Vela al terzo a
Venezia N -
Z
|
Glossario di Vela al Terzo e Venezia
3a Parte
A
- C
D
- M
N
- Z
|
naso – dell
'
asta di prua (g ba): denominazione della protuberanza dell'asta di prua, tipica degli attuali modelli di sanpieròta.
nassa (m pe): cesta di rete con l
'
imboccatura a
imbuto rispetto alla quale
il pesce
può solo entrare.
nastro spigato (r ba): fettuccia
pressoché inestensibile usata nelle vele in Dacron all
'
interno della bastina.
natante (e ba): si intende comunemente un
'
imbarcazione di piccole dimensioni; per la legge italiana non dev
'
essere più lunga di sei metri nè stazzare più di 3 tonnellate. Nel caso
disponga di un eventuale motore, questo non deve avere più di
25 cavalli
di potenza.
nave (
m b
a): si intende comunemente un
'
imbarcazione di grosse dimensioni; per la legge italiana deve superare le 50
tonnellate di stazza lorda.
nerva o trincarino (g ba):
asse strutturale posto da trasto a trasto o da caenòn a caenòn,
addossato al lembo superiore del fasciame e incastrato sulle teste dei sancòni;
vedi anche trincarino.
noce (r ba): Juglans regia;
essenza particolarmente dura e compatta, usata nella cantieristica lagunare
soprattutto per ricavarne le fòrcole; il peso specifico è di 800 g/dm3.
nogàro (v ba): quell
'
apertura rettangolare sulla nerva o sulla covertèa che
costituisce la sede superiore per il piede della forcòla.
novellame (a pe): l
'
insieme dei nuovi nati di varie specie di pesce; entra periodicamente, quasi
a sciami, per una o due volte all
'
anno, nelle tranquille acque lagunari.
occhiello (a ba): è genericamente
inteso come un foro in cui sia possibile fa
r p
assare una sagola o cima; può essere ricavato sulla vela (nel
qual caso ha l
'
orlo rinforzato) o ripiegando l
'
estremità di un cavo.
occhio (a ba): denominazione
attribuita a
molteplici elementi o decorazioni di forma circolare.
ombrinale (
m b
a): foro praticato lungo la falca, all
'
altezza della nerva, pe
r g
arantire il deflusso dell
'
acqua.
opera viva (
m b
a): la parte dello scafo immersa in acqua.
opera morta (
m b
a): la parte dello scafo non immersa.
ordinata (
m b
a): s
'
intende ognuna delle strutture trasversali dello scafo, normalmente composta
da madieri e costole; nelle barche tradizionali lagunari s
'
identifica con la corba.
ormeggio •1
(m tc): condizione della barc
a a
ssicurat
a a
d una struttura fiss
a a
deguatamente solida.
ormeggio •2
– cavi d
'
o. (
m b
a): ognuno di quei cavi usati per ormeggiare o ancorare.
ordito (
m b
a): l
'
insieme dei fili di un tessuto disposti nel senso della lunghezza.
orecchia – dell
'
ancora (
m b
a): pezzo generalmente triangolare posto all
'
estremità della marra per aumentare, nei fondali molli, la capacità
di ritenuta dell
'
ancora stessa.
origine del vento (m tc): quel punto
virtuale da cui un osservatore può pe
r c
onvenzione pensare che nasca il vento reale.
orzare (m tc): direzionare la barca
in un
'
andatura più vicin
a a
l letto del vento.
òstrega (g pe): ostrica in
veneziano.
òstrica (
r p
e): Ostrea edulis; mollusco pregiato dalla conchiglia frastagliata e
irregolare che raggiunge anche i
12 centimetri
di lunghezza.
ottagoni (a la): isolotti lagunari
fortificati dalla particolare form
a g
eometrica, edificati all
'
epoca della Serenissim
a a
difesa delle bocche di porto.
pagiòi (v ba): paglioli;
pannelli di copertura della sentìna che poggiano sulle piàne.
pagliolato (a ba): nelle barche
tradizionali si intende il piano di calpestio della barca, formato da tutti
i pagiòi.
pala del timone (
m b
a): quei pannello orientabile, incernierato sulla poppa della barca, in
grado di variare la direzione di avanzamento di quest
'
ultima.
palina (a la): palo ben piantato nel
fondale, più o meno alto e grosso, in genere di castagno o robinia,
normalmente usato per l
'
ormeggio in laguna.
palina di bordo (a ba): particolare palina
dotata di puntale metallico, spesso fa parte delI’attrezzatura delle
barche lagunari; serve per ormeggi in palùo in condizioni meteorologiche
normali.
palùo (g la): la più comune fra le
estensioni lagunari; normalmente coperto da circa mezzo metro d
'
acqua, in concomitanza dei minimi sigiziali può seccarsi quasi
completamene, mostrandosi come un terreno melmoso con presenza di ampie
distese di alghe.
pàndolo (g ba): la varèa,
generamente modellata a
“picca”, dell'albero delle imbarcazioni lagunari al terzo.
pantegàna (g la): Mus Amphibius,
grosso ratto d
'
acqu
a a
ssai comune nell
'
habitat lagunare, comprese le isole urbanizzate.
pantièra (g la): tratto di laguna
con barene prive di vegetazione e con acqua stagnante.
paracopi (v ba): (proteggi-copi)
denominazione veneziana dello scorsèo, elemento quasi sempre assente
sulle pale delle attuali barche da diporto armate al terzo.
