CIRCOLO VELICO CASANOVA

P.ta San Giuliano - Mestre Venezia

San Giuliano, i vogatori contro i pescatori

Le Remiere. «Non vogliamo allevamenti di molluschi»

MESTRE. La laguna davanti San Giuliano è al centro di una disputa. A reclamarla è il movimento per l'adozione ambientale dì questo specchio d'acqua, unica area urbana lagunare.

Associazioni delle remiere e gruppi canoìstici hanno scritto alle istituzioni per avere l'uso di questa fetta di laguna destinata, secondo i ben informati, ad esser concessa ai pescatori per attività di molluschicoltura.

«Ci siamo mossi dopo aver saputo che il Magistrato alle acque avrebbe, nei giorni scorsi, dato in concessione buona parte della laguna di San Giuliano ad una attività di allevamento delle vongole» spiega Vittorio Resto, coordinatore del movimento per l'adozione ambientale della laguna che divide Mestre da Venezia. 

I 1500 soci del comitato avevano simbolicamente adottato i 600 ettari di laguna, il 28 maggio scorso. «Con una lettera a tutti gli enti preposti chiediamo che l'area lagunare sia invece prioritariamente destinata alle attività nautiche, sportive e ricreative di canoa, canottaggio, voga e vela» continua Resto «La laguna deve poi essere interdetta a quelle attività incompatibili o condizionanti».

Le nove società remiere e di canottaggio aderenti al movimento si dicono pronte a contribuire alla definizione di un progetto di gestione globale dell'area, incluse le isole di Campalto e San Giuliano, ora abbandonate all'incuria ed al degrado. Si potrebbe recuperarle con interventi sulla vegetazione e renderle visitabili con escursioni turistico sportive. Questo tratto dì laguna è l'unico sbocco sull'acqua di Mestre. 
Da anni è affollato da sportivi ed appassionati della voga. In previsione del futuro parco di San Giuliano, potrebbe diventare una oasi di svago e divertimento acquatico dove si bandiscono le barche a motore. 

Una ideale prosecuzione acquatica del parco progettato da Di Mambro difficilmente riuscirebbe però a convivere con attività di altra natura e che comportano l'utilizzo di mezzi a motore. 
«Se la prevista attività di molluschicoltura fosse di ridotte dimensioni non ci sarebbe alcun problema» precisa il del movimento «ma temiamo che non sia così visto che si parla di una concessione pari ad almeno due terzi dei 600 ettari disponibili» 

(m. chiarin)