RAID
FINLAND 2004
QUATTRO
“VENEZIANI” AL NORD
il
CVC sulle orme dei Vichinghi
- pag. 3
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protagonisti:
Roberto Ginetto
Giulio
Olivotto
Vincenzo Ciminale
Claudio Trentin
Guida
virgiliana ed esempio vichingo:
L’ Uomo di Marmo |
Sabato
mattina, ma ormai abbiamo perso un po’ il conto dei giorni. La
sveglia è alle 7,30 .
La notte in un letto dopo una notte e un giorno in macchina, una
notte in ferry ed una in tenda è stata una vera manna. Colazione
e briefing. La giornata oggi è più riposante: la mattina infatti
abbiamo solo quattro miglia da percorrere più o meno al traverso
e bolina larga verso la penisola di Tvarminne in direzione
S.
Il vento è sempre SW moderato con rinforzo e rinforzerà ancora
nel pomeriggio. Partiamo abbastanza bene e scegliamo una rotta con
pochi bordi che ci penalizzano sempre. Siamo sfortunati su uno dei
bordi, o meglio abbiamo letto male la carta e non abbiamo visto un
ostacolo costituito da dei cavi che non riusciamo a superare.
Dobbiamo poggiare un po’ e perdiamo qualcosa. Per fortuna il
vento poi rinforza e con qualche raffica possiamo stringere meglio
recuperando acqua.
L’arrivo
è situato tra due isolotti che si trovano davanti la punta della
penisola di Tvarminne. Il vento adesso è proprio in faccia ma
troviamo sotto isola un refolo utile che ci porta fino a pochi
metri dalla boa, pochi colpi di remo ed è fatta. Quarti. |
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MikeHanyi
Foto |
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Ormeggiamo
alla banchina dell’istituto biologico dove facciamo
una visita guidata della stazione di biologia marina che
dipende dall’università di Helsinki . Pranziamo nella mensa del
centro insieme con i ricercatori ed il personale dell’istituto.
La
stazione, attrezzata con laboratori, biblioteca, acquari, serre,
case per i ricercatori, barche ed un piccolo peschereccio
trasformato in battello oceanografico, si occupa prevalentemente
di ricerche di biologia marina del Baltico.
Il
pomeriggio il vento è rinforzato ma al riparo dell’insenatura
non ce ne rendiamo del tutto conto. Usciamo per la partenza che è
sempre situata tra i due isolotti. Le raffiche sono forti e con
salti di direzione che rendono molto difficile la gestione della
barca. |
Caliamo la vela e diamo due mani di terzaroli ma perdiamo
un po’ di tempo ad alla partenza siamo ultimi con un notevole
ritardo.
Il vento è SW e finalmente stabile perché una volta
usciti dal canale e dal ridosso delle isole siamo in un tratto di
mare aperto con onda e vento in poppa per sei - sette miglia fino
all’arrivo posto presso l’isola di Skaldo. Planiamo, tutti
fermi e bassi sul fondo.Unico
pericolo i motoscafi che passano in velocità anche molto vicini –
nonostante i nostri: “ta morti chi fa onde”, che sembrano non
capire- sollevando onde che fatichiamo a gestire specie di traverso.
Una infatti entra dal bordo e ci lava completamente.
Recuperiamo velocemente posizioni, si vola veramente – 7/8
nodi dice il GPS. Tre o quattro strambate nei momenti opportuni e
siamo nelle prime posizioni. |
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Ormai davanti a noi ci sono solo i due
equipaggi francesi che abbiamo capito saranno sempre i nostri
diretti avversari. Si intravede però anche l’arrivo, un’ultima
planata e …terzi.
Sul
piccolo molo del B&B dove passeremo la sera e la notte ci
attende Marina, la proprietaria, con la fisarmonica che accompagna
gli arrivi con qualche brano folcloristico.
Passiamo la serata con
giochi di squadra organizzati da Marina e marito e poi cena
all’aperto con stufato di renna. Non può mancare ovviamente la
sauna ed il bagno nella piccola insenatura dell’isola.
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Con
Vincenzo chiediamo se è possibile fare un giro in bicicletta
per vedere i dintorni. Non ci sono noleggi ma i due
proprietari sono disponibili a prestarci le loro biciclette
che sono da qualche parte sul retro del locale. Purtroppo
verifichiamo che una è sgonfia e l’altra ha la catena
mollata. Si cerca una pompa e degli attrezzi. Troviamo questi
ultimi ma la pompa proprio non c’è. L’ultima volta è
stata vista nel magazzino ma non si riesce a vedere. Viene
chiamato per telefono un amico che ha un’officina ma anche
lui è senza attacco adatto per le bici. Pazienza. Durante la
ricerca della pompa, nel magazzino che è anche laboratorio di
falegnameria e piccolo store, vediamo anche i lavori di
restauro di una vecchia lancia a motore in legno degli anni
quaranta.