paranco (
m b
a): macchina elementare normalmente costituita da un cavo e due bozzelli,
att
a a
demoltiplicare gli sforzi necessari per vincere una forza resistente;
paranco di scotta (
m b
a): paranco destinato ad agevolare lo sforzo necessario per bordare
la vela.
parancosenale (a ba): l
'
amantesenale usato nei bragozzi per alzare il pesantissimo
timone.
parangàl (g pe): attrezzo da pesca
costituito da un lungo filo sul quale, intervallate di tre metri circa, sono
legate fino ad alcune centinaia di lenze.
paràr (v tc): azione di spinta
effettuata sul remo, o su un
'
asta, puntati sul fondale; costituisce la tecnica più redditizia per
muovere la barc
a a
pparentemente incagliata su fondali molli.
paré (g pe): pannello di sbarramento
della seràgia, anticamente in grisiòla, ora in rete di
resistente materiale sintetico.
parècio (v ba): i normali addobbi di
una barc
a a
dibit
a a
l trasporto di persone di particolare riguardo.
paròn de bragosso (c sc):
proprietario di bragozzo.
passacavo (
m b
a): accessorio dell
'
attrezzatura entro cui possa scorrere e subire una variazione di direzione
un cavo anche sottoposto a tensione meccanica.
passàda (g la): passaggio acqueo
posto fra due formazioni barenose e interessato dalla corrente di marea.
passarìn (v ba): sottile sagoletta
usata pe
r c
ompletare l
'
inferimento della vela; trattiene tutta la lunghezza della
base e del
di sopr
a a
lle rispettive antennelle.
passarìn (g pe): Platichthys flesus;
passera, simile alla sogliola, frequente nelle zone di foce.
passaùra (g la): piccolo taglio.
passo veneto (a sc): unità di misura
equivalente a
5 piedi
veneti , ossi
a a
174 centimetri
circa.
paternostri (g ba): vedi corona di
p.
patta d
'
oca (
m b
a): francesismo di «zampa d
'
oca»; sistema di cavi e passacavi grazie al quale è possibile distribuire
su più direzioni la forza esercitata in un singolo punto comune.
patta – dell
'
ancora (
m b
a): vedi orecchia.
pavèra (g la): Typha Latifolia;
pianta perenne, comune in alcune zone lagunari, le cui foglie lunghe e
strette vengono usate pe
r c
onfezionare stuoie e oggetti vari.
pègola (g ba): pece; prodotto
derivato dalla distillazione del petrolio.
pelèla (g pe): la parte terminale
del cogòlo, dove
il pesce
rimane intrappolato.
pelo o pelèto (g la): alga di
colore marron-rossastro, non più alta di
45 centimetri
.
pelle d
'
uovo (r ba): tessuto in cotone relativamente leggero, adatto
per vele di piccola dimensione.
penèlo (g ba): volgarizzazione di
pennello; nelle barche tradizionali lagunari rappresenta un segnavento
particolarmente elaborato, in legno e con elementi in stoffa e metallici;
usato già nei bragozzi e riproposto nelle barche tradizionali lagunari in
genere.
pennello (
m b
a): genericamente bandiera di segnalazione alzata su albero o asta.
penna (
m b
a): angolo o punto più alto indifferentemente della vela marconi, aurica o
al terzo.
pènola (g ba): piccolo cuneo in
legno tenero usato per eliminare possibili giochi fra un elemento removibile
e la sua sede.
pènnola (
m b
a): l’antennella nel dizionario marinaresco italiano.
pennòne (
m b
a): palo rastremato, antenna, che sostiene la vela quadra.
penòn (c ba): termine chioggiotto
del caricabasso.
peocièra (g la): struttura fissa
posta in palùo, vicino alle bocche di porto, per l
'
allevamento dei peòci; è composta da una fila di coppie di pali
unite da un montante; ai fini della navigazione rappresenta un lungo
ostacolo d
a a
ggirare.
peòcio (g pe): Mytilus
galloprovincialis, cozza; mollusco assai comune ma di buon sapore, allevato
nelle peocère.
perér (g ba): Pirus communis; l
'
albero del pero, da cui si ricava un legno pastoso e duro pe
r p
ulegge e ciòccioli m
a a
nche per fòrcole.
perteghétta – o vasolìn (p
ba): listello allineato al bordo esterno della covertèa, anche con
funzione “antiscivolo” quando si cammina su quest’ultima.
pescaggio o immersione (m
tc): la distanza fra il piano di galleggiamento e la parte più bassa
dell’opera viva dell’imbarcazione.
pescenovellante (g pe): pescatori del
novellame, poi generalmente venduto alle aziende vallicole.
pètene (pettine) (p ba): costituisce
la sede inferiore del piede della forcola qualora
il nogàro sia ricavato nella covertèa.
pettine (
r p
e): Chlamys varia, conchigli
a a
forma di ventaglio, conosciuta in laguna come canestrèo.
pezza (r ba): si intende una
confezione di molti metri di tessuto avvolta in rotolo.
piàna (g ba): particolare madiere
della barca tradizionale a fondo piatto; alle sue estremità sono fissati i sancòni
(le costole).
piano di coperta (m tc): la vista, su
piano orizzontale, della disposizione delle coperte dell
'
imbarcazione; si può anche intendere come la superficie delimitata dal
bordo della barca.
piano di resistenza laterale (m tc):
la superficie che si ottiene proiettando lateralmente l
'
opera viva dell
'
imbarcazione; rappresenta la superficie immersa che si oppone allo scarroccio.
piano velico (m tc): il disegno in
proiezione laterale dello scafo con tutte le vele previste per la barca,
queste ultime disposte sul piano passante per l’asse longitudinale della
barca stessa.
