita la tenda-sauna.
Una tenda di telo
impermeabile con stufa a legna e camino e pietre su cui versare
mestoli d’acqua per il vapore. Come grande estimatore di terme,
saune e bagni turchi, approfitto subito dell’occasione. La
tendina è stata montata proprio in riva al mare come si conviene
per cui subito prima e subito dopo la sauna si può fare un bagno
corroborante. L’acqua del Baltico ha una salinità bassissima (5
per mille contro il 33 dell’Atlantico) per cui è come nuotare
in un lago. La temperatura non è poi così male sia nell’acqua
che fuori. Dopo la sauna ci ritiriamo nelle tende per la notte,
sia per difenderci dalle zanzare sia perché domani inizia la vera
avventura.
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Venerdì
16 luglio sveglia verso le 7,00 e colazione sempre nel bosco. Subito
dopo si tiene il briefing della giornata: dovremo discendere il
fiordo di Pohja direzione SW per circa sette miglia la mattina ed
otto il pomeriggio fino alla località di Lappvik. Si farà una
sosta pranzo sulla spiaggia di Tammissari dopo aver superato il
ponte omonimo.
L’arrivo
della tappa del mattino è situato subito prima del ponte che
dovremo superare poi al traino una volta aperte le carreggiate
stradale e ferroviaria. Il vento è annunciato di media intensità
al mattino ed in rinforzo al pomeriggio con direzione NW-SSW.
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C’è
un po’ di confusione sul luogo della partenza che viene
posizionato nella baia di fronte allo chalet delle feste. Noi e
altri abbiamo lasciato le barche nell’insenatura vicina per cui ci
dirigiamo là. Saremo poi trainati fino alle boe di partenza.
Le
prove del giorno prima ci consigliano una mano di terzaroli. Siamo
pronti proprio quando viene data la partenza e riusciamo ad essere
nel gruppo. Per questa mattina siamo in tre sulla barca perché
Giulio è salito su un cat-boat finlandese il cui equipaggio era in
difficoltà per mancanza del capitano che sarebbe arrivato solo nel
pomeriggio.
Ci
rendiamo rapidamente conto che direzione e forza del vento
hanno una validità piuttosto relativa in mezzo a tutte queste
isole ed insenature. Infatti è un continuo saltare del vento
a seconda della copertura o meno di isole ed agli avvallamenti
della costa. Bisogna essere sempre molto attenti e pronti per
assecondare le variazioni e trovare la rotta migliore. Un
po’ di fortuna non guasta!
Recuperiamo
rapidamente posizioni e ci portiamo tra i primi quattro, così
resteremo fin quasi all’arrivo quando una scelta di rotta
sotto riva W ci premia ed arriviamo secondi. Al timone oggi
c’è Vincenzo; Roberto alla scotta, che come per le nostre
barche al terzo non conviene gestire con strozzascotte anche
se presente; alla borina e caricabasso ci sono io. Seguo anche
un po’ la rotta sulla carta.
Dopo
la boa ormeggiamo nei pressi del ponte per attendere tutte le
altre barche e passare così insieme sull’altro lato dopo
l’apertura.
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MILLI,
un shetland yole, è stato affittato ad un equipaggio
italiano La loro é tra le barche più veloci nella
maggior parte dei percorsi.
Foto Timo
Multamäki |
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L'"arrivo vichingo”, arrivo nel quale ci
specializzeremo e che sarà uno dei nostri punti di forza durante
tutto il raid.