La
sistemazione per la notte è in un edificio vicino al B&B
in una camera tipo colonia. La stanchezza si fa sentire e
dormiamo profondamente.
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Domenica
mattina il tempo è bello, facciamo colazione e poi si tiene il
briefing della giornata.
La
mattina dobbiamo percorrere otto miglia fino all’isola di Jussaro
ed il pomeriggio sette miglia fino alla località di Box. Dalla
partenza posta davanti a Skaldo la rotta è SSE. Il vento si
mantiene SSW per cui abbiamo un bel tratto al traverso e un po’ di
lasco. Solo l’ultimo tratto presenta un po’ di difficoltà
dovute agli scogli sommersi e non che bisogna evitare. Anche la
scelta del percorso in realtà non è sempre facile perché il
dedalo di isole e isolotti e
promontori non è di immediato riconoscimento. A volte è difficile
capire dove ci si trova esattamente se non si è seguita la rotta
passo per passo sulla carta ed anche in questo caso a volte si è in
dubbio su un passaggio. Questo ovviamente è particolarmente
importante per chi si trova nelle prime posizioni…, come nel
nostro caso. Come di consueto ormai, siamo secondi per quasi tutto
il tragitto. Poi approfittando di un errore di rotta di Fra1 e di
una nostra migliore intuizione rispetto al vento, passiamo in testa.
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Purtroppo nel tratto finale è il nostro turno valutare male le boe
di arrivo tra le isole di Jussaro Grande e Jussaro Piccola ed alcuni
scogli sommersi che ci fanno perdere tempo riportandoci in seconda
posizione. L’ultimo mezzo miglio lo voghiamo in quanto il vento
incanalandosi tra le isole si è portato esattamente sulla nostra
prua.
Jussaro
è una delle isole più grandi ed esterne dell’arcipelago ed era
punto di controllo doganale fino agli anni ottanta. Anche oggi è
quasi tutta sottoposta a demanio militare anche se in dismissione.
E’ molto boscosa e con diversi edifici militari e case dei
minatori in decadenza e ruderi della vecchia miniera di ferro in
esercizio fino agli anni settanta.
Il cemento amianto – o così
sembra a vedere il materiale da costruzione -
regna sovrano ormai in totale abbandono e disfacimento
nell’ambiente.
Il
pranzo è con barbecue sul molo dell’isola; poi abbiamo una
visita guidata al parco naturale istituito su parte dell’isola.
Vediamo una casa dei contadini-pescatori-guardiani adibita a museo
e facciamo il percorso natura nel bosco.
Nel
pomeriggio il vento cala un po’ ma mantiene la stessa direzione.
La nostra rotta è più o meno NE per cui facciamo un lungo
tratto, circa i due terzi del percorso, con vento in poppa e poi
traverso e qualche colpo di remi per mantenere la nostra seconda
posizione dietro i soliti Fra1. Alle nostre spalle Fra2. Ormai è
stabilito Fra1, Fra2 e ita1 sono “le troisième infernale”.
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La
nostra strategia di regata è semplice ma efficace: si parte
raggiungendo subito le prime posizioni, magari aiutandosi con i remi, e
poi si resta tra i primi tre o quattro per tutto il percorso fino al
rush finale a vela, vela e remi, remi solo a seconda delle necessità.
Durante il percorso si canta per distrarre ed intimorire gli
“avversari” ed a metà del tragitto circa ci si concede un sorso di
grappa o vodka o vino per mantenere la tradizione. In realtà poi tutto
questo riguarda l’aspetto folcloristico perché ciò che importa sono
i tempi di percorrenza per la classifica compensata. Noi però siamo
secondi in assoluta ed in compensata.
La
serata la passiamo presso un agriturismo a qualche chilometro da Box. Il
locale è una fattoria con allevamento di ovini. La cena, grigliata di
costicine d’agnello e pecora, si tiene sotto un tendone allestito con
un vecchio paracadute militare, tavole
e sedie sono balle di fieno. Suggestivo l’ambiente e buono il
cibo. Per la notte siamo ospitati nella scuola del paese; ci portano con
le barche appoggio. L’edificio ha un proprio approdo ed è situato su
un bel prato declinante verso il mare. Dalle finestre si gode di un bel
panorama sulle isole vicine; deve essere bello far scuola in un ambiente
così! Nelle aule ci sono computer, la Finlandia risulta essere uno dei
paesi più alfabetizzati d’Europa da questo punto di vista, ma anche
macchine da cucire. In palestra mazze da hockey su ghiaccio, ovviamente. |
.....
Birra o insalata? Questa è la domanda.
Immagine M. Ottoson-Löfvenius |
[Claudio
Trentin - seconda parte] |
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