piano – cavo p. (
m b
a): cavo composto da tre o quattro legnoli intrecciati.
picco (
m b
a): è l
'
antenna superiore di una vel
a a
urica; il termine è normalmente usato anche per indicare l
'
antenna superiore della
vel
a a
l terzo
lagunare.
piccoli – terzaroli (r ba):
è d
'
uso chiamare così l
'
ultima mano di terzaroli, quella che permette la massima riduzione della
superficie della vela.
pìe veneto (v sc): antica unità di
misura veneziana corrispondente a
34,7 cm
; 5 pìe costituivano il passo veneto.
piede della fòrcola (a ba): la parte
della fòrcola che ne permette il fissaggio allo scafo; normalmente
è bloccata nel nogàro e nel sotocorbolo sottostante.
piléla (v
pe): l
'
estremità chiusa del cogòlo, la parte in cui rimane
il pesce
catturato.
piombatura (r ba): volgarizzazione
non infrequente di impiombatura.
piròn (g ba): tratto dì legno
cilindrico, solamente un po
'
rastremato, usato come piccola caviglia; vi si danno volta cime o
manovre.
poggiare – o puggiare (m
tc): direzionare la barca in un
'
andatura più lontana dal letto del vento, quindi più vicin
a a
lla direzione contrari
a a
l vento.
polachina (c ba): indica il fiocco
usato nell
'
attrezzatur
a a
l terzo; termine desueto derivato da polaccone, il fiocco dell
'
attrezzatura latina.
pòmolo (g ba): estremità prodiera,
lunga 5-
7 cm
, di ognuna delle antennelle. Ha inizio dopo l’apposito incavo a
scalino utilizzato per l
'
alloggiamento delle gasse o bose del cavo di mura; è
utilizzato anche per fissare la borosa della mano di terzaroli.
Vedi anche tacchetto.
ponga (c ba): la parte anteriore,
normalmente sommersa, della pala del timone; vedi compenso.
pontapìe (v ba): piccola pedana
usata dal vogatore alla veneta come appoggio per il piede più arretrato.
pontàr (g sc): termine di uso poco
frequente, vedi paràr.
ponte (
m b
a): piano orizzontale della barca o nave comunque collocato, quindi anche
sottostante ad altri ponti.
pope •1
– ruolo (v tc): il vogatore più a poppa nella barca
tradizionale veneziana, con il ruolo di imprimere alla barca la direzione
voluta, e comandando il ritmo degli altri vogatori davanti a lui.
pope •2
– posizione (v ba): genericamente la parte, o
posizione, di poppavia della barca tradizionale veneziana.
poppa (m tc): la parte posteriore
della barca o nave.
poppavia (m tc): indica la
collocazione di un oggetto più a poppa rispetto ad un altro.
portello (
m b
a): genericamente il coperchio di un
'
apertura sulla coperta; nelle barche tradizionali lagunari i portelli
principali sono chiamati boccaporti.
portella di murata (a ba): pannello
adiacente al fianco della barca per la chiusura verticale di uno spazio
pontato.
portèo (g ba): nome dialettale del portello.
portanza (
r t
c): forz
a g
enerata sulla sezione alare investita da un fluido secondo un certo
angolo; ne è un esempio la componente della F.l. (forza
idrodinamica) che si oppone allo scarrocio dell
'
imbarcazione.
portolanti (c sc): gli uomini della portolàta.
portolàta (c sc): barca ben invelata
e di vario tipo al seguito di una o più compagnie di bragozzi, destinat
a a
d effettuare la spola fra queste e la terraferma per la vendita del
pesce e per servizi
vari.
posa (c ba): nome chioggiotto della scotta.
pozzetto (
m b
a): lo spazio della barca riservato ai componenti dell
'
equipaggio attivi nella manovra; nelle nostre barche tradizìonali si
intende genericamente lo spazio fra una
coperta e l
'
altra
o fra un trasto e l
'
altro.
prèmer (v tc): vogare con forza;
nella vog
a a
un remo il pope, premendo, direziona la barca verso sinistra; vedi
anche a premando.
prendere il vento (m tc):
locuzione spesso riferit
a a
lla faccia della vela sopravvento, che è data – contrariamente
all’idea comune – dalla faccia concava della vela.
presa – p. di gavitello, di uomo
a mare etc.
(m tc): manovra che consente l
'
arresto nel punto voluto dell
'
imbarcazione
a vela, in
modo tale da rendere possibile, a seconda dei casi, l
'
ormeggio ad una boa, il recupero di una persona in acqua etc.
profilo alàre (m tc): s
'
intende la sezione di un elemento alare in genere; ala, vela etc.
proravia (m tc): indica la collocazione di un
oggetto più a prua rispetto ad un altro.
pròva (v ba): termine veneziano che
indica la parte anteriore – di proravìa – della barca.
provièr (v tc): il vogatore più a proravìa,
con remo a sinistra; quello che dà il ritmo dì remat
a a
tutti gli altri vogatori.
prùa (
m b
a): la parte anteriore della barca o nave.
punteruolo o fiasco (g la):
palo lagunare per la segnalazione di condutture subacquee, caratterizzato da
una sfera ben visibile post
a a
lla sommità.
pulèggia (r ba): ruota del bozzello
o della cavatola, dotata sulla circonferenza di una scanalatura o
gola per il cavo o la cima.
quadratura (r ba): fase lunare
del
primo e ultimo
quarto di luna, con minima influenza sulle maree.
