SAN GIULIANO - Un fallimento annunciato il
progetto che intendeva riunire le sei remiere
Polo
Nautico, colpito e affondato
De
prufundis ufficiale domani dopo quattro anni di convivenza da separati
in casa
Domenica
8 Novembre 2009,
Si
sfascia il Polo nautico di Punta San Giuliano.
Domani diventerà ufficiale - nel corso della riunione del Direttivo -
la fine di un esperimento fallimentare.
Negli ultimi 4 anni - il Polo nautico era nato ufficialmente il 17
novembre 2005 - i passi avanti sono stati pochissimi.
Il primo
a rendersene conto è stato Bepi Penzo, il presidente della
Voga Veneta
, che se n’è andato dal Polo nautico costringendo tutti gli altri a
prendere atto che non esistono più le condizioni minime per lavorare.
Dunque, tutti a casa.
Del resto in 4 anni le 6 società sportive di Punta San
Giuliano - il
Circolo velico Casanova, la Canottieri, la Spes,
il Club Vela Mestre
, il Canoaclub
e la Voga
Veneta - avevano fatto finta di voler stare insieme, ma un attimo dopo
che si era insediato il presidente del Polo,
Massimo Donadini
, era ricominciata
la lotta. Alla
fine si è trovato l’accordo - ma solo perchè è intervenuto
il Comune -
sulla gestione del piazzale - spazi per le barche
- e delle 3
gru. Basta. Poi ognuno è rimasto rinchiuso dentro il suo spazio, di
fatto sancendo il fallimento del Polo nautico.
E certo Massimo
Donadini, scelto perchè presidente di garanzia, che significa
presidente che va bene a tutti perchè tutti sanno che non deciderà
nulla, non poteva fare il miracolo.
Alla fine si scopre che aveva ragione Bruno Zan, il precedente
presidente della Vela Mestre
il quale si era dimesso al momento delle votazioni avvertendo che non
era quello il modo di andare alla fusione delle società. Zan aveva
detto
chiaro e tondo
che, per mettere ordine in Punta, bisognava prender uno da fuori, un
mega direttore, in grado di imporre poche regole, m
a a
tutti. Così non è stato.
Il Polo nautico non è nemmeno riuscito a stabilire che tutti i soci
di tutte le società devono pagare le stesse cifre per le barche e per
le iscrizioni. E invece di qua si paga 120 all’anno, di là 150. E
per le barche chi fa pagare 300 euro e chi ancora meno. Come se quello
di Punta San Giuliano non fosse un luogo fantastico, unico al mondo,
un posto da trattare come un gioiello.
Macché, per tenere una barca si paga un quinto di quanto costa tenerla in cantiere.
E per iscriversi ad una di queste società di paga per un anno
l’equivalente di un mese di palestra. Insomma, Punta San Giuliano è
trattata come se fosse quella pezza a
l piede che era una volta e non un luogo di prestigio da trasformare
in un grande Polo nautico. E adesso?
Maurizio
Dianese
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SANDRO
SIMIONATO
Trovata
la soluzione provvisoria
"mascarete" nel tendone bianco
Domenica
8 Novembre 2009,
Votarono
in 816 su 1.477 iscritti.
E il 17 novembre 2005 nacque il Polo nautico
di San Giuliano.
Le 6 società della Punta accettavano di fare un passo indietro ed entrare a far parte del Polo nautico. Che, un po’ alla volta, doveva diventare un
unica società sportiva, che conteneva tutte le società e tutte le
discipline.
Il progetto si è rivelato una
utopia e Punta
San Giuliano rischia di restare quella di sempre, con ogni società
sportiva chiusa in se stessa
e nelle mani
di pochi
- e anziani -
soci.
L’assessore allo Sport,
Sandro Simionato
, concede loro una seconda chance. «Mi par di capire che vogliono
passare dall’associazione di persone all’associazione di
associazioni, una sorta di consorzio di società sportive, dunque. In
ogni caso credo abbiano chiaro anche loro che un interlocutore unico
in Punta San Giuliano è necessario per il Comune. Per adesso non
sceglierei altre strade, per evitare che un luogo così importante per
la città finisca in mani private.
Le remiere sono garanzia di accesso
all’acqua per tutti.
Chiaro che un direttivo di 28 persone non poteva funzionare, se
passano a 12 forse funziona.»
In ogni caso la vicenda del Polo
nautico per
il Comune
non è ancora chiusa. E Simionato avverte che in ogni caso
il Comune
non sta con le mani in mano.
«Spendiamo un sacco di soldi adesso per
mettere
a posto i
pontili. Sono soldi pubblici e quindi pretendo che anche le remiere
capiscano che devono trovare il modo di utilizzare al meglio questi
pontili. Insieme.
Lo stesso ragionamento va fatto per le nuove tettoie
per il ricovero delle barche. L’intervento sarà fatto dal Comune.»
Insomma Simionato punta a
trasformare le società sportive in associazioni che gestiscono il
servizio e basta.
Intanto però lì cade tutto a pezzi. «
La
Voga Veneta
per adesso non attua il blocco delle attività - che avrebbero dovuto
fermarsi il
1 novembre - perchè
stiamo trovando una soluzione provvisoria nel tendone della Punta.» Ma anche
la Canottieri Mestre
dice di avere problemi con le tettoie. «Anche loro rientrano nella
soluzione definitiva. Adesso è chiaro che per un po’ ancora devono
portare pazienza tutti.» |