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Passiamo al traino e
poi con una breve vogata approdiamo sulla spiaggia di Tammissari con
un bellissimo “arrivo vichingo”, arrivo nel quale ci
specializzeremo e che sarà uno dei nostri punti di forza durante
tutto il raid. Funziona così: ci si prepara perpendicolari alla
riva ad una certa distanza, almeno una decina di barche di
lunghezza, poi si voga con forza o si veleggia con vento portante
fino ad arrivare in velocità sulla spiaggia a ad incagliarsi nei
canneti della riva. Si scende quindi urlando dalla barca prima che
questa si adagi su un fianco a causa della forma dello scafo. Con
calma poi si disarma e si puntella la barca o si ormeggia con una
cima ad un albero. In tutti gli altri tipi di ormeggio invece ci
distinguiamo perché arriviamo sempre tra i primi e concludiamo la
manovra tra gli ultimi. Il motivo è che ogni membro dell’
equipaggio ha un’idea diversa su come ormeggiare alla banchina od
alla riva, quando rocciosa.
Mentre
proviamo due o tre delle soluzioni prospettate arrivano le altre
barche, in modo particolare la nostra gemella dell’equipaggio
americano, che decide di inserirsi tra noi ed il molo o di
affiancarsi comunque alla nostra. Lanciano una cima e se ne vanno,
lasciando a noi come risolvere il problema di barche che si
sbattono e cime che incrociano sopra la nostra vela o i nostri
remi.
Aspettiamo
sulla spiaggia del paese l’arrivo del catering con il pranzo che
è un po’ in ritardo. Si pranza in fretta perché il vento, come
previsto, è rinforzato e lo avremo più o meno in faccia per
tutto il pomeriggio.
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Ripartiamo
in quattro. Perdiamo un po’ di tempo per prendere le posizioni.
La barca è molto instabile e una volta a bordo bisogna muoversi
con attenzione. Abbiamo diversi problemi nell’alzare la vela e
quasi sbuffiamo.
La strozza -
fissa – si blocca ed il caricabasso non è sufficiente per
tenere in posizione il boma. Per evitare la scuffia, con la vela a
metà che non scende e non sale, tagliamo la strozza. La vela è
in acqua e con vento e onda fatichiamo a recuperarla.
Con
il vento che ci spinge verso il ponte non abbiamo molto margine di
manovra. Decidiamo di dar mano ai remi e portarci a ridosso di
un’isola a circa trecento, cinquecento metri in modo da poter
risistemare l’armo ed alzare la vela un po’ riparati. Gli altri nel
frattempo sono partiti. A fatica raggiungiamo l’isola ed alziamo la
vela. Sfruttando i cambiamenti di direzione del vento e le raffiche
dovuti all’orografia avanziamo con boline il più strette possibile e
corti bordi. |
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OSLA,
il secondo Shetland Yole nella flotta è stato affittato da un
gruppo americano: Csaba Hanyi, Ronald Gryn sr e Ronald Gryn jr
dalla costa orientale. Foto
Timo Multamäki |
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Questo pomeriggio sembra che non abbiamo grandi possibilità
per la regata ma vogliamo arrivare in modo da fare comunque
punteggio.
Siamo finalmente ad un paio di miglia dall’arrivo. Sono quasi le 19,00
ed il vento è scemato d’intensità anche se mantiene la direzione SW.
Procediamo un po’ a vela e un po’ a remi. Siamo fortunati!
Ci
arriva la notizia che cinque o sei imbarcazioni si sono ritirate e fatte
trainare per cui non siamo messi proprio male in classifica.
Dopo la boa dell’arrivo si va sulla spiaggia di Lappvik – classico
arrivo vichingo. Subito sopra su un bel prato declinante verso il mare
c’è il B&B dove ceniamo e passiamo la notte.
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siesta
francese
Picture M. Ottoson-Löfvenius |
E’ curioso, ma il
proprietario è un ragazzo di Treviso che venuto in Finlandia per lavoro
ha poi sposato la ragazza proprietaria del posto.
Il locale è ricavato in una casa di riposo per marinai del dopoguerra.
Ceniamo e beviamo un “goto” del nostro cabernet franc. Immancabile
sauna e poi a letto presto, siamo proprio stanchi. |
[Claudio
Trentin - seconda parte] |
pag. 3 |
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