R.a. (m tc): resistenz
a a
ll
'
avanzamento; la componente della F.l. che si oppone all’avanzamento dell
'
imbarcazione a vela.
raggio (c ba): termine chioggiotto
della puleggia.
ralinga – o relinga (
m b
a): cavo cucito lungo tutto il perimetro della vela; vedi anche sèrsena.
ramino (r ba): essenza esotica dalle
buone doti meccaniche, che nella cantieristica lagunare ha sostituito il faggio
come materiale usato nella fabbricazione dei remi.
ramo primario (r
la): corso acqueo lagunare diramato da un tronco di canale.
rampino (
m b
a): ancorotto senza ceppo, oggi usato nelle piccole imbarcazioni; è
chiamato anche ferro.
redancia (
m b
a): anello
a g
occia o circolare, scanalato all
'
esterno per l
'
alloggiamento del cavo.
remèr (g sc): artigiano addetto alla
costruzione di remi e fòrcole.
repièn (p ba): massiccia piastra in
legno, dello spessore delle piàne, posta fra l
'
asta (o lo specchio) e la piàna più prossima.
ribòla – o sgùra (g ba): barra
del timone; l
'
asta solidale alla pala del timone che ne permette l
'
orientamento dal pozzetto.
rimando (v ba): sottile sagoletta
normalmente usata nei periodi di non utilizzo dell
'
attrezzatura velica, destinat
a a
riportare nei rinvii in testa d
'
albero o in altri punti poco accessibili i cavi titolari, che così
rimangono protetti dal
sole e dalle
intemperie.
rinvio (r ba): accessorio
dell’attrezzatura – può essere una redancia o un bozzello
– usato per far seguire a manovre o cavi particolari percorsi, ad
esempio per non ingombrare il pozzetto etc..
rispetto – materiale di r. (r ba):
materiali o attrezzature tenute a bordo come riserva delle principali; un
classico esempio è dato dall’ancora di r.
ritorto •1
– cavo r. (
m b
a): cavo di antichissima origine con i legnoli ritorti fra loro, può
essere piano o torticcio.
ritorto •2
–
grillo r.
(r ba): particolare grillo con la chiavetta ortogonale
alla base della U.
riva, – portare
a r.
(
m b
a): significa “in alto”; termine usato in riferimento a vele, bandiere e
oggetti vari; si dice ad esempio “portare a riva la vela”.
rizzare (m tc): fissare, legare un
oggetto all
'
imbarcazione evitandone movimenti indesiderati.
rollio (m tc): oscillazione laterale
dell’imbarcazione.
ròvere (r ba): Quercus robur;
essenza della quercia; legno di venatura marcata, assai duro e resistente,
molto usato nella cantieristica lagunare; peso specifico 950 g/dm3.
ruota – r. di prua (o di poppa) (
m b
a): l
'
elemento strutturale su cui terminano, a prua (o a poppa), le fiancate del l
'
imbarcazione; qualor
a a
bbia sviluppo rettilineo prende il nome di dritto di prua (o di
poppa).
sabiòn (g la): arena; fondo sabbioso
presente soprattutto in prossimità delle bocche di porto.
sabionànte (a sc): lavoratore che
estraeva la sabbia da costruzione dai fiumi, da bordo dei burci.
sacca •1
(g la): spazio acqueo con un unico accesso per il flusso e
riflusso acqueo.
sacca •2
(c ba): denominazione chioggiotta della bosa.
sagola (
m b
a): cavetto sottile usato per legature o impieghi secondari (solcometro, drizza
di bandiera ecc.).
salàta o velèta (g la): Ulva
Lactuca; alga invadente e dannosa, rigoglios
a g
ià con i primi caldi primaverili, assai fastidiosa per la navigazione a
vela.
salpa (g ba): incavatura praticata
sul bordo della barca per farvi scorrere il cavo d
'
ancora.
sampieròta (r ba): sàndolo dall
'
ampia coperta di prua originario di San Pietro in Volta, nell
'
isola di Pellestrina; la sua lunghezza varia fra i 6 ed i
7.50 metri
.
sancòni (v ba): ognuno dei pezzi
strutturali fissati verticalmente alle estremità delle piàne; la
loro forma e inclinazione determina la linea delle fiancate della barca.
sàndolo (g ba): può essere
genericamente intesa come un
'
imbarcazione lagunare a fondo piatto e di forma lanceolata, simmetrica,
leggiera e molto manovrabile; ne esistono vari modelli.
sàndolo buranèlo (g ba): tipo di sàndolo
molto comune, di line
a a
ffusolata, elegante, originario dell
'
isola di Burano.
sàndolo s
'
ciopòn (g ba): piccolo sàndolo, non più lungo di
6 metri
, dal bordo particolarmente basso; molto usato in passato per la caccia con
un particolare grosso schioppo (s
'
ciopon).
santantonio o tronco (v ba):
voce di recente origine; indica il massiccio supporto di sostegno di un
albero ribaltabile in coperta; diventa opportuno solo pe
r g
li alberi di maggiore peso e dimensione.
sapapiàn (g sc): termine dialettale desueto;
colui che se la prende sempre con molto calma.
sàrtia (
m b
a): manovra fissa destinat
a a
sostenere o irrigidire l
'
albero, principalmente sul piano trasversale.
sbòa (g la): quella parte del lago
lagunare che d
'
inverno, soprattutto a causa delle forti correnti, gela più difficilmente.
scalmiera (
m b
a): quel componente variamente foggiato, dotato di incavatura su cui poggia
il remo.
scalmo (
m b
a): nelle piccole barche può coincidere con la scalmiera; rappresenta il
punto sul quale viene fatto lavorare il remo; nelle grosse navi rappresenta
invece la parte centrale della costola.
scalmotto (
m b
a): nelle grosse navi rappresenta il prolungamento dello scalmo fin sopra
coperta; per estensione il nome è dato dagli squeraròli a quel
tratto di legno che, passando per la nerva, sostiene la faIca.
scanno (r la): accumulo arenoso
causato dai giochi di corrente marina; in laguna ne sono rimasti solo
alcuni; l
'
unico tutt
'
ora ben evidente è il bacàn prospiciente alla bocca del
Lido.
scarroccio (m tc): spostamento
sottovento che la barca subisce per l’effetto del vento su vele e opera
morta.
scassa (
m b
a): massiccia piastra solidale alla struttura della barca con un
alloggiamento per la miccia dell
'
albero.
scatòn (c ba): la “schiena” del
timone delle barche tradizionali a fondo piatto; vedi anche spalla.
schèrmo (c ba): denominazione
chioggiotta della covertèa.
schìa (g pe): Crangon crangon,
piccolo crostaceo lungo circa
5 centimetri
, molto abbondante in laguna; apprezzato come cibo m
a a
nche come esca.
schiavetto (
m b
a): vedi grillo.
s
'
ciòna (g ba): a Venezia si intende un oggetto anulare.
scoèto (g ba): tratto di cavo in
manilla dato volt
a a
un màncolo di poppa e abbastanza lungo da toccare l
'
acqua con l
'
altra estremità, volutamente sfilacciata; veniva usato da tutto l
'
equipaggio del bragozzo al posto dell
'
attuale carta igienica.
scontrare – s. la vela (m tc):
spingere la vela – in genere agendo sul boma – verso il vento, in modo
da orientare la F.A. verso poppa.
scorsèo (c ba): deriva da «scorza»;
può essere definito un tratto di legno di scarsa qualità (ricavato appunto
verso la scorza dell
'
albero) fissato sopra la ferramenta della pala del timone, ad evitare
che quest
'
ultima, nel venire portat
a a
bordo, possa danneggiare lo scafo.
scorsìa – o corsìa (c ba):
nei bragozzi si intende un
a g
rossa tavola centrale disposta longitudinalmente al centro della coperta di
mezzeria; sulla sua estremità poppiera poggia l
'
albero maestro.
scotta •1
– manovra (
m b
a): la manovra corrente con cui si bordano le vele di taglio;
per la vela maestra la scotta fa via quasi sempre in un paranco,
per i fiocchi è usato un semplice cavo.
scotta •2
– posizione (
m b
a): angolo o punto collocato all
'
incontro della base con la balumina.
scuffia (m tc): rovesciamento della
barca in seguito alla perdita della stabilità trasversale. Lo scafo pieno
d’acqua può mettersi
a g
alleggiare in posizione diritta, di fianco (grazie all’albero) o con il
fondo all’aria.
sea (g la): alga filamentosa di
colore verde chiaro; forma dei rotoli che vagano con la corrente.
sede dell
'
archetto (r ba): corto tratto di profilato metallico
normalmente applicato alla costàna; vi si infila il piede dell
'
archetto destinato a sostenere la tela del tièmo.
sentàr (v ba): panchetta o
poltroncina posta, anche occasionalmente, a proravia del trasto
delle barche tradizionali veneziane.
sentìna •1
(
m b
a): lo spazio della barca compreso fra il fondo e il pagliolato, dove
si raccoglie l
'
acqua entrat
a a
bordo. Nelle barche lagunari si intende più specificatamente lo spazio
compreso fra due piane.
sentìna •2
– posizione (v tc): nelle barche tradizionali a quattro remi si
intende
il posto
di vog
a a
proravia del pope, con remo a sinistra; corrisponde alla
posizione più bassa del fondo della barca.
sèo (g ba): grasso animale
spalmabile sul morso della forcola per evitare la rapida usura
del giròn del remo, quest
'
ultimo sempre in legno più tenero della fòrcola.
seràgia (
r p
e): rete da posa con cui viene chiusa un
'
area di palùo; il nome è anche genericamente attribuito ad altri
tipi di rete da posa presenti in laguna; si tratta più precisamente di tresse,
variamente disposte e composte da cogòlo, corpo e parè.
sèrcio (g ba): la tavola di fasciame
più alta, la prim
a a
d essere posta sull
'
ossatura nella costruzione classica della barca tradizionale.
serrare (
m b
a): raccogliere e imbrogliare la vela, o parte di essa, ad una o
entrambe le antennelle.
sèrsena (g ba): la ralinga
della
vel
a a
l terzo
lagunare.
sesto (v ba): il “modello” di
vari componenti della struttura della barca; grazie al sesto lo squerarolo
poteva costruire una serie di barche dalle forme pressochè identiche.
sferzo (g ba): volgarizzazione di ferzo.
sgancio rapido – moschettone
a s. r.
(
m b
a): semplice meccanismo in grado di facilitare al massimo l
'
apertura del moschettone, anche quando questo sia sottoposto a
sforzo.
sgùra (c ba): barra del timone,
termine chioggiotto; vedi anche ribòla.
siàr (v tc): azione effettuata con
il remo per arrestare o rallentare bruscamente la barca; è eseguita ponendo
il giròn davanti alla forcola e immergendo la pala in acqua.
sioèta (v ba): la “suola” della
pala del timone; è costituita da un massello, sostituibile, destinato a
strisciare sul fondo in caso d
'
incaglio.
siròco (g la): denominazione
dialettale del vento di scirocco.
sisa (g sc):
giovane seno femminile, termine popolare desueto.
sisal (
m b
a): fibra vegetale, anticamente usata pe
r c
onfezionare i cavi ritorti.
sochèto de prora (p ba):
particolare cugno posto in coperta, a prua del topo. Scolpito
a forma di “emme”, vi fanno capo le estremità prodiere delle falche.
sòco (p ba): particolare “repièn”
delle barche tradizionali maggiori posto fra la coperta di prua e l
'
asta.
sogièr (g ba): vedi sugíèr.
solcometro (m tc): strumento per la
misurazione della velocità della barca.
soléra – o capègno (g la):
fondo arenoso compatto e ricco di frammenti di gusci di conchiglie.
sorafàlca (g ba): asse addossata
esternamente alla falca, destinat
a a
d aumentare l
'
altezza delle fiancate della barca.
soramàn – nodo (v ba):
denominazione veneziana del nodo parlato.
soraòsso (g ba): apporto, tramite
incollaggio, di nuovo legno su un componente (remo, falca ecc.) logorato al
punto da presentare un avvallamento rispetto alla forma originaria.
soravénto (v la): considerando il
vento di bora, i luoghi della laguna sopravvento a Venezia.
sotovénto (v la): considerando il
vento di bora, i luoghi della laguna sottovento a Venezia.
sotocòrbolo (g ba): tratto in legno
sottostante al nogàro della nerva e dotato di un
'
apertura rettangolare destinat
a a
bloccare l
'
estremità inferiore del piede della forcola.
sottosèrcio (g ba): la tavola del
fasciame eventualmente presente sotto iI sèrcio ma non a contatto
del fondo della barca.
spalla (v ba): il profilo – o
tavola – posteriore della pala del timone; vedi anche scatòn.
specchio di poppa (
m b
a): pannelo costituente l
'
estremità poppiera dell
'
imbarcazione, variamente inclinato é raccordato alle fiancate.
spontèro o spontièro (c ba):
termini rispettivamente chioggiotto e veneziano relativi ad un piccolo
albero fissato in
coperta e sporgente
a prua; originariamente usato per determinate tipologie di pesca, ora svolge
quasi esclusivamente la funzione di bompresso.
squerariòl (v sc): carpentiere
speciaIizzato nella costruzione di barche.
squèro (v ba): cantiere, l
'
insieme degli spazi usati per la costruzione delle barche.
stabilità – s. della barca (m
tc): s
'
intende la capacità della barc
a a
riprendere la posizione di normale galleggiamento dopo una variazione,
comunque causata, del proprio equilibrio.
stalìr – o stagàr (v tc):
movimento eseguito dal solo pope quando vuole dirigere la barc
a a
stagando: con la barca in movimento la pala dev
'
essere fatt
a a
vanzare nell
'
acqua da popp
a a
prua, leggermente inclinata in avanti.
stanca de acqua (v la): stato di
quiete dell
'
acqua in corrispondenza dei picchi di massima o di minima della marea.
stante (g ba): vedi colonna.
stazza (
m b
a): con buon
a a
pprossimazione può essere definita come il volume dell
'
imbarcazione, calcolato secondo regole internazionali ben definite.
stecca (
m b
a): sottile striscia, in legno o materiale simile, adeguatamente flessibile,
destinat
a a
d aumentare la rigidità della balumina.
stiòra (g sc): stuoia di pavèra,
usata comunemente e per diverse necessità a bordo delle barche tradizionali
lagunari.
straglio (
m b
a): nome all’origine dell’attuale strallo, era ogni manovra
dormiente att
a a
sostenere gli alberi in senso longitudinale.
strallo (
m b
a): manovra fissa fra testa d’
albero e prua
della barca, non presente nelle nostre barche tradizionali.
strambata cinese (t tc): la strambata
in cui “cambia bordo”
solo la parte inferiore della vela.
stringere – s. il vento (m
tc): rispetto all
'
andatura tenuta s
'
intende portare la barc
a a
percorrere una rotta più vicin
a a
l letto del vento.
stroppo (
m b
a): anello formato da uno spezzone di cavo tessile o di cuoio che serve ad
assicurare un oggetto alla barca o all’attrezzatura, lasciandolo libero di
muoversi, come nel caso del bozzello o di alcuni tipi di remi. Spesso viene
usato un canestrello che, sagomato a “
8”
, si rivela particolarmente adatto a quella funzione.
sugièr (g ba): soglia; asse
removibile, posto sopra il pagliolato, dotato di scanalature e
riscontri per le eventuali portelle di murata.
svergolamento (m tc): progressiva
variazione dell
'
angolo d
'
incidenza lungo l
'
altezza della vela; lo s. è conferito volutamente in varie
circostanze per aumentare l’efficienza della barca.
tacchetto (
m b
a): all’epoca dei velieri era una sporgenza sul diametro del pennone
per l’inferimento delle vele; per estensione può essere così
denominato lo “scalino” sulle nostre antennelle da cui ha inizio il pòmolo.
tacchi della pala o ganasce … (v
ba): i due legni, posti lateralmente alla testa della pala del
timone, sui quali poggia la barra.
tàgia (c ba): denominazione
chioggiotta del bozzello.
taglio (a la): canale artificiale in
genere rettilineo; scavato per favorire il ricambio d
'
acqua nei laghi lagunari e utile per accorciare la strada fra le
formazioni barenose.
taglio – vela di t. (
m b
a): vel
a a
tt
a a
prendere il vento indifferentemente su entrambe le facce.
tamburo (g ba): è così detta quella
parte decorata dell
'
albero talvolta presente poco sopra il piano di coperta.
tappi (r ba): denominazione dat
a a
quei rettangoli dotati di guarnizione che vanno a tappare i nogàri
delle barche tradizionali. Vengono normalmente armati quando il pozzetto
é protetto dal tièmo e le fòrcole non sono in sede.
tartàna (
m b
a): grossa barca tradizionale italian
a a
vela, prevalentemente adibit
a a
lla pesca; quelle dell
'
alto Adriatico, a fondo piatto, arrivavano a
20 metri
di lunghezza.
tartanela (p pe): rete a forma di
imbuto per la pesca in canale di esche e piccoli pesci in genere.
tasca – t. della stecca (
m b
a): (dett
a a
nche vaìna); alloggiamento pressochè perpendicolare alla balumina
destinato ad accogliere le stecche della vela.
tegnùa (g la): area del fondo marino
o lagunare, naturale o artificiale, irta di formazioni dure e irregolari,
dall’aspetto roccioso; di estensione anche ridotta.
tela Olona (r ba): tela di cotone
assai resistente, rinomata, originaria della città di Olonne, in Francia.
telo (g ba): si intende un tratto
della pezza.
tendalìno (a ba): protezione
provvisoria, in genere per il sole estivo, molto usata nelle barche
tradizionali. Normalmente è costituito da un telo sospeso in vario
modo, fruendo come supporto dell’
albero e,
quando presente, del trinchetto.
terminale piombato (r ba):
volgarizzazione di “terminale impiombato”; in genere si tratta di
un
a g
assa su cavo metallico chiusa mediante manicotto pressato a freddo.
terzarolo (
m b
a): parte della vela predisposta per essere sottratt
a a
ll
'
azione del vento; si dice correntemente «prendere» o «fare»
i terzaroli.
terra (r ba): sostanza colorante
naturale, in forma di polvere, solubile in acqua, usata pe
r c
olorare le vele in cotone.
testa (r ba): si intende
genericamente la parte più alta di vari componenti dell
'
attrezzatura.
testa della pala (r ba): la
parte della pala del timone su cui viene incastrata la ribòla
(barra)
tièmo (g ba): in passato definito
come il «coperchio» in tavola per i bùrci, oggi è inteso come
copertura in tela delle barche lagunari, assai precisa ed efficiente anche
d’inverno.
timone basculante (r ba): timone
tipico delle derive: permette di far ruotare in posizione orizzontale
la parte inferiore della pala, riducendo il pescaggio.
tirante (m tc): l
'
estremità del cavo del paranco o di una manovra sulla quale
viene esercitata la forza di trazione.
tirar acqua (g tc): azione svolta con
il remo usato a mo
'
di pagaia, non appoggiato nè alla forcola nè alla fiancata;
divengono possibili piccoli e precisi spostamenti laterali della barca.
topa (g ba): barca tradizionale
relativamente recente; si tratta in sostanza di un topo con la poppa
troncata da un largo specchio di poppa.
topànti (g sc): vengono così
chiamati quegli appassionati che per varie ragioni (pesca, escursionismo
etc.) frequentano la lagun
a a
bordo dei topi a vela.
topo (g ba): barca tradizionale a
fondo piatto, dallo spigolo leggermente arrotondato; il topo
a vela oggi
più comune è lungo circa
7,5 metri
.
topo chioggiotto (g ba): si intende
quel topo con un rapporto lunghezza/larghezza di circa 4:1, con alte
fiancate e normalmente dotato di tre coperte.
topo mestieréto (g ba): topo
dalla prua slanciata, adibito nello scorso secolo a tipi di pesca minore e
poco redditizia.
topo veneziano (g ba): topo
dalla forma particolarmente affusolata, basso di fiancate, e con un rapporto
lunghezza/larghezza di circa 5:1.
tormentina – o tempestina (
m b
a): piccolo fiocco in tessuto assai resistente, d
a a
lzare in caso di venti eccessivamente
forti per il
fiocco normale.
torticcio – cavo t. (
m b
a): cavo ritorto assai resistente, formato da tre o quatto cavi piani.
trabaccolo (
m b
a): piccolo bastimento di lunghezza variabile fra i 15 ed
i 25
metri, interamente pontato, dotato di chiglia e armato al terzo;
tipico dell
'
alto Adriatico.
trama (r ba): l
'
insieme dei fili disposti perpendicolarmente alla lunghezza del tessuto.
tramezza (
m b
a): parete interna del bozzello dotato di più pulegge
parallele; divide una puleggia dall
'
altra.
trasto (g ba): tavola strutturale,
dritta o arcuata, che unisce i due fianchi della barca tradizionale; il t.
principale si trova verso poppa, ad un terzo circa della lunghezza della
barca. Spesso ha funzione di sostegno dell’albero maestro.
Altri due trasti sono di norma presenti anche per delimitare le coperte
di prua e di poppa.
traverso (m tc): quell
'
andatur
a a
90 gradi rispetto al letto del vento.
tre “x” (r ba): tela di cotone
assai forte, adatt
a a
lle velature di maggiore superficie.
trecciato (b ba): intrecciato; tipo
di cavo relativamente recente, normalmente in materiale sintetico e di buone
caratteristiche generali.
tréfolo (
m b
a): il singolo filo di un cavo metallico.
tressa (g pe): rete da posa molto
frequente in laguna fino alla fine del secolo scorso, comunemente e
impropriamente chiamate seràgie.
trincarino (
m b
a): asse strutturale longitudinale fissat
a a
lle estremità dei bagli o alle teste delle costole della barca;
nelle barche tradizionali prende il nome di nèrva.
trinchetta (g ba): la vel
a a
lzata sull
'
albero di trinchetto.
trinchetto (
m b
a): l’albero più a proravia di una nave o barc
a a
più alberi.
tronco •1
(p ba): nelle nostre barche tradizionali é il supporto dell
'
albero ribaltabile; già nelle navi antiche tuttavia indica il tratto
inferiore di un albero composto da più pali.
tronco •2
– t. di canale (r la): ognuna delle vie d
'
acqua principali attraverso cui si ha comunicazione fra
mare e laguna.
turbante (
m b
a): nodo o intreccio eseguito lungo un cavo per formarvi un punto di
arresto; come nel caso del bragotto, dove il turbante blocca
lo scorrimento del ciòcciolo. .
vaìna (
m b
a): l
a g
uaina formata ripiegando su se stesso il bordo della vela; per estensione
anche ognuna delle «tasche» poste lungo la balumìna, nelle quali
si possono inserire le stecche della vela.
vallante o valesàn (g sc):
colui che si occupa della custodia e dell
a g
estione ordinaria della valle.
vallesana (g tc): modalità di vog
a a
lla veneta, tipica dei vallesani, grazie alla quale si possono
azionare contemporaneamente due remi; garantisce un buon controllo della
barca ed è particolarmente indicato per la voga in singolo.
valle (g la): area lagunare
perimetrat
a a
llo scopo d
'
impedire la fug
a a
l pesce in essa contenuto; è dotata di aperture regolamentate per il
ricambio dell
'
acqua.
valle – v. aperta (g la):
sono rimaste così denominate alcune estensioni lagunari non perimetrate che
in un passato più o meno remoto erano in proprietà o in gestione, e come
tali delimitate in vari modi.
valonéa o balòte (g la):
alga dal particolarissimo aspetto di piccola palla dur
a a
l tatto, è soggett
a a
d accumularsi in grosse quantità sotto la spinta delle correnti.
varéa (
m b
a): genericamente s'intende l'estremità di un'
asta o di un’albero.
vasolìn (p ba): denominazione
chioggiotta della perteghetta.
vegnùa (g la): particolare canale
che correndo sul fondo della valle ne permette l
'
adeguato ricambio acqueo.
vela (
m b
a): superficie di tessuto che grazie all’energia del vento trasmette allo
scafo la spinta di avanzamento.
vela di taglio (
m b
a): le vele, disposte sul piano longitudinale, che prendono il vento – in
base all’andatura – alternativamente sulle due facce. La marconi,
la
latina e la vela
al terzo sono vele di taglio. Al tempo delle “vele
quadre” erano chiamate “di straglio”, perché erano quelle
inferite sugli stragli.
vela quadra (
m b
a): le vele quadrangolari dei grandi velieri; disposte sul piano
trasversale; prendono il vento sempre sulla stessa faccia.
velèta (g la): vedi salàta.
velma (g la): banco o riva di fango
emergente solo in concomitanza delle maree più basse; vi prolificano
numerosi organismi di cui si cibano i trampolieri.
ventàme (c ba): denominazione
chioggiotta della balumina (normalmente s
'
intende il lato della bandiera opposto all
'
inferitura).
venti (g ba): denominazione attribuit
a a
d ognuno dei tratti di cavo disposti a raggiera e componenti la patta d
'
oca.
vento apparente (m tc): la sommatoria
del vento reale con iI vento di velocità; è iI vento che si
percepisce da bordo di un mezzo in movimento nel vento reale.
vento di velocità (m tc): il vento
percettibile da un mezzo in movimento in totale assenza di vento reale.
vento reale (m tc): il vento
normalmente inteso, quello che si percepisce rimanendo fermi rispetto al
suolo.
vestisìon (c ba): particolare
struttura composta da una serie di menài affiancati l
'
uno all
'
altro fino a comporre, all
'
interno del fasciame, un solidissimo rinforzo della prua o della poppa.
viér (g pe): grosso recipiente in
vimini o in legno in cui sono tenuti i granchi destinati a trasformarsi in molèche
(o moèche).
viràta (m tc): manovra che permette
il cambio di mure, può essere di prua o di poppa.
virata di poppa (m tc): virata sotto
la piena spinta del vento, scandita dal passaggio della vela maestra sul
bordo opposto. Con
vento forte
può essere anche critica.
virata di prua (m tc): la virata con
il passaggio della barca nell’angolo morto, dove viene a mancare,
per un tempo breve ma significativo, la forza propulsiva del vento.
Vìnavil (r ba): nome commerciale di
colla bianca e dens
a a
base di acetato di polivinile.
vogalonga (r sc): manifestazione
remiera veneziana nata nel 1975 nell
'
intento di manifestare l
'
amore per l
'
ambiente lagunare e la passione per lo sport della voga.
vogàro (p ba): nome pellestrinotto
del nogàro.
yacht (r ba): termine di origine
olandese indicante assai genericamente una barca cabinata,
a vela o
a motore, da diporto o da regata.
zanca (v ba): il caratteristico «gomito»
lungo il corpo della fòrcola.
zenzìva – del canale (g la):
gengiva; la parete laterale del canale lagunare, spesso più alta del
circostante fondo.
zogèlo (v sc): significa «gioiello,
più gioie insieme»; dal Dizionario del Dialetto Veneziano di C. Boerio.
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